Come raccogliere finanziamenti privati per progetti solari termici di grande dimensione

Realizzare impianti solari termici di grande dimensione per vendere kWh di calore richiede un investimento importante. Con il modello di "crowd funding” singoli investitori privati possono contribuire per dare a questi progetti lo slancio necessario per superare le difficoltà legate al costo iniziale, restituendo ai risparmiatori un interesse consistente.

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La crisi economica sta colpendo duro anche sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Con la colpevole complicità di politiche miopi e improntate a una austerità certamente non “capace di futuro”, incentivi e analoghi strumenti di supporto alle rinnovabili vengono cancellati o rivisti (al ribasso) quotidianamente non solo in Italia, ma anche in molti altri paesi europei.

Come si sa, le fonti energetiche rinnovabili sono, nella quasi totalità dei casi, un combustibile gratuito e il loro costo si concentra nella fase di investimento. Ciò spesso costituisce una barriera e, soprattutto in tempi di difficile disponibilità di liquidi e di bassa propensione alla spesa, un ostacolo a volte quasi insormontabile. È chiaro, quindi, come sia necessario escogitare modelli innovativi di business che permettano di aggirare questo ostacolo e godersi i meritati frutti dell’energia gratuita e pulita che l’impianto genera poi durante la sua vita utile.

La società austriaca S.O.L.I.D., che si occupa di progettazione, realizzazione e gestione di impianti solari termici di grande taglia, ha recentemente messo in piedi un modello molto interessante che, se opportunamente testato e raffinato, potrebbe rivelarsi l’uovo di Colombo per lo sviluppo di impianti a energia rinnovabile.

L’elaborazione di questo modello ha avuto origine da una sempre maggiore difficoltà che questo service provider ha incontrato nell’operare come società di servizi energetici (ESCO). Molti sono gli impianti che essa ha realizzato e ancora gestisce vendendo i kWh di calore prodotti da impianti solari termici di grande dimensione, spesso interfacciati con la locale rete di teleriscaldamento. Si tratta di una operazione che risulta tuttora conveniente per la ESCO che, grazie al calore venduto, rientra in pochi anni dell’investimento iniziale.

La vera barriera, però, è ora diventata, come tristemente noto anche nel nostro Paese, la possibilità per una piccola o media impresa di accedere facilmente al credito per la copertura dell’investimento iniziale. Si tenga conto che stiamo parlando di impianti dai 1.000 m2 in su di superficie captante di collettori solari, per un investimento minimo attorno ai 500.000 Euro.

SOLID ha pensato allora di superare questo ostacolo lanciando un nuovo modello di investimento che coinvolga direttamente i cittadini: il cosiddetto “SOLID Invest”. In questo modello, il singolo può acquisire una quota dell’impianto solare termico in progetto, sia che il cittadino ne sia poi un utente sia nel caso in cui l’impianto venga realizzato in un’altra zona o, addirittura, in un’altra nazione.

In realtà, il modello è più articolato di quello che potrebbe sembrare a una prima descrizione. Gli stakeholder coinvolti sono numerosi e diversificati: la società di investimento, gli acquirenti dell’energia prodotta, l’autorità di supervisione del mercato finanziario, gli investitori privati, le autorità pubbliche e le banche private.

La SOLID International è la società che riceve il prestito dagli investitori, gestisce il capitale e supervisiona il lavoro delle ESCO. Essa, inoltre, versa l’interesse annuale agli investitori e restituisce le somme investite alla chiusura del contratto, la cui durata minima è di cinque anni.

I singoli investitori privati, il vero cuore pulsante dell’iniziativa, sono stati raggiunti tramite eventi mirati di marketing locale e campagne sui media. Le cifre investite da ogni partecipante vanno da un minimo di 2.000 fino a un massimo di 16.000 euro, numeri determinati dalla possibilità di detrazione fiscale di somme di questa entità, in base alle normative austriache. L’interesse annuale versato agli investitori è davvero interessante e raggiunge il 4,5%.

Nei primi esempi ora in sviluppo, gli acquirenti dell’energia prodotta saranno la utility operante nella regione austriaca della Stiria, una grande industria e un’azienda fornitrice di calore. Il ruolo più importante di questi soggetti è quello di garantire una capacità di acquisto in un periodo che va dagli 8 ai 20 anni.

Per il piano finanziario delle ESCO, si suppone che la parte di “crowd funding” degli investitori privati copra in equity il 15÷20% dell’investimento totale. La quota rimanente deve essere sostenuta principalmente da un prestito bancario, con un contributo anche di investimenti pubblici e da parte degli acquirenti dell’energia prodotta.

Al momento, il capitale raccolto tramite “crowd funding” è di 1.400.000 €, molto vicino all’obiettivo della prima fase, fissato a 1,5 milioni di Euro, somma necessaria per sbloccare tutti i progetti di impianti in stand-by a causa della mancanza di fondi. Se questa somma rappresentasse il 15% dell’investimento totale, ciò consentirebbe di realizzare un investimento complessivo pari a circa 10 milioni di Euro che, con un costo specifico medio di 500 €/m2, porterebbe all’installazione di 20.000 m2 di impianti solari termici.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.solid.at/invest anche se, al momento, i dettagli sono riportati solo in tedesco. A breve, però, il tutto sarà tradotto anche in inglese.

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