Un decennio di previsioni sbagliate… per difetto

Il decennio 2000-2010 è stata la prima fase di vero sviluppo delle rinnovabili. E' interessante notare come in questo periodo le previsioni di diversi report a cura di associazioni industriali e ambientaliste o della IEA abbiano sempre sottostimato la potenza poi effettivamente installata. Previsioni che all'epoca venivano ritenute molto ambiziose.

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Il decennio passato è stato forse il primo in cui si è iniziato un vero sviluppo delle fonti rinnovabili e la loro integrazione nei mercati energetici, grazie anche a specifici (e non sempre costanti) meccanismi di supporto. Tecnologie ancora giovani, quindi, alle quali però si richiede di avere un peso e un ruolo (anche in termini di riduzione dei costi) simile a quello delle fonti convenzionali. Non c’è dubbio però che le curve di apprendimento di queste nuove tecnologie siano state molto soddisfacenti in questo ultimo decennio (2000-2010), così come gli investimenti che, per esempio, in Europa sono stati alla pari e anche maggiori di quelli di molte tecnologie fossili o del nucleare.

Per non parlare dei tempi di realizzazione che sono molto ridotti rispetto a quelli necessari per le centrali convenzionali. Solo per fare un esempio, nel 2012, anno pieno di criticità, il fotovoltaico italiano ha visto una potenza installata nell’anno di circa 4 GW: potrà generare quanto una centrale nucleare di media potenza che avrebbe in teoria richiesto un decennio o forse più per la sua costruzione, e ovviamente senza le innumerevoli problematiche legate all’atomo.

È interessante inoltre notare come per il decennio passato le proiezioni di diversi report abbiano sempre sottostimato la reale potenza da energia rinnovabile installata nel mondo,  come quella di eolico e fotovoltaico. Una comparazione che fa Greenpeace nel suo report “Energy [R]evolution 2012” (pdf) e che dimostra come anche associazioni di categoria, la IEA e la stessa Greenpeace abbiamo sempre sbagliato per difetto le previsioni, peraltro, al tempo, considerate spesso molto ambiziose.

Per quanto riguarda l’eolico, Greenpeace ed EWEA hanno pubblicato “Windforce 10” per la prima volta nel 1999 con le sue proiezioni fino al 2030. Da allora ogni due anni c’è stato un aggiornamento. Dal 2006 il report è stato rinominato “Global Wind Energy Outlook” ed elaborato in collaborazione con Global Wind Energy Council (GWEC).

Dal grafico/tabella (clicca per ingrandire) si possono confrontare i dati di proiezione, dove vengono considerate anche due edizioni di Energy [R]evolution (2007 e 2008) e  i dati IEA del World Energy Outlook (WEO), con quelli del mercato reale. Va rilevato che i dati riportati nel grafico sono solo quelli che all’interno dei singoli scenari era considerati “advanced”, cioè i più ottimistici. Come si vede la realtà ha superato ogni previsione.

Lo stesso discorso vale per il fotovoltaico. Tra i report utilizzati per la comparazione ci sono quelli che Greenpeace ha elaborato in collaborazione con la European Photovoltaic Industry Association (EPIA) dal titolo “Solar Generation 10”, pubblicati dal 2001. Da allora sono state sei le edizioni che hanno provato ad affinare la metodologia il calcolo previsionale. Ma anche qui il mercato è stato sempre più ambizioso delle attese. Dal grafico (clicca per ingrandire) si può notare infatti come tutte le previsioni (incluse quelle più ambiziose), e soprattutte quella dalla IEA, siano state regolarmente e ampiamente sottostimate rispetto ai dati a consuntivo.

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