Cancellazione Acquirente Unico e privatizzazione GME, gli aggiornamenti

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L' emendamento pro-lobby elettrica, al momento non si è materializzato. Potrebbe rientrare in gioco al passaggio in Senato. Intanto arrivano importanti dichiarazioni: per il presidente dell'Aeeg “è un fulmine a ciel sereno”, mentre il capogruppo PD in commissione Attività Produttive parla di “polemica inutile” ma disapprova i contenuti.

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Ieri abbiamo riportato la notizia di un emendamento al decreto Destinazione Italia che implicherebbe la cancellazione dell’Acquirente Unico – e  dunque lo stravolgimento del regime di maggior tutela  – e la privatizzazione della Borsa elettrica (QualEnergia.it, Destinazione Italia, colpo di mano contro consumatori e rinnovabili).

L’emendamento “fantasma”, del quale abbiamo visto il testo (qui in pdf), contrariamente a quanto ci si aspettava, ieri pomeriggio non è stato depositato.  Il decreto ha ottenuto il via libera delle commissioni riunite e ora è all’esame della Camera dove probabilmente si ricorrerà alla fiducia.  Successivamente passerà all’esame del Senato e lì l’emendamento che sembra scritto dalla lobby elettrica potrebbe rientrare in gioco.

Intanto arrivano importanti dichiarazioni in merito. Il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni , in un commento raccolto dalla stampa a margine di un convegno questa mattina, ha definito l’emendamento “un fulmine a ciel sereno che si commenta da solo. Non sono cose che si fanno“. Sulla maggior tutela, ha aggiunto, “serve un dibattito serio che dovrebbe portare a una riflessione su come riformare il settore, senza procedere a colpi di emendamento”. Quanto alla privatizzazione del GME, Bortoni commenta: “Viene fuori ogni tanto: noi non ci esprimiamo mai sulla proprietà ma il GME sta facendo un ottimo lavoro”.

Parla invece di polemiche infondate, pur prendendo le distanze dai contenuti dell’emendamento, il capogruppo del PD in commissione Attività Produttive della Camera, Gianluca Benamati: “Stanno circolando informazioni su un inesistente emendamento al decreto ‘Destinazione Italia’ teso a mortificare le prerogative dell’Acquirente Unico, a danneggiare i consumatori e a favorire delle non meglio identificate lobby industriali. Per quanto riguarda il gruppo PD nell’Attività Produttive – sottolinea in una nota – nulla di tutto questo è stato trattato in commissione durante l’esame del decreto, né in questa direzione vanno le volontà del gruppo per il passaggio in aula. Resta il rammarico di polemiche infondate nate senza alcun  vero riscontro dei fatti e con il solo fine di generare confusione”.

Il testo “fantasma”, ricordiamo, annulla le attività dell’Acquirente Unico, l’ente che compra l’energia all’ingrosso al prezzo più conveniente per conto di quei consumatori che non passano al mercato libero, ma restano al regime tutelato dell’Aeeg. Il regime di maggior tutela stesso, dunque, verrebbe stravolto: dato che ad approvvigionarsi sul mercato sarebbe direttamente l’operatore e non più l’Acquirente Unico, il prezzo determinato dall’Aeeg per chi non sceglie il mercato libero non potrà che avvicinarsi al costo di approvvigionamento dell’operatore meno efficiente. Diversamente avremmo un prezzo amministrato che causa una perdita ad un operatore del mercato, il che non può essere, perché si imporrebbe di rimetterci all’operatore, che è obbligato a offrire l’elettricità alle tariffe tutelate.

“Nei Paesi in cui è stata adottata una soluzione del tipo di quella contenuta nell’emendamento, i clienti che non avevano mai scelto il proprio fornitore sono diventati all’80% clienti, sul mercato libero, del fornitore a cui sono stati automaticamente trasferiti. Considerata la situazione specifica nel nostro paese, potremmo parlare di un sostanziale ritorno al monopolio. Senza dimenticare, quanto al transitorio di 2 anni, che dopo questo periodo non ci sarebbero più limiti per i venditori e sarebbe assai difficile intervenire anche per l’Antitrust”, commenta un analista anonimo sentito a da Quotidiano Energia.

Riguardo all’altro intervento dell’emendamento,  la privatizzazione del Gestore del Mercato Elettrico, cioè la Borsa elettrica, da realizzarsi entro fine anno, basti dire che si impone  che un mercato regolato anziché essere gestito da una parte terza finisca in mano a quegli stessi soggetti di cui dovrebbe essere arbitro. Il timore è che se la Borsa passasse sotto il controllo dei grandi dell’elettricità da fonti convenzionali questi potrebbero ridisegnare le regole in modo da limitare la scomoda concorrenza delle rinnovabili.

 

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