Le ‘buone’ intenzioni del ministro Orlando sulle rinnovabili

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Riforma degli incentivi alle rinnovabili, senza “fermare un settore strategico”. Sostegno alla generazione distribuita, con SEU e accumuli. Stabilizzare le detrazioni per l'efficienza energetica. Il programma sull'energia pulita del ministro dell'Ambiente come esposto nell'audizione al Senato. Quanto è d'accordo il MiSE?

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In arrivo una riforma degli incentivi per le fonti rinnovabili, che però non dovrà “fermare un settore strategico”. Sostenere la generazione distribuita promuovendo SEU e accumuli. Rendere stabili le detrazioni per l’efficienza energetica. Ha parlato molto anche di energia pulita il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in audizione ieri alla commissione Ambiente del Senato per esporre le linee programmatiche del suo dicastero (allegato in basso il testo integrale dell’audizione).

Tra le altre questioni affrontate ha ricordato il mandato a effettuare una riforma al sistema degli incentivi, ricevuto in occasione dell’approvazione del ‘decreto Fare’ assieme al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. Una riforma che però – ha sottolineato – non dovrà correre il rischio di “fermare un settore strategico per il futuro come sta già purtroppo accadendo, con il rischio di perdere ulteriori posti di lavoro. Ci vuole il giusto sostegno alla filiera italiana delle rinnovabili, forte di esperienze di punta come il solare termodinamico e di imprese che affrontano i mercati internazionali”.

Nel discorso anche la coscienza della necessità di promuovere l’autoconsumo: “Dobbiamo puntare su un modello di generazione distribuita, che rafforzi la capacità di autoproduzione sorretta da una rete di distribuzione intelligente, in modo da aumentare veramente l’autonomia energetica. Un grande ruolo lo può svolgere la ricerca: c’è un universo parallelo, molto avanzato e internazionalmente riconosciuto nel nostro Paese che contribuisce attraverso il ruolo delle Università (Scuola Normale Superiore, IIT, Sant’Anna, Politecnici), del CNR, dell’Enea a definire nuove opportunità di valorizzazione della produzione e della conservazione di energie rinnovabili e della distribuzione più equa e intelligente nel Paese.”

E ancora: “Dobbiamo poi saper costruire le condizioni per rendere possibile e anzi avvicinare lo sviluppo delle rinnovabili senza incentivi, uno scenario realistico in tempi brevi a patto che si provveda con la semplificazione necessaria, dando un quadro di regole uniformi nel territorio nazionale e stabile nel tempo e sostenendo misure come i sistemi efficienti di utenza e promuovendo i sistemi di accumulo.”

Quanto all’efficienza energetica: la detrazione fiscale del 65% confermata fino a dicembre 2013 “si dovrebbe rendere strutturale e rimodulare opportunamente per evitare sbilanciamenti con il Conto Termico e con quelle fonti rinnovabili che devono lavorare in sinergia con l’efficienza energetica. Tale detrazione”.

Nei programmi del Ministro anche la cosiddetta fiscalità ecologica: “Gli Stati Generali per la Green Economy, riunitisi lo scorso novembre a Rimini, hanno utilmente proposto numerose iniziative. Fra quelle che mi riservo di portare al più presto alla vostra attenzione è la delega per la riforma della fiscalità ambientale, naufragata sul finale della scorsa legislatura. La riforma dovrà assicurare, a parità di gettito, un trasferimento di oneri dal lavoro e dagli investimenti alla produzione e consumo di beni e servizi ambientalmente dannosi e, ove esistenti, la rimozione di sussidi ad attività impattanti, a favore di tecnologie più efficienti dal punto di vista ambientale”.

Qualche accenno anche alla necessità di adattarsi al clima che cambia: “Nella Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo di cui pochi giorni fa ho discusso con i miei colleghi al Consiglio europeo sull’Ambiente di Lussemburgo, vengono tracciati gli elementi fondamentali per una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. In particolare è stato stimato che il costo minimo del mancato adattamento per tutta l’Unione Europea parte da 100 miliardi di euro nel 2012 per raggiungere i 250 miliardi nel 2050”.

L’Italia, ha sottolineato poi Orlando “deve rafforzare il proprio ruolo nell’ambito della cooperazione internazionale e dare seguito a Rio +20, deve affermare il suo ruolo nello sviluppo delle tecnologie pulite, creando anche opportunità per le nostre imprese operanti in tale settore sui mercati internazionali”.

L’audizione del Ministro dell’Ambiente (pdf)

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