Rinnovabili elettriche, investimenti in calo ma l’avanzata continua

Nonostante investimenti in calo, le rinnovabili, grande idroelettrico escluso, hanno costituito il 44% della nuova potenza installata nel 2013, fornendo l'8,5% dell'elettricità mondiale. Al netto delle sostituzioni per decommissioning le rinnovabili hanno attratto circa il doppio di investimenti rispetto alle fossili. I dati del "Global Trends in Renewable Energy Investment 2014".

ADV
image_pdfimage_print

Nonostante il volume degli investimenti sia calato, nel 2013 le rinnovabili elettriche hanno continuato la loro corsa. Escludendo il grande idroelettrico hanno costituito il 44% della nuova potenza installata e hanno fornito l’8,5% dell’elettricità mondiale. Grazie alle rinnovabili si sono evitate emissioni per 1,2 miliardi di tonnellate di CO2, riducendo del 12% quel gap da colmare per avere buone probabilità di fermare il riscaldamento globale entro la soglia critica dei 2 °C. Il dato arriva dall’ultima edizione del  rapporto annuale del  Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), “Global Trends in Renewable Energy Investment 2014” (executive summary allegato in basso).

Nell’anno da poco concluso, si legge nel rapporto stilato dalla Scuola di Francoforte in collaborazione con Bloomberg New Energy Finance, si sono investiti  in rinnovabili (grande idroelettrico escluso) 214,4 miliardi di dollari, il 14% in meno di quanto speso nel 2012 e il 23% in meno rispetto al 2011. Allìorigine del calo c’è l’incertezza politica ed economica in molti paesi, ma anche la diminuzione dei prezzi del fotovoltaico.

In questo settore, infatti, a fronte di un decremento del 20% negli investimenti (vedi grafico sotto), da 135,6 miliardi nel 2012 a 114 miliardi nel 2013, si è registrata una crescita del 26% nell’installato annuale: dai 31 GW del 2012 ai 39 GW del 2013. Sostanzialmente stabili gli investimenti in eolico, calati dell’1%, scesi del 28% quelli nel settore delle biomasse (8 miliardi) e del 26% quelli biocarburanti (5 miliardi). In calo anche gli impianti idroelettrici sotto i 50 MW (-16% per 5 miliardi di $ di investimenti), mentre il geotermico ha registrato un +38% con 2,5 miliardi di $.

Un dato significativo è che nel 2013 per la prima volta la Cina ha investito in energie rinnovabili più dell’intera Europa. Nel gigante asiatico, c’è stato un decremento del 6%, che ha portato a 56 miliardi di $ il totale degli investimenti in rinnovabili, mentre nel vecchio continente c’è stato un vero e proprio crollo: -44%, che ha portato la cifra investita a 48 miliardi. E’ cresciuta invece del 26% la spesa per le rinnovabili in America – Usa e Brasile esclusi – arrivando a 12 miliardi, mentre in Giappone grazie al boom fotovoltaico si è avuto un +80% negli investimenti in rinnovabili, portando il totale 2013 a 29 miliardi di $. Nel grafico l’andamento degli investimenti in fonti rinnovabili nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo negli ultimi anni:

Nel complesso nel 2013 si è investito di più in fonti fossili che in rinnovabili; anche includendo il grande idroelettrico (20 GW di nuova potenza e circa 35 miliardi nel 2013) la bilancia pende dalla parte delle fonti sporche: 270 miliardi di $ investiti contro i 227 delle rinnovabili. Ma il discorso cambia se dal conto si escludono le centrali che ne hanno rimpiazzate altre che sono state fermate: al netto delle sostituzioni per decommissioning le rinnovabili hanno attratto circa il doppio di investimenti rispetto alle fossili.

Le rinnovabili, si fa notare nel report, sono sempre più competitive anche senza incentivi. Un numero significativo di progetti di eolico e fotovoltaico, soprattutto in America Latina, come anche in Medio Oriente e Africa, viene ormai realizzato senza alcun tipo di sussidio, o perché preferibile ad opzioni più costose basate sulle fossili. Ad esempio in Cile si è realizzato un parco FV da 70 MW e 3 parchi eolici per un totale di 213 MW che competono senza alcun aiuto sul mercato elettrico spot.

Se gli investimenti sono calati sono andate invece molto bene le azioni delle società dell’energia pulita quotate in Borsa: dopo quattro anni e mezzo di declino il loro valore complessivo è salito del 54%. Un ritorno alla crescita dovuto al fatto che, dopo un periodo segnato da overcapacity e consolidamento, le aziende del fotovoltaico e dell’eolico hanno ricominciato a registrare profitti. Il 2013, riporta lo studio, ha visto aumentare l’interesse per l’energia pulita di investitori a lungo termine come fondi pensione e compagnie di assicurazione.

L’executive summary del report (pdf)

ADV
×