Solare termico, meglio il conto termico o la detrazione del 65 per cento?

Chi oggi vuole installare un impianto solare termico ha due incentivi alternativi: le detrazioni fiscale per l'efficienza energetica portata al 65 per cento e il nuovo conto termico. Qual è il più conveniente? Abbiamo fatto i conti andando a guardare i prezzi attuali per diversi tipi di impianto e i conseguenti tempi di ritorno dell'investimento.

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Chi oggi vuole installare un impianto solare termico si trova di fronte a due incentivi alternativi: le detrazioni per l’efficienza energetica, portata al 65% e il nuovo conto termico. Qual è il più conveniente? Abbiamo fatto due conti per un impianto a dimensione familiare, scoprendo che, naturalmente, dipende dal costo dell’investimento.

La detrazione fiscale – che vede il 65% dell’investimento in detrazione Irpef in 10 rate uguali in altrettanti anni – sarebbe l’incentivo più attraente, nella maggior parte dei casi. Tuttavia per le tipologie di impianto più economiche, come i pannelli vetrati piani a circolazione naturale, vince il conto termico: l’incentivo che premia l’installazione con 170  € a mq di superficie dei collettori all’anno e per due anni.

Meglio delle parole parlano i numeri che QualEnergia.it ha ricavato grazie alla preziosa collaborazione di Lorenzo Colasanti ricercatore dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Nelle nostre simulazioni abbiamo considerato quattro tipologie di impianto che con 5 mq di superficie possano soddisfare il fabbisogno di acqua calda sanitaria di una famiglia di 4 persone. Si va dal più costoso sistema a tubi sottovuoto a circolazione forzata, fino alla soluzione più economica con collettori vetrati piani in un impianto a circolazione naturale: per i prezzi abbiamo considerato i valori medi tra quelli rilevati in questo periodo dall’Energy & Strategy Group, installazione compresa (qui il dettaglio).

Per un confronto tra i due incentivi si può analizzare il valore attualizzato netto (VAN), nelle varie ipotesi di investimento, anche senza considerare le prestazioni degli impianti. Ipotizzando un VAN su 10 anni con un tasso del 4% si ottiene quanto sotto (clicca per ingrandire): solo per l’impianto meno costoso, il conto termico ha un VAN più alto e, dunque, conviene rispetto alla detrazione.

Ma in una situazione reale come cambia il tempo di rientro dell’investimento a seconda che si scelga un incentivo piuttosto che l’altro? Per capirlo abbiamo ipotizzato (tabella sotto, clicca per ingrandire) che i nostri quattro impianti tipo vengano installati a integrazione di una caldaia a gas convenzionale (non a condensazione) in quattro località italiane che si differenziano per irraggiamento e zona climatica (qui i parametri dettagliati usati). Il VAN qui è calcolato su 20 anni, all’incirca la vita utile di un impianto.

Come si vede, anche qui il conto termico conviene solo per le soluzioni più economiche. Questo incentivo proporzionale alla superficie dei moduli ha però due punti di forza che in alcune situazione potrebbero farlo preferire alle detrazioni fiscali: viene erogato in soli due anni (si vede in tempi rapidi un risparmio), contro i 10 delle detrazioni e, al contrario di queste, non è necessario che si disponga dell’adeguata capienza di imposta necessaria.

 

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