Minieolico: in accelerazione, ma verso l’incertezza

  • 13 Maggio 2014

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Il minieolico in Italia accelera, con 12 MW di installato negli ultimi 12 mesi. Ma per il futuro c'è forte incertezza vista la prospettiva di un precoce esaurimento degli incentivi. La disponibilità di risorse residuali dopo quest’ultima tornata di aste e registri dovrebbe ammontare ad almeno 0,4 mld di euro dei 5,8 disponibili.

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Il settore del minieolico in Italia mostra una sensibile accelerazione nel suo trend di crescita, con 12 MW di installato negli ultimi 12 mesi e più di 210 nuove turbine, di taglia fino a 200 kW. È questo il dato (vedi presentazione in allegato e grafici sotto) comunicato da Luca De Carlo, responsabile Ingegneria del GSE, nel corso del Convegno organizzato dal CPEM “Il Minieolico in Italia. Progettare il futuro”, tenutosi venerdì 9 maggio a Solarexpo-The Innovation Cloud 2014, a Fiera Milano.

Con una crescita del 50%, la potenza complessivamente installata in Italia supera i 35,3 MW, con 643 impianti, di cui un terzo beneficia degli incentivi del DM del 6/7/2012. Il 90% dell’installato si distribuisce in egual misura nelle due fasce di potenza 20-60 kW e 60-200 kW, mentre la parte residuale riguarda le miniturbine sotto i 20 kW.

I dati del GSE confermano la concentrazione geografica del minieolico nelle regioni Puglia, Basilicata e Campania che, insieme, assorbono due terzi della potenza installata e poco più del 60% degli impianti realizzati. In particolare la Basilicata con il 25% dell’installato si avvicina al dato della Puglia (31%) anche se con un numero decisamente inferiore di impianti (13% contro il 36%), per via del gran numero di progetti lucani di aerogeneratori da 200 kW, entrati in posizione utile nel primo registro.

Qualche notizia rassicurante è arrivata dalle stime di De Carlo, circa la disponibilità di risorse residuali che, dopo quest’ultima tornata di aste e registri, potrebbe ammontare ad almeno 0,4 mld di euro dei 5,8 mld disponibili, per poter soddisfare gli investimenti riguardanti gli impianti ad accesso diretto per quest’anno e buona parte del successivo.

Per quanto riguarda i contenuti del convegno, dopo un’analisi delle criticità delle rinnovabili in Italia illustrata da GB Zorzoli del Coordinamento FREE, moderatore del Convegno,  Carlo Buonfrate, presidente di CPEM ha sottolineato lo stato di incertezza per gli investitori, derivante da una prospettiva di precoce esaurimento degli incentivi.

Il Presidente di CPEM riportava infatti gli umori tra operatori e investitori del settore, non solo del minieolico, circa il persistere di un quadro di incertezza e di stravolgimento delle regole, con il rischio che gli investimenti in rinnovabili possano subire un forte rallentamento. A tal proposito Buonfrate ha preannunciato la definizione di una proposta dell’associazione per un nuovo regime degli incentivi post-2015 che possa aiutare un clima di maggior fiducia tra gli investitori.

Tra gli interventi tecnici quello di Lorenzo Battisti dell’Università di Trento, che si è unito alla denuncia di Buonfrate circa la proliferazione di macchine rigenerate, vera e propria minaccia alla credibilità del settore, da contrastare anche con il blocco degli incentivi. Tra i tecnici anche Simone Mariga di Espe (Le best practice nella costruzione di aerogeneratori) e Angelo D’Ettore di Cartflow (Pale eoliche in one-shot, la tecnologia di nuova generazione).

La questione della bancabilità degli impianti eolici di piccola taglia è stata affrontata da Pasquale Sinatra, di AscomFidi Piemonte, che ha sottolineato il grande interesse verso questo promettente settore, a garanzia del quale vengono messe a disposizione importanti risorse, destinate a tradursi in finanziamenti più fluidi, soprattutto se saranno attuate le cautele evidenziate da Luca Aprati di Protos.

Moltissime domande dal numeroso pubblico presente in sala hanno affrontato tematiche tecniche e amministrative.

La presentazione di De Carlo del GSE (pdf)

 

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