Il nucleare britannico e il via libera al super-incentivo

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Dalla Commissione europea c'è il via libera ai sussidi britannici per la nuova centrale nucleare di Hinkley Point. Sarà garantito che l'energia prodotta dall'impianto per 35 anni sia pagata circa il doppio del valore del mercato attuale. La differenza sarà coperta con i soldi di tutti consumatori. L'UE apre ad un futuro di nuove centrali nucleari incentivate?

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In conformità alle nuove regole comunitarie sugli aiuti di Stato, ieri la Commissione europea ha autorizzato i sussidi decisi dal Governo britannico per la nuova centrale nucleare di Hinkley Point. Sarà garantito che per 35 anni l’energia prodotta dall’impianto sia pagata circa il doppio del valore di mercato attuale, con la differenza coperta con i soldi di tutti consumatori. La nuova centrale infatti per 35 anni godrà di uno “strike price” di 92,5 sterline (117 euro) per ogni MWh generato, che in valore nominale al 2058, anno in cui scadrà l’incentivazione, diverranno 279 sterline per MWh.

Intanto arriva anche la notizia della lievitazione dei costi: l’impianto di Hinkley Point, riporta il Financial Times, non costerà 16 miliardi di sterline come preventivato un anno fa da EDF ma oltre un terzo in più: 24,5 miliardi di pound (cioè circa 31,7 miliardi di euro). La cifra iniziale di 16 miliardi, ha fatto sapere EDF, era in valuta 2012 e non comprendeva i costi del capitale e altri costi di preliminari. Secondo il commissario alla Concorrenza, Joaquín Almunia, per il progetto serviranno addirittura 34 miliardi di sterline (cioè 43 miliardi di euro), se si includono anche i fondi di garanzia di cui gli sviluppatori devono disporre nel caso ci siano problemi.

Chiaro come la stampella pubblica sia fondamentale per la realizzazione del progetto, che dovrebbe soddisfare il 7% della domanda elettrica inglese ed essere completato nel 2023 e che è partecipato da Edf con il 45-50%, da Areva con il 10% e dalle cinesi Cgn e Cnnc con il 30-40%. L’incentivo garantirà il livello di profitto dell’impianto fissato al tempo dell’accordo tra gli operatori della centrale e il Governo di Londra; se ci saranno utili in eccesso invece saranno spartiti con le autorità pubbliche e andranno ad alleggerire le bollette con i consumatori. Il commissario alla Concorrenza Almunia ha sostenuto che “grazie all’intervento della Commissione è stata limitata ogni distorsione del mercato e i contribuenti britannici otterranno significativi risparmi”. L’approvazione, ha spiegato, è stata data perché la Gran Bretagna ha dimostrato che il progetto è un “genuine market failure”, un investimento che “non avrebbe potuto essere fatto senza il supporto del pubblico”.

La decisione, ha sottolineato Almunia, “non creerà un precedente” perché si tratta di un caso “di natura e scala inedite”. Ma i vertici di EDF, riporta il Financial Times, si stanno già vendendo l’approvazione del sussidio come una vittoria che mostra come sia possibile costruire nuove centrali incentivate nel vecchio continente.

Oltre alle perplessità di almeno 5 Commissari, il via libera UE agli aiuti a Hinkley Point ha suscitato reazioni negative da parte di molti. Tra le voci contrarie più decise c’è quella del Governo austriaco, che per bocca del cancelliere Werner Faymann, ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia europea. “È inammissibile garantire sussidi al nucleare, che non è una forma sostenibile di energia, è una tecnologia matura da decenni e non è un’opzione per la lotta ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Faymann;”Hinkley Point è un pessimo precedente perché le tariffe in conto energia sono state garantite sinora solo alle fonti rinnovabili”, ha rimarcato.

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