Fotovoltaico, FREE contro la nuova richiesta di dati GSE

  • 10 Marzo 2014

Il 6 marzo il GSE ha chiesto la collaborazione degli operatori per raccogliere dati riguardanti impianti fotovoltaici privi di tariffe incentivanti. Una richiesta di dati per il 2013 che ha suscitato obiezioni da parte del Coordinamento FREE: “perché si tratta di dati in parte già disponibili altrove, in parte irrecuperabili”.

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Il 6 marzo il GSE ha pubblicato sul proprio portale una ‘news’ relativa all’implementazione del sistema di raccolta dati prevista da precedenti normative, da applicarsi agli impianti fotovoltaici privi di tariffe incentivanti, con la quale richiede di inserire, tramite il portale informatico, dati relativi all’anagrafica del produttore, all’utenza associata all’impianto di produzione, all’ubicazione e ai dati tecnici dell’impianto, all’energia mensilmente immessa in rete e autoconsumata.

Una richiesta che ha suscitato obiezioni da parte di FREE, il coordinamento delle associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Gli impianti interessati alla raccolta statistica – fa notare il coordinamento in una nota – pur essendo privi di incentivi, nella maggioranza dei casi operano in regime di scambio sul posto sulla base di una specifica convenzione, per cui le relative informazioni sono già in possesso del GSE. Qualora una sparuta minoranza di produttori abbia deciso, peraltro lecitamente, di non avvalersi dello scambio sul posto, tali informazioni sono nella disponibilità di Terna, attraverso il sistema Gaudì.

Il valore di energia immessa in rete è ottenibile da parte del GSE direttamente dal responsabile delle misure (generalmente il distributore di rete). Tali misure vengono peraltro già fornite nell’ambito dell’erogazione dei conguagli economici previsti dalla citata convenzione di scambio sul posto. Viceversa, poiché a seguito dell’esaurimento delle tariffe incentivanti, il valore di energia prodotta nei piccoli impianti non viene più raccolto, i relativi dati sono irrecuperabili, e quindi non è possibile calcolare l’energia autoconsumata.

Ora, a due anni dalla pubblicazione delle normative cui fa riferimento, il GSE chiede retroattivamente per l’anno 2013 dati in parte già disponibili altrove, in parte irrecuperabili, lasciando ai cittadini solo 15 giorni per rispondere a un elenco particolareggiato di dati, che oltretutto non trova un puntuale riscontro nelle normative cui il GSE si riferisce. Per questo – auspica FREE – è bene che il GSE sospenda l’esecutività di questa richiesta e apra un tavolo di confronto per trovare una soluzione praticabile per i proprietari di piccoli impianti.

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