Urgenti idee green per un nuovo governo

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Cosa dovrebbe fare oggi un neo governo, possibilmente stabile e autorevole, a guida centrosinistra? Ecco alcune proposte di green economy, su fonti rinnovabili efotovoltaico, efficienza energetica, trasporti e rifiuti, indicate da Pasquale Pistorio, ex amministratore delegato di STMicroelectronics e presidente onorario di Kyoto Club.

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Qualenergia.it ha chiesto a diversi esperti del settore energetico, dell’ambientalismo, dell’informazione specializzata, di commentare l’attuale intricata situazione politica post-elezioni, di spiegare le sue possibili implicazioni sul terreno energetico-ambientale e di indicare i propri auspici in questo ambito per il nostro paese. Qui riportiamo il parere di Pasquale Pistorio, ex amministratore delegato di STMicroelectronics, ex ex-vicepresidente di Confindustria e presidente onorario di Kyoto Club.

 

La situazione economica italiana è veramente drammatica, come mai lo era stata dalla fine della seconda guerra mondiale. La disoccupazione, in particolare quella giovanile, i fallimenti continui di imprese, l’erosione continua del potere di acquisto delle famiglie, la crescita continua del numero di persone sotto la soglia di povertà, stanno creando una crisi sociale dagli sbocchi imprevedibili. Occorre far presto e dare una risposta politica ai bisogni della gente.

La situazione di ingovernabilità uscita dalle urne (grazie alla pessima legge elettorale, chiamata una ‘porcata’ dal suo stesso autore) con il fenomeno nuovo del Movimento 5 Stelle che nasce dalla stanchezza e protesta dei cittadini, rende difficile la formazione di un nuovo Governo di cui il Paese ha urgente e disperato bisogno.

La mia speranza è che prevalga il buon senso da parte della maggioranza dei nuovi eletti, compresi i neo 5 Stelle, che sono stati votati non per la strategia del “tanto peggio, tanto meglio” ma per produrre un cambiamento positivo nella gestione della cosa pubblica.

Io spero che sia possibile formare un Governo a guida del centrosinistra (che, ricordiamolo ha ottenuto la maggioranza dei voti, anche se limitata, sia alla Camera che al Senato), col sostegno del Movimento 5 Stelle e di Scelta Civica, con una squadra di governo di alto spessore umano e professionale e di discontinuità col passato (come nel caso dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato) per realizzare in tempi brevissimi quelle riforme Morali (ad esempio legge anticorruzione e sui conflitti di interesse), Istituzionali (legge elettorale, legge sui partiti e sulla trasparenza) ed urgentemente economiche (tagli dei costi della politica, pagamento almeno parziale dei debiti delle PA verso le imprese, allentamento del patto di stabilità verso i comuni virtuosi, eliminazione dell’IMU sotto i 500 €, taglio di 5 punti del cuneo fiscale e contributivo, rilancio della politica di ricerca tipo ‘Industria 2015’, e rilancio della green economy) che possono invertire il lungo declino del Paese e alleviare il disagio sociale, in tempi rapidi.

Le forze politiche prima citate, si riconoscono in molti dei punti da me ricordati: dovrebbe essere quindi logico formare un Governo che realizzi questi punti nell’interesse del Paese e poi, se non si riesce a coagulare una maggioranza stabile, si ritorni alle urne dopo, diciamo, 18 mesi, una volta superata l’emergenza attuale.

Al nuovo Governo chiederei in particolare di mettere una forte priorità sulla Green Economy. E su questo tema voglio spendere qualche parola in più.

L’Italia non ha molti combustibili fossili e importa energia per oltre 60 miliardi di euro all’anno. Eppure ha tantissimo sole, che non inquina, non costa niente e sarà disponibile a regalarci la sua energia per molti milioni di anni. E’ pura follia non sfruttare questa risorsa immensa: per citare una frase del premio Nobel Carlo Rubbia “su ogni metro quadro del sud Italia, piove un barile di petrolio all’anno”.

La green economy vuol dire meno inquinamento e quindi impatto positivo sulla salute e sui costi sanitari, vuol dire riduzione progressiva fino all’azzeramento della bolletta energetica verso l’estero, vuol dire creazione di decine di migliaia di posti di lavoro. Ecco alcuni punti da realizzare subito:

Risparmio energetico. a) rendere strutturale e continuo per i prossimi 5 anni la detrazione del 55% delle spese di ristrutturazione edilizia con fini di efficienza energetica. Le spese per elementi di energia rinnovabile vanno inclusi in questi sgravi fiscali. b) imporre immediatamente che tutti i nuovi edifici siano di classe A. 

Fonti rinnovabili. Il V Conto Energia è stato micidiale contro il fotovoltaico, come pure il decreto sulle altre rinnovabili. Anzitutto per le assurde complicazioni burocratiche e poi per avere posto a 6,7 miliardi di € il tetto agli incentivi del FV (e oggi siamo già a 6,6) che si raggiungerà all’inizio di maggio. Occorre ripartire con un nuovo VI Conto Energia che comprenda  i seguenti punti essenziali: a) nessun registro e snellimento di tutte le procedure burocratiche per impianti FV fino a 200 kWp; b) aumento del tetto degli incentivi, prevedendo una riduzione degli stessi del 15% all’anno, fino al raggiungimento della competitività che avverrà in tempi brevissimi e che potrà proseguire fino ad arrivare a 50 GW; c) incentivare i sistemi fotovoltaico+accumulo, come si intende fare in Germania.

Trasporto. a) incentivare la rottamazione dei veicoli ad alto consumo di carburante a favore di modelli ad alta efficienza; b) promuovere la diffusione di veicoli alimentati a metano (basta imporre alle società distributrici di raddoppiare in tempi brevi i loro punti di rifornimento a metano), e dei veicoli ibridi plug-in; c) avviare un programma di rinnovamento di tutti i mezzi pubblici di trasporto su gomma che entro 10 anni devono essere tutti a metano o ibridi.

Illuminazione. Promuovere un piano di conversione di tutta l’illuminazione pubblica a LED, anche utilizzando le Esco.

Riciclo. Emettere una legge che imponga a tutti i Comuni di raggiungere in 5 anni (con progressione continua) almeno il 50% di raccolta differenziata.

Sono alcune idee semplici e facili da realizzare, in presenza di una precisa volontà politica che comportano grandi ricadute sull’economia, sull’occupazione e sulla salute dei cittadini.

Infine per chi obiettasse che non ci siano le risorse finanziarie, basta ricordare che in Italia ci sono tre ‘pozzi’ pieni di soldi cui lo Stato può attingere: 1. l’evasione fiscale che vale tra 120 e 150 miliardi di euro all’anno; 2. la corruzione che vale 60 miliardi; 3. gli sprechi nella spesa pubblica che valgono altri 60 miliardi. Basta volerli andare a prendere.

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