La Camera firma per la stabilizzazione dell’ecobonus

Dalla Camera il via libera alla risoluzione che punta al rilancio di un’edilizia sostenibile e che riduca la bolletta energetica. Realacci: “Tra una casa costruita male e una costruita secondo i criteri del risparmio energetico, passa una differenza di bolletta energetica di ben 1.500 euro l'anno".

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Via libera alla Risoluzione 7-00090. Le Commissioni riunite Ambiente e Finanze hanno approvato oggi, 26 settembre, all’unanimità la risoluzione bipartisan per la stabilizzazione dell’eco-bonus del 65% e l’ampliamento della rosa di interventi che possono godere di tale agevolazione.

Il documento sottoscritto da tutti i gruppi politici, che verrà sottoposto al giudizio del governo, “prevede che siano ampliati i soggetti fruitori dell’ecobonus del 65%, includendo tra gli aventi diritto anche gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica – spiega Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera – quelli relativi alla riqualificazione energetica di edifici interi, gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree al alta pericolosità sismica che, per ragioni di tipo amministrativo, non rientrano ancora nelle zone 1 e 2 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, e gli interventi di consolidamento antisismico dei beni immobili strumentali e delle strutture alberghiere.

Un effettivo vantaggio rispetto alle altre agevolazioni per l’edilizia, tenendo fermo l’attuale parametro che prevede una differenza di 15 punti percentuali fra ecobonus e agevolazione riconosciuta per gli ordinari interventi di ristrutturazione. Oltre a rafforzare le politiche ambientali, anche in vista degli impegni per la riduzione delle emissioni assunti dall’Italia a livello internazionale, la risoluzione indica una via praticabile da subito per dare maggiore sicurezza ai cittadini, rilanciare un settore importante come l’edilizia nel segno della qualità e ridurre sia le emissioni che le bollette degli italiani. Tra una casa costruita male e una costruita secondo i criteri del risparmio energetico, infatti, passa una differenza di bolletta energetica di ben 1.500 euro l’anno”.

La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale, aumentando la competitività del Paese, costituirebbero il primo passo verso un modello di sviluppo sostenibile per l’ambiente, per la società e per le imprese. Ciononostante, il fronte compatto costituito dai gruppi politici potrebbe scontrarsi con il prevedibile scetticismo del Ministero dell’Economia che, in un momento già critico, dovrebbe trovare le coperture economiche per l’attuazione dei provvedimenti. In ogni caso il ‘si’ delle due commissioni ha inaugurato il confronto parlamentare per la proroga del 65%. Il dibattito con il governo é aperto. 

In merito alla detrazione fiscale, il M5S ha comunicato ieri che “rendere strutturale l’ecobonus almeno fino al 2020, con un decalage della percentuale detrattiva, potrebbe favorire il rilancio dell’occupazione e la riduzione dei costi delle bollette. Elementi tra l’altro condivisi da tutti i rappresentanti delle Associazioni di categoria delle realtà produttive italiane convinte che la stabilità dell’ecobonus fino al 2020, con una normativa orientata a promuovere l’uso delle tecnologie più efficienti, possa aumentare la produzione diretta e indiretta nazionale di 240 miliardi di euro e creare oltre 1,6 milioni di posti di lavoro, con un incremento del PIL medio dello 0,6%”.

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