Come è cambiata la legge tedesca sulle rinnovabili

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Da agosto è in vigore la riforma della legge tedesca sulle rinnovabili, la EEG. Tra gli obiettivi quelli di abbassare i costi della transizione energetica a carico dei cittadini, allargando la platea di chi contribuisce agli oneri di sistema, e di pianificare meglio la diffusione delle energie rinnovabili. Favorevoli e critici.

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Dal 1° agosto 2014 in Germania è in vigore la riforma della legge sulle rinnovabili: una nuova partenza verso la transizione energetica secondo il governo, un blocco dello sviluppo delle rinnovabili secondo il settore.

Correva l’anno 2000 quando per la prima volta entrava in vigore in Germania la legge sulle rinnovabili, dai tedeschi familiarmente chiamata EEG. Uno strumento per favorire la transizione verso un approvvigionamento energetico sostenibile e l’affermazione delle rinnovabili. Si trattava di una legge di alto lignaggio, con padri come Hermann Scheer e Hans Josef Fell, all’epoca tra i politici europei più innovativi e illuminati in fatto di energia. In 14 anni la legge si è dimostrata un successo sotto molti punti di vista: le rinnovabili in Germania oggi coprono circa il 25% del fabbisogno di energia elettrica, si sono affermate alcune tecnologie come il FV e l’eolico, e ha fatto da modello per molte nazioni, rendendo il Paese leader mondiale sia nella policy che nelle tecnologie.

Contributo delle diverse fonti rinnovabili alla produzione lorda di elettricità in Germania a fine 2013. (Fonte: de.statista.com)

Questo successo però ha avuto il suo prezzo: la quota di costi per le rinnovabili a carico del cittadino è continuata ad aumentare, da 0,41 €cent/kWh nel 2003 a 6,2 €cent/kWh nel 2014, diventando così un facile bersaglio della critica. Un motivo sufficiente perché il governo ritenesse necessaria una riforma della legge. Si tratta della più rilevante modifica subita dalla EEG dalla sua nascita. I suoi obiettivi sono di abbassare i costi della transizione energetica a carico dei cittadini e di pianificare meglio la diffusione delle rinnovabili.

Contributo economico per le rinnovabili a carico degli utenti domestici in Germania dal 2003 al 2015 (in €cent/kWh) (Fonte: de.statista.com)

Cosa cambia sostanzialmente con la EEG2014? Sono quattro gli assi portanti su cui si basa la riforma. Vediamoli uno per volta.

1. Pianificazione. Per la prima volta dal 2000 si pone un limite superiore allo sviluppo delle rinnovabili. Secondo i piani entro il 2025 esse dovranno fornire tra il 40 e il 45% del consumo di energia elettrica ed entro il 2035 tra il 55 e il 60%, per poter arrivare ad almeno all’80% nel 2050.

Evoluzione della produzione elettrica da fonti rinnovabili in Germania dal 1990 al 2013. (Fonte: BMWI – UBA)

Per ogni tecnologia vengono definiti dei limiti di potenza installabile:

  • Fotovoltaico: tra i 2,4 e i 2,6 GW/anno
  • Eolico su terraferma: tra i 2,4 e i 2,6 GW/anno
  • Biomasse: 100 MW/anno
  • Eolico offshore: 6,5 GW fino al 2020 e 15 GW fino al 2030

2. Riduzione degli incentivi. Dal 1° agosto le incentivazioni per la produzione di energia rinnovabile verranno sostituite da “premi di mercato”, di minore entità rispetto agli incentivi in vigore fino ad ora. Questi sono dati dalla differenza tra il prezzo di vendita dell’energia e il valore massimo riconosciuto alla energia rinnovabile definito per legge. I premi di mercato verranno concessi soprattutto alle tecnologie che già oggi sono le più economiche e promettenti in quanto a potenzialità di abbattimento dei costi (esempio: fotovoltaico ed eolico). In generale la EEG2014 prevede premi massimi di 12 €cent/kWh.

