Descalzi, Ad Eni, indagato per maxi tangente da 200 milioni di dollari

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Il neo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è indagato con l'ipotesi di corruzione internazionale sull’acquisizione nel 2011 di un campo di esplorazione petrolifera a largo della Nigeria. Con lui indagati l’ex Ad Paolo Scaroni, il nuovo capo della Divisione esplorazioni, Roberto Casula e Luigi Bisignani.

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Il neo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è indagato dalla Procura di Milano con l’ipotesi di corruzione internazionale sull’acquisizione nel 2011 da parte del gruppo di, un campo di esplorazione petrolifera a largo della Nigeria.

Descalzi sarebbe sotto inchiesta in relazione a una concessione petrolifera in Nigeria, la Opl 245, acquisita dal gruppo nel 2011, e per la quale sarebbe stata pagata una tangente da oltre 200 milioni di dollari (un quinto del totale pagato al governo nigeriano), in relazione alla quale la Corte di Londra avrebbe effettuato un sequestro preventivo per 190 milioni di dollari ad un intermediario nigeriano, residente in Inghilterra.

Insieme a Descalzi sono indagati l’ex Ad Paolo Scaroni, il nuovo capo della Divisione esplorazioni, Roberto Casula e Luigi Bisignani. Dalle intercettazione di quest’ultimo era già emerso il suo intervento con l’ex numero Scaroni e con Descalzi per la vendita a Eni della concessione che si stima abbia riserve pari a 500 milioni di barili equivalenti di petrolio.

Eni ribadisce in una nota la sua estraneità da qualsiasi condotta illecita. Eni afferma di  aver stipulato gli accordi per l’acquisizione del blocco unicamente con il governo Nigeriano e la società Shell (che avrebbe pagato circa 200 milioni di dollari). E in particolare l’intero pagamento per il rilascio a Eni e Shell della relativa licenza, dice Eni, è stato eseguito unicamente al governo nigeriano.

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