Compravendita senza certificazione energetica a rischio multe. Ma attestati spesso ‘falsi’

I contratti di compravendita e affitto non accompagnati dall’Attestato di Prestazione Energetica, non potranno più essere dichiarati nulli ma sanzionati con una multa da 500 a 18mila €. Una delle misure introdotte con il decreto legge 'Destinazione Italia', approvato dal Governo.

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I contratti di compravendita e affitto non accompagnati dall’Attestato di Prestazione Energetica (APE) pagheranno una multa da 500 a 18mila euro, ma non potranno più essere dichiarati nulli, come era stato stabilito dal decreto 63/2013, il cosiddetto DL Ecobonus. E’ una delle misure introdotte con il decreto legge Destinazione Italia, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri (qui il testo, in pdf, articolo 1, comma 7 e seguenti).

Si cerca insomma di promuovere la certificazione energetica, che però nel nostro Paese è depotenziata da un malcostume diffuso: molti professionisti – segnalano gli esperti del settore – distribuiscono attestati a prezzi stracciati, rilasciati senza verifiche reali delle prestazioni dell’edificio.

Nei contratti di compravendita immobiliare, negli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso o nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione – recita il testo – è inserita apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell’attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli edifici; copia dell’attestato di prestazione energetica deve essere altresì allegata al contratto, tranne che nei casi di locazione di singole unità immobiliari. In caso di omessa dichiarazione o allegazione, se dovuta, le parti sono soggette al pagamento, in solido e in parti uguali, della sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 3.000 a Euro 18.000; la sanzione è da Euro 1.000 a Euro 4.000 per i contratti di locazione di singole unità immobiliari e, se la durata della locazione non eccede i tre anni, essa è ridotta alla metà.

Per il passato è invece introdotta una sorta di sanatoria retroattiva a favore dei contratti che, sulla base della normativa finora vigente, erano stati dichiarati nulli. Il decreto Destinazione Italia prevede che, se la sentenza con cui è stata dichiarata la nullità non è passata in giudicato, la nullità può essere sostituita da una delle multe di cui si parla sopra.

Nel testo del decreto non sono menzionati i contratti di trasferimento degli immobili a titolo gratuito. Differentemente da quanto richiesto finora, in caso di donazione sembra dunque decadere l’obbligo di allegare l’APE al contratto.

“Se tutto ciò può evitare che una disposizione venga ignorata è una novità positiva, si tratta di vedere se e come il meccanismo verrà applicato – commenta a QualEnergia.it Giuliano Dall’O’, tra i massimi esperti italiani di certificazione energetica – il vero problema è che questi certificati sono spesso sostanzialmente falsi: di fronte ad attestati rilasciati per 30-40 euro si può essere quasi certi che si tratta di certificazioni inventate. Bisognerebbe intervenire anche da questo punto di vista, con controlli sui professionisti. Chi dichiara di guadagnare 30-40 euro per attestato o si fa pagare in nero o rilascia attestati senza fare alcuna verifica”.

Una denuncia quella di Dall’O che – tra le righe è confermata anche dal recente rapporto sulla certificazione energetica in Italia, presentato alcuni giorni fa da Comitato termotecnico italiano e MiSe (vedi allegato in basso). Il report rileva come nonostante i risultati dal punto di vista quantitativo ci siano – oltre 2milioni di attestati rilasciati e decine di migliaia i tecnici certificatori che svolgono in modo spesso esclusivo tale attività professionale – “a un’analisi qualitativa, qualche dubbio rimane sulla quantità e qualità dei certificati emessi”.

La storia della certificazione energetica in Italia d’altra parte è stata travagliata: come ricorda il rapporto a Regioni e a Province Autonome è stato consentito recepire in modo autonomo la Direttiva 91/2002 portando a “regole diverse da regione a regione, certificatori energetici con competenze richieste anche molto differenti, criteri di classificazione e perfino metodologie di calcolo diverse”.

“Nonostante le criticità – si legge comunque nel rapporto –  l’attuazione della certificazione energetica deve essere vista in modo positivo. Ha inciso effettivamente sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica e, cosa importante, lo ha fatto in un periodo non particolarmente favorevole. Ha diffuso la cultura della qualità energetica tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini. I professionisti che progettano si confrontano oggi con aspetti energetici che fino a pochi anni fa non prendevano nemmeno in considerazione; i cittadini, quando acquistano una casa, chiedono il certificato e, se è nuova, pretendono livelli di
qualità energetica elevati. È stata la certificazione energetica a stimolare il mercato delle tecnologie edilizie ed impiantistiche, un mercato molto diverso rispetto a quello degli anni passati, magari non dal punto di vista quantitativo ma certamente dal punto di vista qualitativo”.
 

La sintesi del rapporto (pdf)

Il rapporto completo (pdf)

 

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