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Delibera teledistacco, quali conseguenze per operatori e sistema elettrico?

Con la delibera 421/2014, l'Autorità prescrive che, per garantire la sicurezza della rete, gli impianti fotovoltaici ed eolici con taglie sopra ai 100 kW connessi in media tensione si devono dotare di sistemi che rendano possibile il teledistacco dalla rete. Un ulteriore balzello per gli operatori. Ecco come funziona l'obbligo e cosa ne pensano i tecnici.

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Il 7 agosto 2014, con la delibera 421/2014 dell’Autorità per l’energia (vedi allegato in basso), sono state comunicate nuove prescrizioni, o meglio “adeguamenti”, relativi ai servizi di rete e ai distacchi per gli impianti di generazione distribuita. Per garantire la sicurezza della rete, gli impianti fotovoltaici ed eolici sopra ai 100 kW connessi alla reti di media tensione, si dispone, dovranno dotarsi di sistemi che rendano possibile il teledistacco dalla rete. Gli oneri per l’adeguamento, obbligatorio, saranno a carico dei titolari degli impianti, anche se è prevista l’erogazione di contributi, emessi dalle imprese distributrici, direttamente ai titolari che provvederanno ad adeguarsi entro i termini stabiliti.

La delibera, in sostanza, approva la modifica proposta da Terna già nel 2012 di alcune delle norme di connessione in rete degli impianti di generazione distribuita, al fine di garantire la sicurezza di rete anche in condizioni di emergenza o criticità di rete. Nello specifico, relativamente agli impianti fotovoltaici ed eolici, come detto, prevede l’implementazione di sistemi per garantire il teledistacco, cioè disconnessione comandata da remoto degli impianti dalla rete. Ogni produttore dovrà, su indicazione dell’impresa distributrice, implementare un sistema per ricevere da remoto (con un modem e una simcard) un segnale per disconnettere l’impianto dalla rete in situazioni di emergenza. L’impresa distributrice, a sua volta, dovrà predisporre un sistema centralizzato per inviare a tutti gli impianti connessi alla propria rete di media tensione (impianti dai 100 kW in su) il segnale per il distacco. Una procedura “di ultima istanza” che, in quanto tale, deve poter essere attivata quando si verifichino situazioni critiche per la sicurezza del sistema.

Su chi ricade l’obbligo? Dovranno adeguarsi alle disposizioni previste dalla delibera tutti gli impianti eolici e fotovoltaici con potenza uguale o maggiore ai 100 kW, connessi (o da connettere) alla rete in media tensione e con domanda di connessione presentata prima del 1 gennaio 2013.

Tra questi rientrano gran parte dei medi e grandi impianti fotovoltaici entrati in funzione fino a tutto il 2013 con gli incentivi del “conto-energia” (la data del 1 gennaio, infatti, fa riferimento alla presentazione della domanda di connessione, che spesso precede l’entrata in esercizio anche di molti mesi). Interessati sarebbero circa 50mila impianti secondo una stima indicativa fatta da ATER l’associazione dei tecnici delle rinnovabili.

Il sistema di teledistacco dovrà essere implementato entro il 31 gennaio 2016 o, per le installazioni che in quella data non siano ancora connesse, entro la data di entrata in esercizio dell’impianto.

L’adeguamento dell’impianto è ad onere del titolare dell’impianto che, una volta effettuati i lavori, dovrà inviare all’impresa distributrice la comunicazione di avvenuto adeguamento. I produttori che inviano questa comunicazione entro il 30 giugno 2015 hanno diritto ad un premio, pari a 800 euro per gli impianti dotati di tre o più sistemi di protezione d’interfaccia, 650 euro per gli impianti con due sistemi di protezione d’interfaccia o 500 euro per gli impianti con un solo sistema di protezione d’interfaccia. Il premio – finanziato dalle bollette dei consumatori – viene erogato direttamente dall’impresa distributrice dopo aver fatto le opportune verifiche sul corretto funzionamento del sistema di teledistacco.

