Conto energia termico: chi tardi arriva … non alloggia

Il decreto sulle rinnovabili termiche introduce una procedura burocratica molto più complessa e mette a disposizione risorse troppo limitate: per i privati 700 milioni all'anno, quando con il 55% nel solo 2010 sono stati portati in detrazione oltre 2,5 miliardi. L'opinione di Giampaolo Valentini, già responsabile delle agevolazioni fiscali all'Enea.

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Il decreto sulle rinnovabili termiche (che riguarda anche l’efficienza energetica), altrimenti detto Conto Termico e attuativo dell’art. 28 del D.Lgs 28/2011, è ormai davvero in dirittura d’arrivo in Gazzetta, posto che il Ministero ne ha perfino diffuso la bozza che, non essendo più top secret, è da ritenersi pressoché definitiva (Qualenergia.it, Conto energia termico, il testo del decreto e come funzionerà, ndr). Molte sono le novità rispetto al 55%, qualcuna positiva, la maggior parte negative. Esaminiamole rapidamente, riservandoci di entrare in dettaglio in altra occasione, vista la complessa articolazione del decreto.

Fra le novità positive possiamo citare: la riduzione a 2 o 5 anni del tempo di erogazione dell’agevolazione (erano 10 con il 55%), l’allargamento alla pubblica amministrazione della platea dei possibili beneficiari e forse il passaggio della gestione dall’Enea al GSE in quanto si spera che saranno disponibili più risorse, più presenza e più attenzione nell’assistenza agli utenti e nella formazione degli operatori.

Fra quelle negative, la riserva degli incentivi alla P.A. per molte tipologie di interventi tra i quali sicuramente quelli maggiormente apprezzati e realizzati dal pubblico come l’isolamento di pareti, tetti e pavimenti, la sostituzione di finestre, la sostituzione di impianti termici con caldaie a condensazione, interventi che nel 2010 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati Enea) hanno costituito l’85% di tutti i lavori realizzati a valere sul sistema di detrazioni del 55%. Il tutto, evidentemente, nell’ottica di contenere i costi per lo Stato dal momento che saranno disponibili solo 200 milioni all’anno per le pubbliche amministrazioni e 700 milioni all’anno per i privati. Se si considera che nel 2010 sono stati portati in detrazione 2.533 milioni di euro solo per i privati, ci si rende immediatamente conto dell’inadeguatezza dello stanziamento disponibile. Conseguenza: chi primo arriva non solo meglio alloggia ma sarà l’unico ad alloggiare ovvero i fondi saranno sufficienti solamente per coloro che per primi realizzeranno gli impianti mentre gli altri resteranno a bocca asciutta.

Per accedere agli incentivi, inoltre, sono previsti per tutti limiti prestazionali minimi piuttosto stringenti e l’incentivo a disposizione non è mai particolarmente generoso, non superando – in linea di massima per gli impianti più performanti – il 40% di quanto speso. Infine, la documentazione da presentare è sicuramente più corposa (e costosa) di quella richiesta in precedenza per il 55% dal momento che include, tra l’altro, attestato di certificazione energetica, schede tecniche, asseverazione dell’impianto, fatture, bonifici, diagnosi energetica, dichiarazioni e certificati di smaltimento, di emissione in atmosfera, ecc. Non occorre avere la palla di vetro per profetizzare che tutto ciò darà luogo a contestazioni e contenziosi che nella precedente gestione erano, altrettanto colpevolmente, pressoché del tutto assenti.

Si nota, in questo nuovo Conto Termico, la sostituzione dell’Enea, che ha gestito le detrazioni del 55%, con la “new entry” GSE che è ora incaricato di predisporre i moduli di domanda a uso degli operatori, di raccogliere detti moduli e la documentazione necessaria, di valutare la conformità o meno degli impianti ai requisiti di legge, di erogare gli incentivi, di predisporre controlli a campione, di proporre eventuali sanzioni per gli inadempienti e, infine, di informare e assistere gli utenti. L’Enea sconta così la poca attenzione e le poche risorse che per propria scelta ha voluto dedicare alle detrazioni fiscali del 55%, tanto da essere esonerata dal legislatore e da rivestire in futuro un ruolo marginale al servizio del GSE che, pur non avendo un’esperienza specifica nell’interfacciarsi direttamente con il grande pubblico, ha saputo evidentemente fornire garanzie di una più puntuale informazione e assistenza agli utenti e rendicontazione dei risultati alle pubbliche amministrazioni.

In ogni caso, dal momento in cui andrà in vigore il Conto Termico e fino al 30 giugno 2013, gli utenti privati potranno almeno scegliere se avvalersi delle detrazioni del 55%, del Conto Termico o delle ristrutturazioni edilizie (che possono comprendere anche interventi di risparmio energetico). Ovviamente gli incentivi non sono cumulabili e, in due parole, le caratteristiche sono le seguenti:

  • Detrazioni fiscali: incentivo generoso (55%) ottenibile in 10 anni, adempimenti moderati, costi di istruttoria medi, controlli documentali.
  • Conto Termico: incentivo più modesto (40%) ottenibile in 2 o 5 anni a seconda dell’intervento, costi di istruttoria rilevanti, controlli documentali e tecnici sul campo.
  • Ristrutturazioni edilizie: incentivo alto (50%) ottenibile in 10 anni, adempimenti minimi, costi di istruttoria quasi nulli, controlli scarsi e commisurati agli adempimenti.

Dopo il 30 giugno la situazione cambierà ancora e avremo modo di riparlarne. Fino a quel momento la scelta è dell’utente in base al tipo di intervento sostenuto, alle prestazioni attese, alla possibilità di avere supporto tecnico a buon mercato e… alla propria personale pazienza (e aspettativa di vita) nell’attendere di acquisire per intero il bonus previsto.

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