Da una tariffa elettrica progressiva ad una regressiva?

“Consumare più per consumare meglio?" è il titolo di un convegno organizzato da SAFE. Sembra un ossimoro, anche se sappiamo che in Europa i consumi elettrici aumenteranno notevolmente. Ma la strategia non è quella di far recuperare quote di mercato al termoelettrico in difficoltà? La posizione dell'Autorità sembrerebbe confermarlo.

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Consumare più per consumare meglio? È il titolo di un convegno organizzato dal centro studi SAFE svoltosi ieri presso il Ministero dello Sviluppo, con una lunga lista di importanti enti patrocinanti, pubblici e privati, tra i quali l’Enel.

Il titolo, quasi un ossimoro, farebbe ritenere che un aumento dei consumi elettrici sia in linea con una strategia di efficientamento energetico. E’ pur vero che la stessa Energy Roadmap dell’Unione Europea al 2050 prevede un aumento considerevole della quota di consumi finali elettrici sui consumi di energia primaria, ma nell’occasione ben poco si è detto sulle necessarie strategie di efficienza nei consumi elettrici sia nell’edilizia che nell’industria.

Nonostante la grande attenzione data allo sviluppo e alla diffusione delle pompe di calore elettriche, che in termini di energia primaria e in base allo loro collocazione geografica, avrebbero un vantaggio su altre apparecchiature per la climatizzazione, probabilmente il messaggio o l’idea dell’incontro era più orientato al concreto ‘recupero’ e in tempi rapidi di quote di mercato del termoelettrico nazionale sempre più preoccupato di vedersi sottrarre profitti a causa del peak shaving e della riduzione delle vendite.

Quanto affermato in apertura dal presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, pare in linea con questa tesi e con quanto annunciato nella recente relazione annuale dell’Autorità, che tante polemiche ha sollevato rispetto ad una preoccupazione che gli oneri di rete vengano ripartiti in modo penalizzante per le rinnovabili e l’autoconsumo (vedi qui). Bortoni ha parlato di una revisione delle tariffe elettriche, operativa non prima del 2014, i cui punti essenziali sembrano essere:

  • favorire la fuoriuscita degli utenti dal regime tutelato al libero mercato, limitando il primo alle sole categorie disagiate;
  • ripartire in modo diverso gli oneri di rete, che assorbono il 15% della bolletta, evitando che “sussistano sussidi fittizi tra categorie di consumi, facendo fronte anche ai costi derivanti da modelli di consumo diversi” (tradotto: distribuire gli oneri tra gli utenti non in base ai consumi?)
  • favorire l’uso delle pompe di calore, anche attraverso l’installazione di apposite misurazioni.

Queste posizioni sembrano riferirsi ad una politica dei consumi energetici diversa da quella europea e anche da quella prevista nella SEN. C’è l’idea di invertire la logica ‘progressiva’ della tariffazione attuale, mutandola, di fatto, in regressiva. Ossia, anziché far pagare meno a chi consuma meno, come avviene ora, si renderebbe in proporzione meno cara l’energia per chi ha consumi più alti: un modo per favorire un aumento dei consumi e delle potenze richieste.

La redazione ringrazia per la collaborazione Roberto Ballarotto.

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