Consumi gas, in calo del 20% in meno di 10 anni. Crollo per il termoelettrico

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I grandi dell'energia in Italia solo 4 anni fa prevedevano che la domanda nazionale di gas naturale sarebbe arrivata a circa 100 Gmc. Oggi invece, dopo 3 anni di calo, non supera i 70 Gmc. Intanto i consumi di gas per la produzione di energia elettrica arretrano ai valori del 2002. E la produzione interna non potrà crescere di molto anche considerando le riserve certe.

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L’attuale situazione energetica in Italia è molto diversa da come i grandi gruppi energetici se la immaginavano solo quattro anni fa. Enel, Eni e Unione Petrolifera nel 2010 prevedevano ad esempio che in questo decennio il gas sarebbe stato protagonista indiscusso del nostro sistema energetico e che la domanda nazionale di gas avrebbe toccato quota circa 100 miliardi di metri cubi (Gmc). Evidentemente si sono sbagliati, sottovalutando la crisi economica e soprattutto la crescita delle rinnovabili.

Secondo i dati preconsuntivi diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, nel 2013 la stima del consumo interno lordo di gas in Italia è stata di 70,1 Gmc (70,1 miliardi di metri cubi di gas a 38,1 MJ/mc): in pratica si tratta del terzo anno consecutivo di calo e un ritorno ai valori del 1999-2000. Nella tabella i consumi, l’importazione e la praduzione nazionale di gas dal 1997 al 2013.

Come si vede la produzione nazionale di gas è in calo costante per il continuo esaurimento dei giacimenti, in gran parte offshore. Nell’anno del picco produttivo (1994) era di 20,6 Gmc (16,7 Mtep), mentre oggi è di appena 7,7 Gmc.

Oggi le riserve certe di gas in Italia secondo il MiSE, per lo più presenti nell’area dell’alto Adriatico, ammonterebbero a 56,2 Gmc e quelle probabili in 58,5 Gmc.  Al ritmo di estrazione medio degli ultimi cinque anni, le sole riserve certe basterebbero quindi per continuare a produrre per poco meno di 7 anni.

Per quanto riguarda i consumi di gas per la produzione di energia elettrica, che come vediamo dalla tabella hanno quote sul totale che vanno dal 29% del 2002 al 40,3% del 2007 e del 2008, nel 2013 sono stati pari ad appena 21,2 Gmc, una calo di oltre il 15% sul 2012 e il trend resterà in discesa anche nel 2014.

Pertanto il consumo di gas per il settore termoelettrico italiano risulta essere calato di circa 9 miliardi di m3 dal 2010, tornando così ai livelli più o meno del 2002. Oggi il termoelettrico richiede circa il 30% dei consumi di gas naturale.

Nel grafico sotto si riportano i consumi settoriali di gas naturale. Come si vede, dal punto di massimo consumo del 2005, la domanda complessiva è diminuita quasi del 20% (16 miliardi di mc). Ma mentre negli usi civili questa è rimasta stabile, ad oggi la riduzione è stata di circa un terzo sia per gli usi industriale che per la generazione elettrica.

Come segnala la Relazione annuale dell’Autorità, se invece si prende a riferimento il 2000, anno della liberalizzazione, “si osserva che i livelli di consumo sono rimasti complessivamente invariati (-2%), ma la composizione settoriale mostra che la stabilità è stata garantita dalla sostituzione dei consumi civili (cresciuti di oltre un quinto) a quelli industriali (crollati di quasi un terzo) e, in misura minore, a quelli del termoelettrico (diminuiti del 7% circa)”.

Questo andamento dei consumi di gas è molto legato alla crisi economica e alla crescita all’interno del sistema elettrico del peso delle rinnovabili. Ci sarebbe molto da dire sulle scelte strategiche del recente passato e soprattutto di quelle che condizionano il presente e del prossimo futuro, ma si aprirebbe un ampio capitolo svilupperemo in altre occasioni.

Come anticipato, un segnale dell’incapacità di programmare anche nel breve periodo lo possiamo cogliere da alcuni dati presenti in questo testo, ancora pubblicato sul sito di Enel (dati confermati a suo tempo anche da Eni), risalente all’agosto del 2010, dunque appena 4 anni fa:

Circa l’andamento futuro, tutte le previsioni confermano le tendenze registrate negli ultimi anni. In un contesto caratterizzato da una crescente domanda elettrica, è infatti prevista una graduale diminuzione dei consumi di petrolio (dall’attuale 43% al 35% nel 2020), una sostanziale stabilità dei combustibili solidi (8,7% nel 2006) ed un ulteriore significativo aumento dei consumi di gas, che già nel 2013 è atteso divenire la principale fonte energetica italiana e al 2020 dovrebbe coprire circa il 41% del fabbisogno nazionale. In tale anno, secondo le stime contenute nelle ‘Previsioni energetiche e petrolifere italiane 2008-2020’ dell’Unione Petrolifera, la domanda nazionale di gas sarà di circa 100 Gmc”.

Cioè già ora stiamo di fronte ad un divario di 30 Gmc, gap che probabilmente a fine 2014 sarà anche maggiore. Comunque difficilmente torneremo in 5-6 anni ai consumi del 2005/2008, cioè intorno agli 85 Gmc. O chissà, forse mai più.

Questi ultimi sarebbero i dati su cui si stanno facendo scelte importanti sulle “strategie energetiche” da adottare e sulle infrastrutture da realizzare che ci impegneranno per decenni?

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