Fondi gas ai Comuni per poveri ed efficienza, scadenza rinviata

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Deadline spostata al 19 novembre per permettere ai distributori di ricaricare in bolletta i fondi. I Comuni che non lo avessero fatto, dunque, hanno un po' di tempo in più per chiedere i soldi ai concessionari senza che questi ci rimettano di tasca propria e dunque tentino di opporsi all'erogazione.

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Scadenza rinviata: i distributori gas avevano tempo fino al 15 ottobre per fare domanda all’Autorità per l’energia in modo da poter ricaricare in bolletta i soldi da dare ai Comuni per alleviare i costi dell’energia delle fasce più deboli. Invece la deadline è stata spostata al 19 novembre. I Comuni che non lo avessero fatto, dunque, hanno un po’ di tempo in più per chiedere i fondi ai concessionari senza che questi ci rimettano di tasca propria e dunque tentino di opporsi all’erogazione.

Ma ricordiamo, per far capire a chi non ha seguito le puntate precedenti, di che e quanti soldi si tratta. Sono fondi che i Comuni potrebbero esigere dai concessionari della distribuzione del gas, cioè da chi gestisce la rete locale, e usare per far risparmiare sull’energia le fasce meno abbienti della popolazione, per esempio con programmi di efficientamento delle case popolari o per aiutare chi non riesce a pagare. E non sono spiccioli: fino a 323 milioni di euro all’anno in totale. Per esempio Torino potrebbe avere 6 milioni l’anno, Napoli 4 milioni, Venezia oltre 2 milioni. Insomma, uno strumento nascosto nella bolletta del gas che potrebbe dare grandi risultati nel promuovere l’efficienza energetica e tutelare contemporaneamente le fasce più deboli, ma che i Comuni stanno in gran parte ignorando.

“Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo perché, se non si richiedessero ora, questi soldi andrebbero a far parte della quota che dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale si dovrebbe affrontare una causa civile. In sintesi: o ora, o tra dieci anni dopo una causa, se la si vince”, commenta a Qualenergia.it Davide Sabbadin, responsabile energia di Legambiente Veneto, che si sta mobilitando per far conoscere ai Comuni questa possibilità spesso ignorata.

Come sappiamo, nel lento processo di liberalizzazione del gas i 177 ambiti (i distretti delle reti del metano) italiani dovrebbero assegnare le concessioni ai distributori tramite gare che, se fatte bene, renderebbero il rapporto più vantaggioso per i Comuni. Tuttavia il processo è lento: si mettono a gara 25 ambiti ogni 6 mesi e, al momento, su 6.500 Comuni metanizzati, in Italia solo 600 hanno concluso la gara. La normativa in questione che deriva dall’art. 46 bis L. 222/07, come successivamente modificato, prevede che le municipalità interessate dalle nuove gare possano incrementare, da subito e fino alla conclusione delle gare d’ambito, il canone delle concessioni di distribuzione fino al 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione, la parte della bolletta che va a remunerare il gestore. I soldi così raccolti, dice la legge, dovranno essere destinati “prioritariamente all’attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti”. La delibera Aeeg 159/08, all’art. 59, ha poi stabilito che i distributori possano rifarsi ricaricando sugli utenti finali: un rincaro che è proporzionale ai consumi e che in media si aggira su 1 euro al mese per utente.

Ovviamente, a differenza che per la somma dovuta per il 2012, per gli arretrati degli anni scorsi le società di distribuzione non potrebbero rifarsi sugli utenti, bensì avrebbero perdite secche: per questo i Comuni che volessero recuperare il gruzzolo che spetterebbe per gli anni passati loro dal 2008 al 2011 – cosa che nessuno ha mai fatto finora – dovrebbero prepararsi a battaglie legali.

Più semplice ottenere i soldi del 2012: basta una delibera. Come detto i distributori hanno tempo fino al 19 novembre per chiedere all’Autorità per l’energia di modificare la bolletta in modo da far recuperare la cifra del 2012 scaricandola sugli utenti. Se il Comune fa richiesta ora, può ottenere i soldi senza che il gestore ci rimetta: diversamente questo potrebbe opporsi e tentare vie legali per non erogarli. Per sapere come fare la richiesta di questi fondi ed essere guidati nella stesura della delibera i Comuni possono rivolgersi a Legambiente ([email protected]) o al Consorzio Reti Ga, un consorzio privato (ma indipendente dalle società distributrici di gas) patrocinato da ANCItel, la società di servizi controllata dall’associazione nazionale dei Comuni italiani,  che si occupa della consulenza per la predisposizione dei bandi di gare d’ambito e per il recupero dei fondi spettanti ai Comuni.

In allegato in basso uno schema di delibera e uno di lettera al gestore. I Comuni farebbero bene ad approfittare dell’aiuto offerto e recuperare questi soldi, tanto più in questo momento in cui le Amministrazioni pubbliche hanno poche risorse da investire nell’efficienza energetica e nella tutela dei meno abbienti, due settori strategici per combattere la crisi.

Schema di delibera comunale per la richiesta dei fondi (pdf).

Schema di lettera al gestore per la richiesta dei fondi (pdf).

 

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