Un contributo che per gli operatori non è che “simbolico”. Il proprietario dell’impianto, infatti, dovrà pagare di tasca propria anche la modifica ai progetti e i costi burocratici annessi. “Le quote previste non coprono né il costo vivo dei componenti né la manodopera necessaria e, anche se la variazione sul piano di rientro è minima per impianti dell’ordine dei MW, più significativa è invece per gli impianti di poche centinaia di kW, quelli appunto di chi ha investito non tanto per fini speculativi, ma per l’autoconsumo”, commenta a QualEnergia.it Massimo Venturelli, presidente ATER.

Cosa succede a chi non effettua l’adeguamento? Chi non installa il sistema di teledistacco entro i termini dovuti (31 gennaio 2016) si vedrà sospendere l’erogazione degli incentivi fino ad avvenuto adeguamento. A verificare, informando il GSE, dovrà essere l’impresa distributrice.

Insomma, si tratta di un ennesimo balzello per gli operatori delle rinnovabili o di una misura assolutamente necessaria per la sicurezza della rete? Con la delibera – ci spiegano da Terna – nasce la definizione di generazione distribuita “riducibile”, o GDRM, cioè appunto l’insieme degli impianti il cui distacco è attuabile dal Sistema di Difesa Terna attraverso il colloquio con il sistema di teledistacco dell’impresa distributrice, con tempi più rapidi rispetto a quelli attuali. Secondo Terna l’implementazione della modalità GDRM rappresenterebbe (almeno per un periodo transitorio, in attesa dell’implementazione delle smart grid) un efficace provvedimento ai fini della gestione in sicurezza del sistema, garantendo tempi di intervento e di disconnessione più rapidi degli attuali, nell’ordine di pochi minuti.

Più critici gli operatori. Venturelli, in un commento inviatoci via mail, non nega i problemi dati dall’integrazione di massiccie quantità di potenza non programmabile, ma sul modo in cui si vogliono gestire questi problemi ha da ridire: “Da un paio di anni Terna ha ottenuto dall’Autorità nuove restrizioni alle connessioni attive in modo che esse siano meno sensibili alle perturbazioni della rete, addirittura si richiede ai produttori di generare energia reattiva … successivamente ha imposto graduali adeguamenti retroattivi a tutti gli impianti esistenti, estendendoli fino alle taglie superiori ai 6 kWp. La Delibera 421 è solo l’ultimo atto di un’azione volta ad intervenire sugli utenti attivi per risolvere i problemi della rete elettrica nazionale; nessuno ha mai pensato che la rete deve essere ripensata in base a nuovi modelli di generazione distribuita, la scellerata e continuata costruzione di nuove grandi centrali termoelettriche dimostra la completa mancanza di pianificazione o lungimiranza su uno dei settori strategici del Paese”.

“Se la politica avesse spinto verso lo sviluppo dei sistemi di accumulo il problema si potrebbe presto risolvere senza particolari patemi per la sicurezza nazionale, considerando che anche i bacini idroelettrici e le centrali di pompaggio dovrebbero essere impiegati per questo scopo. Ma l’azione più efficace per risolvere tutti i futuri problemi sulla rete – osserva amaramente il presidente di ATER – rimane senz’altro la politica ostile alle rinnovabili degli ultimi quattro governi, che hanno deliberatamente stroncato le rinnovabili elettriche, portando l’Italia dal 1° posto al 15° nel mercato mondiale del fotovoltaico. Purtroppo di impianti con potenze significative non se ne costruiscono più; questa del teledistacco si rileverà solo un’azione preventiva a spese dei soggetti responsabili; sarebbe più giusto limitare l’azione a quelle parti della rete nazionale più problematiche”.

La deliberazione 421/2014 dell’AEEGSI sul teledistacco (pdf)

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