Taglia-bollette: bond A3 bocciati, rientra spalma-incentivi obbligatorio?

L'ipotesi di ridurre la componente A3 della bolletta tramite l'emissione di bond sembra non essere percorribile: Istat e Bankitalia l'avrebbero bocciata perché rischia di gravare sul debito pubblico in base alle regole Eurostat. Torna l'ipotesi spalma-incentivi obbligatorio.

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L’ipotesi di ridurre la componente A3 della bolletta tramite l’emissione di bond sembra non essere percorribile. A quanto riportano voci di corridoio, sia Istat che Bankitalia avrebbero bocciato l’opzione perché i bond del Gse, così come l’alternativa della cartolarizzazione, in base alle regole Eurostat rischiano di gravare sul debito pubblico.

Lo Sviluppo Economico – riporta Quotidiano Energia – sarebbe quindi orientato a riprendere in mano lo spalma-incentivi obbligatorio sugli impianti fotovoltaici già esistenti sopra i 200 kW, allungando da 20 a 25 anni il periodo di incentivazione, con la relativa riduzione dell’incentivo annuo. Per le banche sarebbe prevista la possibilità di coprire la differenza con dei finanziamenti, ma gli istituti sono preoccupati dei tagli retroattivi e chiedono una garanzia della Cdp, se non addirittura una garanzia diretta dello Stato. In alcuni ambienti è saltata fuori anche l’ipotesi di affidare il bond alla Cassa conguaglio del settore elettrico, ma non è ben chiaro se il MiSE abbia valutato l’opzione.

Come sappiamo, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha annunciato che il pacchetto di misure per sarà presentato il 20 giugno.

AssoRinnovabili, pur non condividendo le ragioni per cui non è stata accolta la soluzione dell’emissione del bond, “che avrebbe ridotto le bollette delle PMI in modo efficace senza colpire il settore delle rinnovabili”, ha inviato al Governo una nuova soluzione alternativa che, attraverso una dilazione dei pagamenti degli incentivi, sgraverebbe la componente A3 per una cifra di oltre 700 milioni. “Tale soluzione – spiega una nota – essendo finanziata dai produttori, non richiede assunzione di debito né da parte del GSE, né da parte di altri enti.” L’associazione ribadisce la totale contrarietà a qualsiasi misura retroattiva che danneggerebbe il paese, le imprese del settore, in gran parte PMI, e i lavoratori.

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