Prezzi minimi garantiti e incentivi carbone Sulcis, Autorità vs MiSE

In audizione alla Camera sul decreto 'Destinazione Italia' l'Autorità per l'Energia chiede di sopprimere la norma che elimina i prezzi minimi garantiti per le rinnovabili, quella che stanzia incentivi a carico delle bollette per una centrale a carbone nel Sulcis e quella che dispone la revisione delle tariffe biorarie per il servizio di maggior tutela.

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Il fatto che il Dl Destinazione Italia abolisse i prezzi minimi garantiti per tutti gli impianti a rinnovabili incentivati proprio proprio mentre l’Autorità per l’Energia emanava la sua riforma di questo meccanismo aveva fatto sorgere in molti concreti dubbi sul coordinamento tra regolatore e ministero della Sviluppo economico. Dubbi confermati dall’audizione di ieri durante la quale l’Autorità (Aeeg) è stata ascoltata dalle Commissioni riunite Finanze a Attività Produttive della Camera sul decreto legge 145/2013, già noto come Fare 2/Sviluppo e poi ribattezzato Destinazione Italia.

Dall’Autorità sono arrivate critiche dure e richieste di retromarcia su molti interventi in materia di energia contenuti nel decreto: oltre alla questione dei sui prezzi minimi garantiti, il regolatore chiede di sopprimere la norma che dispone incentivi a carico delle bollette per una centrale a carbone nel Sulcis e quella che chiede la revisione delle tariffe biorarie per il servizio di maggior tutela.

Nella memoria presentata dal presidente Guido Bortoni (vedi allegato in basso), l’Autorità denuncia uno sconfinamento dell’esecutivo: gli interventi sulle materie in questione hanno “natura prettamente regolatoria” e “sono da tempo oggetto di indagine e di azione da parte dell’Autorità, almeno dal 2011; azione basata sull’andamento dei fondamentali economici e tecnici del settore. Decontestualizzare singoli elementi di regolazione, sovrapponendo provvedimenti normativi orientati ad accelerarne o modificarne il percorso definitorio, ha un duplice effetto: da un lato, determina inevitabilmente una perdita di omogeneità, coerenza e certezza del quadro di regole complessivo e, dall’altro, irrigidisce il sistema cristallizzando in atti di normativa primaria soluzioni operative e meccanismi che per loro natura richiedono adattamenti dinamici in considerazione del mutevole contesto di settore e di mercato”.

Esemplare il caso dei prezzi minimi garantiti. La disposizione contenuta nel Destinazione Italia (art. 1, comma 2) si sovrappone alla riforma che il regolatore ha appena completato con la delibera 618/2013/R/efr. Mentre il provvedimento Aeeg ha tagliato i prezzi minimi garantiti, adeguandoli sulla base dei costi di gestione aggiornati, il decreto (per gli impianti incentivati, al momento la quasi totalità) li elimina in toto, facendoli corrispondere ai prezzi di mercato. Una mossa che, secondo l’Autorità, “fa venir meno di fatto le finalità per cui (i prezzi minimi garantiti, ndr) sono nati”. Di qui la richiesta di stralciare dal decreto la disposizione.

Simile la situazione sulla tariffa bioraria. L’articolo 1, comma 1, del Dl chiede all’Autorità di rivederla entro 90 giorni, ma il regolatore, pur riconoscendo che l’evoluzione del mercato ha reso disfunzionali le fasce che premiano chi consuma di sera, ricorda come, a valle di un procedimento cominciato oltre due anni fa, abbia già scelto di confermare per il momento l’attuale struttura dei prezzi biorari (delibera 215/2013/R/eel). Pertanto in attuazione del DL non potrebbe far altro che ribadire quanto recentemente deciso. La norma, sottolinea il presidente Guido Bortoni a Montecitorio, sarebbe dunque “improduttiva di effetti di riforma”, meglio cancellarla in fase di conversione.

Secca anche la bocciatura degli incentivi per la realizzazione di una centrale a carbone dotata di tecnologia per la cattura della CO2 nel Sulcis (art. 1, commi 12-14, vedi quanto scritto su QualEnergia.it); aiuti che il Destinazione Italia vorrebbe fossero finanziati dalle bollette. L’onere – che si aggira sui 60 milioni di euro annui – secondo l’Autorità non può finire in bolletta “in quanto non risponde a interessi generali del settore elettrico”.

L’Autorità promuove invece la norma sulla rimodulazione volontaria degli incentivi alle rinnovabili (art 1 comma 3-6), che permette agli operatori una rinegoziazione volontaria delle agevolazioni, allungandone la durata di 7 anni e riducendo l’ammontare annuo. Una misura sulla cui efficacia, come abbiamo scritto, ci sono forti dubbi (QualEnergia.it, Rinnovabili e ‘Destinazione Italia’: si scrive spalma-incentivi, si legge stop ai rifacimenti).

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