Edilizia, un grande piano per la riqualificazione energetica

La crisi dell’edilizia dovrà essere affrontata puntando soprattutto alla riduzione dei consumi di energia delle abitazioni. Serve un “green deal" italiano che metta in campo strumenti adeguati, dai certificati bianchi ai fondi di garanzia e rotazione, dalla rimozione delle difficoltà di accesso al credito al rafforzamento delle Esco.

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Come dare nuove prospettive al comparto dell’edilizia italiana in forte crisi, aumentare l’occupazione, ridurre i consumi di energia e fare risparmiare soldi ai cittadini? Al Forum annuale di QualEnergia che si apre giovedì a Roma si presenteranno nuove suggestioni su questo fronte.

Le ristrutturazioni rappresentano ormai la quota maggiore degli investimenti nell’edilizia: nel 2011 hanno raggiunto il 57% del totale. Ma, concentrandosi sullo specifico segmento della riqualificazione energetica, i margini di intervento sono ancora amplissimi. La metà delle case infatti consuma il triplo rispetto alle nuove custruite in modo efficiente. Si conoscono le tecnologie e le soluzioni per intervenire, vi sono le convenienze economiche … ma il potenziale è solo scalfito. L’accesso al credito è difficile e il quadro normativo non aiuta. Le detrazioni fiscali sono state depotenziate e rischiano costantemente di sparire. Fra un mese scadono gli obblighi di risparmio per i distributori di energia e ancora non sono stati definiti i nuovi obiettivi per i certificati bianchi.

Quello che serve è un salto di qualità che consenta di trovare soluzioni nuove per superare la barriera degli investimenti iniziali, particolarmente critica nell’attuale contesto. Alcune esperienze straniere come “Pace” negli Usa o il “Green Building Project” e i “Condomini Intelligenti” in Italia già si muovono in questa direzione.

Un esempio da seguire con attenzione è il “Green Deal” inglese, un programma che mira a  riqualificare 14 milioni di appartamenti entro il 2020. L’aspetto più interessante di questo progetto riguarda la modalità di finanziamento degli interventi. Grazie ad un sistema di qualificazione e accreditamento delle aziende e alla gestione della finanza, gli interventi non vengono pagati all’esecuzione dei lavori ma solo dopo, attraverso un incremento della bolletta elettrica, sempre inferiore rispetto alla riduzione ottenuta dei costi energetici, rispettando la cosiddetta “golden rule”.

Gli investimenti quindi sono sostanzialmente privati. Lo Stato ha impostato il programma, lo ha finanzianto con 125 milioni di sterline (un po’ poco) e ha poi previsto un coinvolgimento delle compagnie energetiche con il lancio dell’Energy Company Obligation (ECO) che attiverà investimenti annui per 1,3 miliardi di sterline per cofinanziare i programmi di efficientamento. Il progetto è appena partito e potrebbe dare indicazioni utili per l’Italia, con gli opportuni adattamenti anche per superare gli eventuali limiti di impostazione.

Suggestioni per il prossimo Governo.

Andrà varato un piano di riqualificazione edilizia di ampia portata valorizzando le risorse dei privati e quelle pubbliche con una regia in grado di mettere insieme tutti gli elementi del “puzzle”. Ci vuole un’azione in grado di rimuovere le difficoltà di accesso al credito che ostacolano l’accesso all’enorme giacimento energetico virtuale del nostro parco edilizio. Andranno utilizzati gli istituti di credito e i fondi pensione, potenziati i fondi di garanzia e di rotazione, rafforzate le Esco e anche, perché no, incanalate le risorse derivanti dagli obblighi di risparmio energetico (i certificati bianchi) delle aziende di distribuzione. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas aveva suggerito in un proprio documento di innalzare gli obiettivi dei certificati bianchi al 2020 dagli attuali 6 Mtep a 12. Il decreto in fase di elaborazione deve essere firmato entro la fine dell’anno, consultando le parti interessate. Dovrà includere dei targets almeno di questo ordine di grandezza.  

Ma subito dopo, con il prossimo Governo, va avviato il cantiere del Green Deal italiano che preveda anche il coinvolgimento dei distributori di elettricità e gas. Una parte delle risorse legate agli obiettivi dei certificati bianchi dovrebbe infatti essere destinata agli interventi nel comparto industriale secondo l’attuale impostazione, mentre l’altra parte dovrebbe essere utilizzata come volano per un programma analogo a quello inglese. Una soluzione che, tra l’altro, darebbe maggiori garanzie sul raggiungimento degli obiettivi di energia risparmiata.

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