Le accuse di Greenpeace. Capacity payment, il ministro dalla parte delle lobby fossili?

  • 25 Giugno 2013

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Si fa concreto il timore che la lobby Enel ed Eni punti a garantirsi un ricco piano di sussidi, noto agli addetti ai lavori come capacity payment. Verrebbe pagato dai consumatori per compensare i mancati introiti delle centrali termoelettriche causati dal calo dei cosnumi e dallo sviluppo delle rinnovabili. Un duro comunicato di Greenpeace.

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“Se le notizie che si leggono in questi giorni fossero confermate, una pioggia di quattrini pubblici starebbe per rinfrescare le casse di Enel ed Eni: una truffa per i cittadini, uno scandalo vista la crisi che il Paese attraversa. Il ministro Zanonato ha deciso di stare dalla parte delle lobby fossili?”

Così Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, commenta le notizie riportate oggi dal “Fatto Quotidiano”, secondo cui la pressione che le lobby di Enel ed Eni stanno esercitando in Italia e in Europa darebbe i suoi frutti, garantendo un ricco piano di sussidi. Il ministro per lo Sviluppo Economico starebbe approntando, senza trovare resistenze da parte dell’Antitrust, aiuti economici pari a 400-500 milioni di euro all’anno, nei prossimi tre anni, per poi crescere fino a 1,5-2 miliardi all’anno dal 2017.

La crisi che le aziende energetiche del Paese attraversano è figlia, certamente, del calo dei consumi; ma viene anche da scelte industriali sbagliate. Enel, ad esempio, ha investito poco o niente nelle nuove rinnovabili in Italia e ora vede la sua produzione – per lo più legata al carbone e dunque inflessibile, oltre che dannosa per la salute, l’ambiente e clima – minacciata dalla crescita delle energie pulite.

Enel, quindi, vorrebbe soldi pubblici e soldi dei cittadini per compensare i mancati introiti del funzionamento delle sue centrali termoelettriche, sempre più spesso ferme o operanti a bassi regimi.

“Temiamo si stia cercando di fornire un misero paravento a quella che invece sarebbe una truffa conclamata”, afferma Boraschi. “Il capacity payment, che si cita a giustificazione di questi programmi di aiuto economico, dovrebbe garantire un sistema di generazione di back up, disponibile per integrare e sostenere la produzione delle fonti rinnovabili. Il capacity payment non può essere una gragnola di soldi, sottratti alle fonti pulite o alle tasche degli italiani, a beneficio di produzioni agonizzanti, che inquinano, producono ingenti danni sanitari ed economici e non garantiscono neppure benefici occupazionali. Le aziende che stanno sbagliando indirizzo industriale e che arrecano solo danni al Paese non possono essere premiate con regalie di alcun genere”.

Se i piani di cui si apprende in questi giorni verranno confermati, Greenpeace annuncia che l’operato del ministro Zanonato e dell’esecutivo Letta – su queste questioni – sarà contrastato con il massimo impegno. Greenpeace ricorda inoltre come questi aiuti economici sarebbero doppiamente inopportuni, considerando il ruolo di finanziatori che Enel ed Eni hanno nei confronti di ‘Vedrò’, il think-tank bipartisan del presidente del Consiglio Letta, vero incubatore dell’attuale maggioranza dal quale provengono molti degli attuali ministri: e chiede, perciò, se non si configuri un conflitto d’interessi su cui l’Esecutivo dovrebbe fornire spiegazioni al Paese.

(comunicato Greenpeace Italia)

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