La rete elettrica alla prova delle rinnovabili

Eolico e fotovoltaico creano veramente problemi alla stabilità della rete? Nuovi elettrodotti e accumuli: come adeguare le infrastrutture elettriche al cambiamento del sistema energetico? Ne parliamo con l'ingegner Pierfrancesco Zanuzzi, direttore del dispacciamento di Terna, la società che gestisce la rete ad alta tensione del nostro Paese.

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L’ingegner Pierfrancesco Zanuzzi è direttore del dispacciamento di Terna, la società che gestisce la rete ad alta tensione del nostro Paese. La sua responsabilità è quella di controllare che, in ogni momento, ciascuna area del nostro Paese abbia esattamente tutta l’energia elettrica che le serve. Per farlo, il suo dipartimento dosa l’immissione di elettricità in rete in arrivo dalle varie fonti, centrali termiche tradizionali, fonti rinnovabili, importazione, equilibrandola con quanto prelevato dagli utenti, in modo da evitare sia eccessi di immissione che carenze, due eventualità che possono portare a disastrosi black out che, se non controllati, possono estendersi a macchia d’olio e mandare in tilt l’intera rete nazionale. Un lavoro di altissima responsabilità, quindi, che con l’avvento massiccio delle rinnovabili intermittenti, la cui produzione non è programmabile, si dice sia diventato ancora più complicato.

Ingegner Zanuzzi, eolico e fotovoltaico creano veramente problemi alla stabilità della rete?

Per adesso problemi li hanno dati solo in particolari situazioni in cui si sono incrociate bassa domanda e alta insolazione e ventosità, il lunedì di Pasqua o lo scorso Ferragosto, per esempio. In queste situazioni, in certe aree d’Italia, la produzione da rinnovabili può arrivare a erodere e sovrapporsi al base load da fonti termiche, che non è molto modulabile, e questo può creare problemi di bilanciamento. Ma bisogna dire che, a differenza della Spagna, dove fra le rinnovabili domina l’eolico che può variare notevolmente e in modo poco prevedibile di potenza, anche in poche ore, in Italia domina il fotovoltaico, la cui produzione è molto più costante e prevedibile e quindi, in genere, crea meno problemi. Dal 2013, comunque, la situazione dovrebbe migliorare perché l’Autorità per l’Energia ha varato provvedimenti che, basandosi su incentivi e sanzioni, indurranno i gestori dei grandi impianti eolici e solari a far sì che, usando appositi dispositivi per la regolazione della potenza immessa in rete, la loro produzione sia più affidabile.

Forse una soluzione più definitiva sarebbe interconnettere meglio le varie parti d’Italia, per spostare l’eccesso di produzione rapidamente dal sud della produzione, al nord che ha maggiori consumi.

È una soluzione che serve a poco, se la sovrapproduzione capita, come ho detto, in periodi di scarsa domanda. Inoltre il fotovoltaico è ben distribuito in tutto il Paese; l’Emilia, per dire, ne ha più della Sicilia, e infatti siamo dovuti intervenire per eccessi nella sua produzione, sia a sud che a nord. Discorso diverso per l’eolico, che in effetti è concentrato al sud. E sappiamo bene che i prossimi sviluppi delle rinnovabili vedranno il sud sempre più protagonista visto che, per esempio, la grid parity del solare si raggiungerà prima lì che nel resto d’Italia. Per questo i nostro piani di sviluppo della rete prevedono innanzitutto un nuovo collegamento fra Sicilia e Calabria, che finalmente consentirà un maggiore scambio di elettricità fra isola e continente, contribuendo anche a moderare i prezzi del kWh siciliano, fra i più alti d’Italia, e poi realizzeremo o potenzieremo diverse nuove tratte, per collegare meglio la Puglia alla Campania, il sud al centro e il centro al nord.

Non avrete problemi a far accettare queste nuove linee alle popolazioni locali?

Terna ha una politica della massima trasparenza e del massimo dialogo con le realtà locali, quando deve creare le nuove infrastrutture, proprio al fine di evitare conflitti. Per esempio spesso, invece di raddoppiare le linee, preferiamo potenziare quelle esistenti o, se ne costruiamo una nuova, ne abbattiamo una vecchia, così che l’impatto sul paesaggio sia lo stesso.

