Raccolta dati impianti FV: chiarimenti dal GSE, ma i dubbi restano

In merito alle richieste di chiarimenti pervenute da alcune associazioni di categoria sulla raccolta dati, il Gestore dei Servizi Energetici chiarisce che non sono tenuti a compilare il questionario i titolari di impianti fotovoltaici incentivati con il Conto Energia. Un chiarimento che difficilmente soddisferà gli operatori allo scontro con il GSE.

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​In merito alle richieste di chiarimenti pervenute da alcune associazioni di categoria (Qualenergia.it, Fotovoltaico, FREE contro la nuova richiesta di dati GSE), il Gestore dei Servizi Energetici ha pubblicato una news con cui conferma di aver avviato lo scorso 6 marzo, come stabilito dal Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2012, la raccolta dei dati statistici per l’anno 2013 rivolta ai titolari di impianti fotovoltaici e di impianti alimentati da altre fonti di potenza inferiore a 200 kW.

A tal proposito si conferma che non sono tenuti a compilare il questionario i titolari di impianti fotovoltaici incentivati con il Conto Energia, poiché il GSE utilizza direttamente i dati presenti nei propri sistemi operativi. I dati raccolti sono finalizzati a rilevare, in modo opportuno e per finalità statistiche, le principali caratteristiche dei suddetti impianti, non reperibili in modo completo attraverso sistemi informativi gestiti dal GSE o da altri soggetti terzi.

Tale attività, avviata già dal 2012, ha permesso al GSE di ottenere, grazie ai dati acquisiti dagli operatori, un quadro statistico completo del settore delle rinnovabili. La raccolta dei dati si inquadra in quella più generale del monitoraggio statistico, economico e ambientale dello sviluppo delle energie rinnovabili affidata al GSE dal Decreto legislativo 28/11. In particolare il GSE, tenuto conto delle norme stabilite in ambito SISTAN e EUROSTAT, organizza e gestisce il sistema nazionale per il monitoraggio dello sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia.

Si evidenzia che il GSE, per effettuare tale rilevazione, ha messo a disposizione degli operatori sul proprio sito internet un’apposita piattaforma informatica dedicata; il supporto è garantito anche attraverso la casella di posta elettronica [email protected], il contact center (800 16 16 16) e il canale Twitter (@GSErinnovabili).

Un chiarimento diramato da poche ore che difficilmente soddisferà gli operatori: come aveva osservato il Coordinamento FREE, infatti, anche per impianti non incentivati il GSE avrebbe potuto reperire i dati per altre vie, nei casi in cui si tratti di dati recuperabili. Nella maggioranza dei casi questi impianti operano in regime di scambio sul posto sulla base di una specifica convenzione, per cui le relative informazioni sono già in possesso del GSE. Qualora una sparuta minoranza di produttori abbia deciso, peraltro lecitamente, di non avvalersi dello scambio sul posto, tali informazioni sono nella disponibilità di Terna, attraverso il sistema Gaudì.

Il valore di energia immessa in rete, quindi, sarebbe ottenibile da parte del GSE direttamente dal responsabile delle misure (generalmente il distributore di rete). Tali misure vengono peraltro già fornite nell’ambito dell’erogazione dei conguagli economici previsti dalla citata convenzione di scambio sul posto. Viceversa, poiché a seguito dell’esaurimento delle tariffe incentivanti, il valore di energia prodotta nei piccoli impianti non viene più raccolto, i relativi dati sono irrecuperabili, e quindi non è possibile calcolare l’energia autoconsumata. Resta poi il problema delle tempistiche: il termine di 15 giorni concesso agli operatori di impianti per la raccolta è troppo breve, lamentano i tecnici.

Insomma la polemica sulla richiesta dati non sembra finire qui, come si vede su twitter cercando l’hashtag #GSEtiranno

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