Cosa succede in Italia sul mercato secondario del fotovoltaico?

Nel 2013 il mercato secondario del fotovoltaico italiano ha fatto registrare una contrazione, ma per l'anno in corso è previsto un nuovo aumento delle transazioni, con prezzi in calo e una crescente attenzione all'ottimizzazione delle prestazioni degli impianti esistenti. L'analisi dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.

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Gli impianti più grandi e redditizi sono già stati venduti negli anni scorsi, per cui nell’anno da poco concluso il mercato secondario del fotovoltaico in Italia ha fatto registrare una contrazione, ma per l’anno in corso è previsto un nuovo aumento delle transazioni, con prezzi in calo e una crescente attenzione al ottimizzazione delle prestazioni degli impianti esistenti. E’ questa la fotografica del mercato secondario del fotovoltaico italiano, uno dei più attraenti al mondo, che emerge dall’ultima edizione del Solar Energy Report, che l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha presentato da poco (in basso il link per scaricarlo).

Nel 2013 in Italia si sono effettuate operazioni di compra-vendita per circa 187 MW di potenza complessiva, distribuita su circa 90 impianti fotovoltaici. Il totale della potenza transata sul mercato secondario in Italia si è ridotto del 30% rispetto al 2012. Un calo che si è concentrato soprattutto nelle compra-vendite di impianti molto grandi (quelli superiori ai 10 MW) e relativamente piccoli (quelli sotto ai 2 MW), mentre le transazioni si sono focalizzate su impianti di taglia intermedia, compresi cioè tra 2 e 10 MW, per i quali risulta pressoché triplicato il valore della potenza complessivamente scambiata sul mercato.

La concentrazione degli investitori su impianti di taglie intermedie – si spiega – è ascrivibile principalmente a tre fattori:

  1. l’esaurimento della disponibilità di grandi impianti e portafogli superiori ai 10 MW sul mercato, che erano invece stati oggetto di transazione nel corso del 2011 e del 2010;
  2. il fatto che i titolari di impianti tra i 2 e i 10 MW siano spesso disposti a vendere per monetizzare gli investimenti effettuati;
  3. la momentanea riduzione di interesse per gli impianti di taglia prossima e al di sotto del MW, a causa del contesto normativo in continuo cambiamento e retroattivi della riforma dei Prezzi Minimi Garantiti (per un bilancio dei vari interventi normativi si veda qui).

Cala anche il controvalore economico complessivo delle transazioni registrate sul mercato secondario: in contrazione del 45% tra il 2012 e il 2013, quale risultato della già citata riduzione dei volumi scambiati (-30%) e del prezzo medio complessivo sceso del 21%. Il prezzo delle transazioni risulta fortemente influenzato dalla taglia dell’impianto (con impianti al di sotto del MW che godono di un premium price per ragioni legate alla tariffa incentivante), dal sistema di incentivazione (che risulta il driver più importante nella determinazione del prezzo) e dalle modalità di finanziamento (che influiscono in maniera determinante sui margini di negoziazione tra domanda e offerta). A questi fattori si aggiungono ovvi fenomeni legati alla specificità degli investitori con le società di investimento che presentano spesso prezzi di offerta inferiori alla media di un valore pari a circa il 10% e con i soggetti industriali, più interessati a monetizzare gli investimenti effettuati in passato, che generalmente richiedono prezzi più allineati con i valori medi di mercato.

In prospettiva – prevedono gli autori del report – è ragionevole attendersi un’ulteriore contrazione dei prezzi medi degli impianti transati sul mercato secondario. A spingere i prezzi in basso, gli effetti dei recenti provvedimenti retroattivi come la revisione dei PMG e l’aggiornamento degli aspetti fiscali, ma anche il fatto che le transazioni riguardano sempre di più impianti con incentivazioni più basse, come quelli del IV e del V Conto Energia.

Secondo il report, il volume delle transazioni tornerà però a crescere, grazie al riallineamento dei valori di prezzo tra domanda e offerta, con i venditori interessati a monetizzare i propri investimenti che saranno costretti a rimodulare le proprie richieste a valle del nuovo contesto. Ci sarà inoltre una maggiore attenzione da parte dei soggetti investitori alle attività di ottimizzazione degli impianti esistenti attraverso un ricorso ad interventi di revamping di tipo correttivo e migliorativo, in cui assume un ruolo sempre crescente la figura dell’O&M provider (si veda anche la nostra recente intervista sul mercato italiano dell’O&M all’analista Cedric Brehaut).

L’ultima edizione del Solare Energy Report

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