Giappone, mega-impianti fotovoltaici e un futuro solare

E' di questi giorni la notizia del via libera ad un parco da 400 MW. Il Giappone, lasciatosi alle spalle il nucleare, sta vivendo un boom del fotovoltaico. Nel 2013 installerà 5 GW e diventerà il secondo mercato mondiale, superando Germania, Italia e Usa. Ma per gli operatori stranieri resta una piazza molto difficile.

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Il Giappone post-nucleare è sempre più avviato a diventare una potenza del fotovoltaico mondiale. Dati sulla crescita, previsioni e notizie di nuovi progetti importanti si susseguono. È di ieri ad esempio l’annuncio del via libera a un parco gigantesco, ben 400 MW di potenza, mentre le previsioni delle società di consulenza parlano per il 2013 di una crescita del mercato nipponico del 120%.

Il mega parco è quello che verrà realizzato su di un”isola quasi disabitata nei pressi di Sasebo. L’impianto autorizzato avrà una potenza di 400 MW, riporta la stampa giapponese, costerà 100 miliardi di yen (circa 804 milioni di euro) e sarà realizzato da Photovolt Development Partners GmbH. L’elettricità verrà acquistata dalla Kyushu Electric Power Co. e trasmessa alla città tramite un cavo sottomarino.

Il Giappone, come sappiamo, dopo la tragedia di Fukushima ha puntato con grande convinzione sulle rinnovabili e l’anno scorso ha introdotto delle tariffe incentivanti tra le più generose al mondo, che restano tali anche dopo il taglio di circa il 10% entrato in vigore il primo aprile. Gli incentivi stanno dando i loro frutti: solo nel primo mese dall’entrata in vigore degli incentivi (luglio 2012) quasi 33.700, tra aziende e privati, si erano registrate con progetti per 567 MW, dicono i dati del Ministero per l’Economia giapponese.

Per il 2013 l’ultimo report di IMS Reserach, ora IHS, stima che nel primo trimestre 2013 nel paese si sia installato 1 GW di nuovo fotovoltaico e che a fine anno si arriverà a più di 5 GW. Una crescita del 120% sul 2012 che porterebbe il paese ad essere il secondo mercato mondiale, superando Germania, Italia e gli Usa e rimanendo secondo solo al gigante cinese.

“La tariffa feed in giapponese è di gran lunga la più attraente al mondo, forse anche troppo generosa”, spiega Ash Sharma, direttore della ricerca sul FV a IHS. Anche la riduzione del 10% sui circa 42 yen (0,34 euro) a kWh entrata in vigore dal 1° aprile “avrà effetti minimi sull’IRR dei progetti e sulla domanda”.

Una grande àncora di salvezza per i produttori locali che, nonostante siano poco competitivi sul piano internazionale, riescono a vendere in casa con alti margini i moduli e gli inverter. Ottimi affari ovviamente anche per EPC e sviluppatori di progetti. Il prezzo degli impianti residenziali in Giappone, si scopre dal report, è circa il doppio che in Germania, anche perché produttori e operatori stranieri, si spiega, stanno incontrando difficoltà ad accedere al mercato nipponico.

“Anche se molti fornitori di moduli cinesi e statunitensi operano sul mercato giapponese, restano una minoranza e, nonostante si tratti di marchi molto ben considerati nel resto del mondo, hanno molto spesso dovuto ripiegare sulla fornitura di servizi di O&M a fornitori locali. Per dirla semplicemente, i clienti giapponesi vogliono comperare moduli giapponesi. Anche per i produttori di inverter stranieri le cose non sono andate bene: sono stati costretti in molti casi a riprogettare i prodotti per soddisfare i requisiti imposti dalle certificazioni giapponesi. Con il risultato che su questo mercato ora c’è un collo di bottiglia per gli inverter”, spiega Sharma.

Per ora a spingere il mercato giapponese, si legge, saranno soprattutto progetti “mega”: quelli dai 2 MW in su peseranno per il 25% dell’installato del 2013, prevede IMS. La stagione dei mega-impianti, spinti dalla volontà governativa di avere molta potenza in fretta per compensare il vuoto lasciato dal nucleare, però, si spiega, non potrà durare a lungo. Questo tipo di installazioni, infatti, verosimilmente declinerà dopo il 2014, una volta che i progetti nella pipeline saranno completati, anche per la disponibilità limitata di siti adatti (edi grafico qui sotto).

Ma il fotovoltaico giapponese non è solo fatto di grandi impianti: tira moltissimo anche il segmento degli impianti da 10 a 50 kW sui tetti delle attività commerciali, complice un prezzo dell’elettricità molto elevato, le interruzioni nella fornitura dalla rete e un sistema autorizzativo per il FV relativamente semplice. Insomma, il nucleare sembra il passato e il Giappone ora potrebbe avere davanti un futuro solare.

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