Consiglio UE, per obiettivi 2030 appiattito su Commissione e rinvio a ottobre?

Oggi Consiglio Europeo anche su Clima-Energia 2030. L'ultima bozza in circolazione delle conclusioni del vertice parla di una decisione da prendere “entro ottobre”, confermando in sostanza quanto proposto dalla Commissione: -40% di CO2 e 27% per le fonti rinnovabili senza obiettivi nazionali e nessun target su efficienza energetica.

ADV
image_pdfimage_print

Giorno decisivo per gli obiettivi 2030 europei su clima ed energia, uno degli argomenti di cui si sta discutendo al Consiglio UE che si conclude oggi. Mentre dall’Italia una ‘tempesta di tweet’, promossa da Greenpeace, si abbatte su Matteo Renzi per chiedere al premier di impegnarsi su tre obiettivi – taglio del 55% delle emissioni di CO2, 45% di quota di energia da fonti rinnovabili e all’aumento del 40% dell’efficienza energetica – le notizie che arrivano da Bruxelles fanno ridimensionare ambizioni e speranze.

A quanto si apprende dalla bozza delle conclusioni del Consiglio che sta circolando (allegata in basso, preparata il 19 e dunque che si spera possa subire miglioramenti), rimanderebbe, “al più presto possibile e comunque non più tardi di ottobre 2014”, la decisione sugli obiettivi (un piccolo miglioramento rispetto alla bozza precedente che prevedeva di decidere nel 2015), proponendo di confermare in sostanza la timida proposta della Commissione, che per il 2030 prevede un taglio del 40% delle emissioni, nessun target per l’efficienza energetica e per le rinnovabili un obiettivo del 27% a livello di UE e non declinato in target nazionali vincolanti.

Il documento parla anche “di un’evoluzione progressiva che renda più cost-effective e basati su meccanismi di mercato gli strumenti di supporto per le rinnovabili”, la stessa direzione tracciata dalla proposta della Commissione per le linee guida sugli aiuti di Stato per l’energia, e precisa che per ottenere la riduzione delle emissioni gli Stati possono ricorrere, oltre che alle rinnovabili ad “altre fonti locali di energia”. C’è poi un forte richiamo alla necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Unione europea, anche alla luce della crisi ucraina in corso.

Dunque, una riduzione della dipendenza dal gas russo che, stando ad un documento fatto circolare dalla Gran Bretagna, dovrebbe essere attuata oltre che con l’import da Usa e Medio-Oriente, anche sfruttando lo shale-gas in Europa: una delle cosidette “altre fonti locali di energia” che come da bozza potrebbero finire nelle conclusioni del Consiglio Europeo.

La bozza delle conclusioni (pdf)

ADV
×