Rapporto IEA, rassicurante sugli idrocarburi ma non sul clima

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La scorsa settimana è stata presentata in Italia l'ultima edizione del World Energy Outlook della IEA. L'offerta di petrolio non convenzionale e di gas, secondo l'Agenzia, potrà coprire la domanda crescente. Ma che impatto avrà bruciare questi idrocarburi sulla crescita delle emissioni di CO2? L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 4’15”)

La scorsa settimana Fatih Birol, capo economista dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), ha presentato il World Energy Outlook, il rapporto che ogni anno analizza nel dettaglio l’evoluzione degli scenari energetici e che fa valutazioni sugli scenari dei prossimi decenni (leggi anche World Energy Outlook 2012, verso un futuro insostenibile su QualEnergia.it).

Il rapporto di quest’anno, in controtendenza con quello degli scorsi anni, lancia un messaggio rassicurante in merito all’offerta di petrolio (soprattutto non convenzionale) e di gas. Ma potremmo continuare ad utilizzare tutti questi idrocarburi alla luce dell’acuirsi del global warming?

Anche la IEA sottolinea il problema delle emissioni di CO2, e la necessità di ridurle nel giro di pochi anni per non oltrepassare il limite dei 2 °C di incremento delle temperature indicato dalla comunità scientifica come soglia per evitare eventi climatici estremi.

Un aspetto del rapporto IEA, quello dell’impatto sui cambiamenti climatici, assolutamente trascurato dalla comunità internazionale.

Nel rapporto per la prima volta poi si dedica uno spazio specifico all’efficienza energetica. Un elemento che dovrà essere colto da tutti i Governi se si vorrà evitare che l’umanità proceda diritta verso la catastrofe ambientale.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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