Come si inquadra l’accumulo di energia, in questo contesto di sempre maggiore apporto di fonti intermittenti?

Già oggi usiamo i bacini idroelettrici di accumulo in funzione di regolazione: quando si profila un sovraccarico, chiediamo agli operatori di pompare acqua, per assorbirlo. O, se c’è una carenza di immissione, al contrario, di rilasciare acqua nelle turbine. Utilizziamo anche grandi batterie montate in rimorchi di camion, per esempio per assorbire l’eccesso di produzione nel caso di impianti eolici connessi con linee che non possono reggere la loro potenza massima.

Ma perché sono stati fatti impianti dove c’erano linee inadeguate? E non converrebbe connetterli meglio, invece di usare le batterie?

In altri Paesi la legge prevede che sia il gestore della rete a indicare a chi vuole realizzare l’impianto a quale nodo deve connettersi. In Italia no, l’impianto uno lo fa dove vuole, e poi sono i gestori della rete a risolvere il problema di come connetterlo. Visto che in Italia l’eolico è concentrato in aree montane, spesso remote, certe volte conviene intervenire con le batterie, piuttosto che realizzare una linea ex novo.

Allarghiamo un po’ l’orizzonte. Oltre al pompaggio e alle batterie, state studiando altri sistemi per accumulare elettricità? Che so, aria compressa, idrogeno, aria liquida,  volani, supercondensatori …

Ci interessano così tanto queste possibili alternative, che Terna ha fondato una sezione apposita, chiamata Terna Plus, proprio per fare ricerca su questo interessante argomento tecnico-scientifico, ma non è il mio settore.

E che ne dite di progetti tipo Desertec, che prevedono di produrre energia elettrica dal sole in Nord Africa, e trasportarla poi in Europa con grandi linee a corrente continua? L’Italia sarebbe uno dei luoghi di transito naturali di queste nuove linee.

Seguiamo questo progetto molto da vicino, e siamo sicuramente interessati a collaborare nell’uso del nostro Paese come ponte fra Africa ed Europa. Ma si tratta di un progetto a lungo termine, e temo che l’attuale fase di instabilità politica in Nord Africa, ne allontani ulteriormente la realizzazione.

Un’ultima cosa. In Europa la produzione di energia elettrica è spesso riportata on line dai gestori della rete in tempo reale, in forma grafica facilmente leggibile, già suddivisa nelle varie fonti. Per la Spagna c’è l’ottimo sito demanda.ree.es, molto chiaro anche quello francese (qui) , meno leggibile quello della Danimarca, e infine la Germania, che ha un sito un po’ complicato da leggere, e con i dati ritardati di un giorno. Bello anche il grafico della potenza istantanea del fotovoltaico tedesco, visibile al sito. Avere informazioni in tempo reale sul mix di fonti è importante, per capire come si formano offerta e prezzi dell’elettricità, e come si riesca a compensare l’intermittenza di alcune fonti rinnovabili. In Italia, invece, Terna mostra solo uno scarno grafico limitato alla previsione dei consumi e quelli effettivi. Perché?

In realtà anche noi, oltre alla rappresentazione in tempo reale della domanda, rendiamo pubblici i dati dell’offerta elettrica suddivisa per fonti, solo che li pubblichiamo in forma numerica nel nostro Transparency Report (vedi qui, ndr), il giorno dopo averli raccolti. Non sono in una forma facile da leggere, come in un grafico, me ne rendo conto; ma considerate che da noi buona parte della nuova potenza fotovoltaica non è connessa con la nostra rete ad alta tensione, ma con quelle a media e bassa tensione dei distributori finali. Quindi per avere quei dati, dobbiamo aspettare che ce li comunichino. Comunque intendiamo anche noi dare un’informazione divisa per fonti e in tempo reale. Attendiamo che il boom di allaccio di nuovi impianti a rinnovabili si calmi, e che si possano così realizzare degli algoritmi validi per stimare la produzione da fotovoltaico prima che ci arrivino i dati ufficiali. Una volta che avremo strumenti di calcolo affidabili, metteremo sul nostro sito un grafico che visualizzi in tempo reale la produzione elettrica divisa per fonti, probabilmente a partire da dicembre.

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