3. Vendita diretta obbligatoria e integrazione di mercato. Termina l’era degli incentivi fissi e ora i nuovi impianti (ora sopra i 500 kW di potenza e dal 2016 sopra i 100 kW) dovranno vendere l’energia prodotta per poter accedere a quel “premio di mercato”. Un tentativo di integrare le rinnovabili nel mercato nazionale ed europeo.

4. Suddivisione dei costi della transizione energetica. La quota per le rinnovabili a carico dei cittadini verrà suddivisa su una base più ampia, in modo che tutti possano prendano parte al finanziamento della transizione energetica. Ad esempio, verranno introdotti oneri per l’autoconsumo per impianti di potenza superiore ai 10 kW (per un massimo di 10 MWh/anno di autoconsumo), sia per chi produce energia da fonti convenzionali sia per chi la produce da rinnovabili. L’industria ad alto consumo energetico continuerà ad essere esentata dal pagamento dei costi a favore delle rinnovabili solamente se la sua produzione risulterà fondamentale per la competitività internazionale.

La riforma EEG2014 segna una svolta storica nello sviluppo delle rinnovabili in Germania, anche perché il cuore delle legge del 2000 (incentivi fissi e nessun limite di installazione) viene di fatto profondamente modificato, in particolare con l’obbligo della vendita diretta e con una più ampia ripartizione dei costi.

Entrambe queste misure sono state accolte positivamente anche da molte associazioni del settore delle rinnovabili e dall’Ufficio Federale per l’Ambiente (UBA). Criticata invece, quasi all’unanimità, la limitazione della potenza installabile, vista come un reale ostacolo allo sviluppo del settore in Germania e al mantenimento della leadership tecnologica finora acquisita.

Questo sarà vero per le biomasse e il biogas, dove l’eliminazione di diversi premi (colture alternative, prodotti secondari come substrato, ecc.) e il tetto di potenza installabile posto a 100 MW/anno potrà bloccare quasi in toto lo sviluppo del settore, mettendo a rischio una tecnologia che ha la possibilità di fare da back up per le fonti non programmabili e di affrancare parte della mobilità dalla sua dipendenza dalle fonti fossili.

Si abbasserà il costo dell’energia per il cittadino a seguito di questa riforma? Probabilmente non in maniera consistente, affermano alcune analisi della stampa nazionale tedesca, perché la quota di spesa imputabile alle rinnovabili resterà solo una piccola parte della bolletta.

Struttura in percentuale della bolletta di un’utenza domestica con un consumo annuale di 3.500 kWh. Giorno di riferimento: 1 aprile 2013. Ad esempio su un totale di 29,38 €cent/kWh, secondo questa tabella, 8,46 €cent/kWh derivano dalla produzione e distribuzione e 5,28 dalle energie rinnovabili.

Legenda grafico: Stromsteuer: tassa energia elettrica – Offshore-Umlage: quota energia off-shore – Erzeugung, Vertrieb: produzione, distribuzione – Netzte: rete elettrica – Mehrwertsteuer: Iva – Konzessionsabgabe: concessioni varie – EEG: quota energia rinnovabile – KWK: quota per le centrali a cogenerazione

Per il BEE, l’associazione nazionale delle Rinnovabili, anche con la EEG2014 rimane irrisolto il problema chiave del mercato energetico in Germania: la distorsione dei costi a favore delle fonti tradizionali, nel cui prezzo non vengono calcolate né le esternalità negative né le sovvenzioni indirette. Eliminarle può creare un mercato dell’energia veramente trasparente ed evidenziare i benefici economici delle rinnovabili. Finché ciò non avverrà, ogni misura volta a limitare i costi della transizione energetica andrà a “curare i sintomi, ma non la causa dalla malattia”.

La riforma spiegata sul sito del Ministero per l’Economia e l’Energia (in tedesco)

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