Un’idea e un appello per ritardare la fine del V conto energia FV

Probabilmente il quinto conto energia cesserà tra fine giugno e inizio luglio, a seconda di quante risorse assorbirà il secondo registro. Intanto c'è chi ha avuto un'idea per prolungarne la vita, liberando risorse impegnate solo sulla carta. Altri fondi potrebbero poi tornare disponibili a conto energia finito: come potranno essere usati?

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Oggi siamo a quota 6,27 miliardi di spesa cumulata per gli incentivi al fotovoltaico. E’ sempre più vicino il limite dei 6,7 miliardi, a un mese dal quale finirà il quinto conto energia e il fotovoltaico italiano resterà orfano di incentivi, fatta eccezione per le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, che dal 1° luglio scenderanno dal 50 al 36%.

Quando sarà oltrepassata la soglia dei 6,7 miliardi? Nostre fonti interne al GSE ci parlano di un probabile superamento tra fine maggio e inizio giugno, con conseguente fine del conto energia tra fine giugno e inizio luglio. Non sembra – a quanto apprendiamo – che il secondo registro per i grandi impianti, che verrà chiuso il 17 maggio, stia raccogliendo molte adesioni, quindi il balzo in avanti nel contatore che ci sarà una volta pubblicata la relativa graduatoria potrebbe essere più ridotto del previsto.

Superamento del limite di spesa tra fine maggio e inizio giugno è anche la previsione che ci dà Joel Zunato, analista di eLeMeNS, una stima che non si distacca molto da quella fatta dal software apposito creato dalla società di consulenza e progettazione Aniketos. Il programma, che estrapola statisticamente la curva di crescita del costo totale degli incentivi tramite una curva polinomiale, in grado di tenere in considerazione l’accelerazione crescente degli impianti attivati, prevede infatti che i 6,7 miliardi vengano superati il 21 maggio e che dunque il conto termini il 20 giugno.

Intanto c’è chi sta pensando a un’idea che potrebbe estendere, anche se probabilmente di poco, la vita del quinto conto energia. “Nel conteggio della spesa complessiva, ci sono anche risorse destinati a impianti che hanno avuto accesso al primo registro del quinto conto energia ma che non saranno mai realizzati – ci spiega l’ingegner Chiara Barberis dell’associazione di tecnici del fotovoltaico M.S.A. – se gli intestatari di questi impianti, coscienti che non li realizzeranno, rinunciassero ufficialmente agli incentivi da subito, libererebbero risorse che farebbero slittare più in là il raggiungimento del tetto di spesa e dunque la fine del conto”.

Chi ha avuto accesso alla graduatoria del primo registro per gli impianti sopra ai 12 kW, pubblicata il 28 settembre 2012, infatti, ha tempo 1 anno, cioè fino al 28 settembre prossimo, per fare entrare in esercizio gli impianti. Se coloro che non hanno intenzione di realizzare l’impianto rinunciassero ufficialmente già ora, ci sarebbero più risorse che farebbero andare indietro il contatore, allungando la vita al sistema incentivante, a beneficio di tutti. Di quanto? Difficile da dire: gli impianti ammessi nel primo registro hanno assorbito poco più di 90 milioni di euro ma non si sa di preciso quanti tra questi progetti saranno abbandonati. Ipotizzando (senza basi concrete) che gli impianti che resteranno sulla carta contino per un decimo della potenza che è entrata nel registro, stimeremmo circa 9 milioni in più che, ai ritmi registrati nell’ultimo periodo potrebbe far durare circa una settimana, 10 giorni in più il VCE. Non molto, ma, in un contesto come quello attuale ogni giorno aggiuntivo di durata del conto energia è prezioso.

L’iniziativa lanciata dall’M.S.A. – cioè invitare chi ha impianti a registro che non realizzerà a rinunciare subito – avrà successo? “Dipenderà dallo spirito di solidarietà che c’è nel settore – commenta dubbioso Zunato – certo chi ha avuto l’accesso al registro per impianti e che è sicuro di non realizzare non ha molto interesse a non rinunciare subito perché non può comunque vendere l’impianto o l’iscrizione al registro”. La cessione dell’impianto o la cessione dell’iscrizione al Registro ad esso riferita – recitano le regole del conto energia – se effettuata in data precedente alla data di entrata in esercizio dell’impianto comporta la decadenza dalla graduatoria.

Insomma chi ha impianti in registro destinati a rimanere sulla carta rinunciando ufficialmente e subito farebbe un piccolo favore a tutto il settore, liberando risorse per incentivare impianti veri. Altri fondi poi, fa notare Zunato, potrebbero liberarsi a seguito dei controlli del GSE, qualora scoprisse impianti, magari anche di grande taglia, che non hanno le carte in regola per avere gli incentivi. “Questi controlli verosimilmente si intensificheranno dopo la fine del quinto conto energia, quando il GSE, sgravato dalla gestione delle procedure di accesso, avrà più forze per dedicarvisi”. Se in futuro spuntassero queste nuove risorse – soldi recuperati da impianti non in regola o liberati da impianti a registro non entrati in esercizio – si potrebbe usarli per qualche altra forma di supporto al fotovoltaico? Di sicuro in molti sarebbero favorevoli all’idea, ma per farlo servirebbe un intervento normativo del futuro governo.

 

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