Quali politiche per il raffrescamento da rinnovabili

La domanda di raffrescamento in Europa potrebbe triplicare al 2020. E la richiesta potrebbe essere soddisfatta tutta o quasi con fonti rinnovabili, ma secondo lo studio del tedesco Öko-Institut e.V gli ostacoli sono soprattutto di natura politica-energetica. Un documento utile per fare il punto su tecnologie e strategie per il 'renewable cooling'.

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Come rispondere alla domanda di raffrescamento in Europa, che si attende possa triplicare al 2020 rispetto a quella del 2007? Il mercato potenziale del raffrescamento negli edifici commerciali e residenziali europei è stimato in oltre 1.400 TWh all’anno (41% per il settore dei servizi e 59% per quello residenziale). La European Technology Platform for Renewable Heating and Cooling (ETPRHC) ritiene che questa richiesta possa essere soddisfatta tutta con le fonti rinnovabili. In particolare diversi studi sostengono che da solo il solare termico potrebbe coprire al 50% questo fabbisogno, e ovviamente con maggiore efficacia nell’Europa meridionale.

Per lo studio “Contribution of Renewable Cooling to the Renewable Energy Target of the EU” (pdf) del tedesco Öko-Institut e.V, che conferma questa prospettiva, non è comunque una strada in discesa e non solo per aspetti prettamente tecnologici, quanto a scelte di carattere politico-energetico.

Ma cos’è il raffrescamento? L’ETPRHC ne dà una definizione: “è la diminuzione della temperature dell’aria interna per ottenere comfort termico e per fornire l’ambiente necessario ai processi tecnici o alle attività da realizzare nell’edificio”.  Lo studio tedesco tuttavia propone che le rinnovabili siano aggiunte in tale definizione e che la domanda sia definita in termini di “raffrescamento utile”, escludendo cioè le dispersioni di calore utilizzate poi per il raffrescamento, come avviene negli impianti energetici o industriali. Infine, secondo lo studio, andrebbero definiti livelli di standard di efficienza per le diverse tecnologie, come per esempio fattori minimi di prestazioni stagionali per le pompe di calore reversibili (nella direttiva RES sono definiti solo per le pompe di calore).

Lo studio sottolinea, soprattutto per il fatto che il raffrescamento da rinnovabili non è incluso nella Direttiva europea rinnovabili 2020, che c’è ancora una forte carenza delle politiche statali a favore di questo settore e che le rinnovabili potrebbero giocare un ruolo strategico nel coprire questa domanda che, come detto, è in forte crescita. Ne consegue che mancano anche obiettivi specifici a livello degli Stati membri e, ovviamente, senza un sostegno politico non riescono a partire adeguati sistemi di incentivi in grado di sviluppare queste tecnologie per il ‘raffrescamento rinnovabile’. A tal proposito, si chiede a ciascun Paese della UE di includere tra i propri obiettivi per le rinnovabili specifici target e misure incentivanti per il loro raggiungimento, misure che il documento prova a indicare tra quelle già in uso in Europa per altre applicazioni e tecnologie.

Un primo passo da fare è quello di raccogliere dati statistici su tutti gli impianti a fonti rinnovabili che fanno raffrescamento, al momento limitati solo a impianti di solar cooling, cioè che utilizzano sistemi solare termico. Anche a livello statistico vanno chiariti alcuni aspetti fondamentali ai fini di eventuali obiettivi europei o nazionali: se l’elettricità da rinnovabili usata per il raffrescamento deve essere contabilizzata ai fini del target delle rinnovabili elettriche, quella che provenisse da un sistema stand alone, per esempio FV, e usata per alimentare un’apparecchiatura per il raffrescamento potrebbe annoverarsi proprio come ‘renewable cooling’. Ma c’è ancora del lavoro da fare in questo ambito.

Nel documento si fornisce una panoramica e una classificazione dei sistemi e tecnologie per il raffrescamento da rinnovabili. In particolare quest’ultima è così definita:

  1. raffrescamento diretto – Sistemi che utilizzano sostanze che già richiedono basse temperature (accumuli di materiali come neve, acqua di mare, acqua del terreno, ecc.) e che non richiedono ulteriori apparecchiature come refrigeratori o pompe di calore;
  2. raffrescamento indiretto – Sistemi che hanno bisogno di elettricità o introduzione di acqua per far abbassare la temperature (per esempio raffrescamento attivo con pompe di calore, raffrescamento evaporativo);
  3. raffrescamento con il calore da rinnovabili – Sistemi che convertono il calore in freddo da fonti energetiche rinnovabili come solare termico, biomasse, geotermia attraverso chiller o macchine ad assorbimento. 

Il ruolo dell’industria in questo settore è ritenuto essenziale e sarà quello di spingere su ricerca e sviluppo al fine di rendere disponibili per il mercato e a bassi prezzi le tecnologie anche per la singola abitazione familiare.

Da segnalare nel documento di Öko-Institut e.V. anche la nutrita bibliografia di settore.

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