Tariffa elettrica progressiva per l’efficienza energetica

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Uno schema tariffario progressivo nel domestico è coerente con i consumi legati alle elettrotecnologie: eliminare la progressività equivale a offrire un prezzo marginale scontato per qualsiasi uso finale, anche poco efficiente. L'esempio California. Un articolo di Lorenzo Pagliano e Andrea Roscetti dell’end-use Efficiency Research Group del Polimi.

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Da più parti è stato proposto di introdurre tariffe elettriche “piatte” per utenti domestici che utilizzino auto elettrica, pompa di calore e cottura a induzione al posto dell’attuale D2 che ha la caratteristica di essere progressiva col consumo. Con la tariffa D2 il prezzo del kWh varia col consumo: è basso nella prima tranche di consumo mensile e cresce nelle tranche di consumo successive, fornendo così un segnale di prezzo chiaro verso l’efficienza energetica.

Poiché il prezzo dei kWh risparmiati è sempre quello degli ultimi, i più cari, il tempo di ritorno di un investimento in tecnologie efficienti, come ad esempio in un frigorifero ad alta efficienza, è dimezzato rispetto al caso di una tariffa piatta.

La bolletta non è più alta che in altri paesi Europei, poiché ciò che forma la bolletta è il prezzo medio, e questo è in linea con la media europea e inferiore a quelli di paesi come la Danimarca, dove il prezzo dell’energia elettrica è mantenuto tutto a livello della nostra tranche più cara, per motivi ambientali e di promozione del risparmio.

L’Italia è tutt’altro che sola ad adottare questo schema tariffario nel settore domestico: è presente in paesi industrializzati e altamente innovativi come parte degli Stati Uniti (ad esempio la California), alcune province canadesi, il Giappone, la Corea del Sud, il Belgio, o paesi in forte sviluppo come la Cina o l’India, e nazioni africane e sud americane.

La progressività della tariffa riflette inoltre i costi, che sono crescenti con il consumo: all’aumentare del consumo, l’impatto ambientale e suoi costi crescono, e progressivamente occorre eseguire investimenti in nuovi impianti di generazione e nelle reti, e sostenerne i costi.

In queste poche righe consideriamo un solo esempio. Qual è uno dei paesi faro per la promozione e sviluppo dell’auto elettrica? La California. Qual è uno dei paesi faro per un utilizzo reale degli smart meter che permette a tutti gli utenti di visualizzare su web il loro consumo orario e giornaliero e in quale tranche della tariffa progressiva si trovano a un dato momento e regolarsi di conseguenza con comportamenti e investimenti in efficienza? Sempre la California. Si vedano le figure 1 e 2 e si noti la completezza del servizio offerto: i consumatori possono richiedere di essere informati per sms, mail o telefono quando passano a una tranche di prezzo superiore.

Nessuna incoerenza tra questi due aspetti. I consumatori che adottano elettrotecnologie consumano più corrente elettrica, impegnano più potenza, richiedono sicurezze più elevate di quanto è possibile con la struttura fisica presente di cui sono dotati la grande maggioranza dei consumatori domestici. L’upgrade include un contatore e sicurezze separati, per esempio per la ricarica dell’auto elettrica, se si decide di realizzarla a casa piuttosto che in una stazione di ricarica apposita esempio).

Le aziende elettriche californiane offrono dunque, coerentemente, una tariffa progressiva che incrementa il livello di attenzione degli utenti sui consumi e li aiuta a evitare sprechi come l’utilizzo di elettrodomestici e illuminazione inefficienti, e parallelamente un’infrastruttura di alimentazione, sicurezza e metering separato per le elettrotecnologie a forte impegno di potenza ed energia.

I risultati? I consumi medi annuali delle famiglie californiane si sono stabilizzati a partire dagli anni ’90, mentre quelli della famiglia media americana sono cresciuti costantemente, e a oggi lo scarto medio è di oltre 1.320 kWh/anno, come mostrato in figura 3 (fonte: US Energy Information Agency e US Census Bureau), grazie alla sinergia di questo e altri meccanismi rivolti all’efficienza energetica. Famiglie numerose o utenti particolari (per esempio dializzati a casa) possono ricevere sostegno, molto più coerentemente, con sistemi di redistribuzione del reddito consolidati, controllati (assegni familiari, sostegno malattia specifico) ed efficaci perché mirati.

Allo stesso tempo i consumatori ricevono un reale servizio di informazione sui propri consumi, che gli utenti italiani di elettricità e gas non hanno ancora a disposizione nonostante i costi sostenuti negli ultimi anni: su questo occorrerebbe riflettere seriamente. Un progetto europeo (www.eu-gugle.eu) si propone tra l’altro di promuovere visualizzazione trasparente in tempo reale per gli utenti.

Le politiche di promozione di tecnologie efficienti sono già disponibili in Italia, e con la spinta della applicazione della Direttiva Efficienza possono essere potenziate, rese più efficaci (certificati di efficienza energetica e detrazioni fiscali) e fatte uscire dall’attuale situazione di incredibile sottoutilizzazione come nel caso del Conto Termico. Questo permetterebbe di offrire ai cittadini un quadro chiaro di incentivi, in cui le tecnologie sono premiate secondo i loro effettivi meriti energetici e ambientali.

Eliminare la progressività equivale a offrire un prezzo marginale scontato per qualsiasi uso finale: tecnologie efficienti, tecnologie inefficienti, usi inappropriati. Nuocendo in questo anche alle elettrotecnologie migliori: quella più inefficiente, consumando più energia, riceverà di fatto uno sconto maggiore in bolletta.

Nota della redazione:

Il dibattito sull’eliminazione della progressività della tariffa elettrica, anche in rapporto ad uno spostamento verso l’elettricità dei consumi, in queste ultime settimane è stato molto vivace. Su queste pagine punti di vista opposti a quelli di Pagliano e Roscetti, ad esempio, sono stati esposti rispettivamente da Maria Pia Saraceno, presidente, di Ref-e e da Massimo Gallanti di RSE.

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