Approvato il nuovo rapporto IPCC. Silvestrini: “Nonostante la cautela emerge un messaggio forte”

  • 27 Settembre 2013

L’approfondimento scientifico fornito dal Rapporto IPCC consente di restringere i margini di incertezza riguardo alle responsabilità dell’uomo sul riscaldamento globale. Nonostante la cautela del rapporto, dettata anche dalle difficoltà economiche di molti paesi e criticata da diversi ambientalisti, emerge un messaggio forte. Un commento di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

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da comunicato Kyoto Club

Il quinto rapporto dell’IPCC (IPCC WGI AR5 – “Climate Change 2013: The Physical Science Basis“) reso pubblico oggi, venerdì 27 settembre, giunge in un momento cruciale, ovvero a due anni dalla scadenza di un accordo mondiale di contenimento delle emissioni climalteranti (obiettivo che i paesi si sono dati a dicembre 2015).

“Dal rapporto emerge un approfondimento scientifico che consente di restringere i margini di incertezza riguardo alla responsabilità dell’uomo sul riscaldamento globale. Nonostante la cautela del rapporto, dettata anche dalle difficoltà economiche di molti paesi e criticata da diversi ambientalisti, emerge un messaggio forte”, ha commentato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

Sergio Castellari, Focal Point IPCC per l’Italia ha spiegato che tra i contenuti del Rapporto si legge che, secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è ‘estremamente probabile’ (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo (fonte comunicato stampa Focal Point IPCC per l’Italia).
“Le proiezioni climatiche, inoltre, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5 °C oltre il livello de periodo 1850 – 1900. Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2 °C e arrivare anche oltre i 5 °C” – ha dichiarato Sergio Castellari.

“L’allarme lanciato dal rapporto – ha continuato Silvestrini – evidenzia il rischio di una gigantesca ‘bolla di carbonio’ che deriverebbe dall’attuazione di serie politiche di riduzione delle emissioni. La riduzione delle emissioni di carbonio, infatti, metterebbe a rischio il futuro del settore del gas e del petrolio e porterebbe a un calo della domanda, provocando una riduzione dei prezzi di queste risorse”.
In presenza di un impegno che consenta di evitare un innalzamento della temperatura del pianeta di 2 °C, infatti, non sarà più utilizzabile il 60 e 80% delle riserve di carbone, petrolio e gas delle aziende quotate in borsa.
“Gli investitori attenti si stanno accorgendo che puntare su questo tipo di aziende sta diventando una scelta moto rischiosa” secondo Sir Nicholas Stern, già capo economista della Banca Mondiale e Presidente della British Academy.

“Occorre puntare sempre di più su efficienza energetica e rinnovabili per prevenire shock economici, oltre che per evitare un esito catastrofico del cambiamento climatico”, ha detto Gianni Silvestrini.

“Per quanto dal rapporto dell’IPCC emerga una ‘pausa del riscaldamento globale’, l’impatto del cambiamento climatico è evidente anche a livello locale e lo dimostrano i primi risultati del progetto BLUE AP (LIFE 11 ENV/IT/119). Questo rende necessari investimenti, non solo nel settore dell’efficienza energetica e rinnovabili, ma anche in misure di adattamento ai cambiamenti climatici“, ha commentato Piero Pelizzaro, Responsabile Cooperazione Internazionale di Kyoto Club.

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