L’attrattività delle rinnovabili tra crisi e tagli

La crisi colpisce anche le rinnovabili. In Italia si somma l'incertezza sul conto energia FV e il decreto rinnovabili elettriche. La conferma viene dall'ultimo “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” di Ernst&Young. Nel mondo dal 2009 mai così pochi investimenti. Il nostro Paese resta al 5° posto in classifica.

ADV
image_pdfimage_print

La crisi sta colpendo anche le rinnovabili e in Italia a questo si sommano gli effetti nefasti dell’attesa dei decreti su conto energia fotovoltaico e le altre rinnovabili elettriche, che come sappiamo non promettono nulla di buono. La conferma viene dall’ultimo “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” di Ernst & Young, la classifica delle nazioni che attirano più investimenti nelle energie pulite (vedi allegato, pdf).

Dopo l’anno record 2011, gli investimenti mondiali nelle energie rinnovabili sono ridiscesi nel primo trimestre di quest’anno al livello più basso dal 2009, vi si legge. Il settore ha sofferto della crisi dei debiti pubblici in Europa, ma anche della concorrenza dello shale gas e dei vari tagli ai sistemi incentivanti messi in atto o previsti in mercati importanti, tra cui l’Italia.

La buona notizia è che le energie rinnovabili continuano il loro cammino verso la grid parity (il prezzo dei moduli fotovoltaici, si ricorda, si è dimezzato nel giro di un anno): sul lungo termine dunque il settore continuerà la sua crescita. Il problema per molte aziende però è la situazione attuale. “I prossimi 12 mesi saranno probabilmente caratterizzati da un ulteriore consolidamento nei settori solare ed eolico, con la maggior parte delle operazioni previste in Asia”, ha dichiarato il direttore Energy and Environmental Finance di Ernst & Young, Ben Warren.

La classifica dei Paesi più attraenti per gli investimenti in rinnovabili, come si vede nella tabella, è rimasta invariata per quel che riguarda i primi della lista, ma tutti questi Paesi hanno perso punteggio. In Germania pesa l’ombra dei prossimi tagli agli incentivi, negli Usa l’incertezza sulla fine di alcuni strumenti di supporto molto importanti, in Cina lo sviluppo dell’eolico è frenato dai problemi della rete. Non mancano comunque mercati interessanti per il rinnovato impegno a sostegno delle rinnovabili: è il caso di Messico, Cile e Austria. Il dato più eclatante è poi l’ascesa del Giappone dal 13° al 10° posto con 50,3 punti.

La classifica relativa al solo fotovoltaico vede l’Italia ferma al quinto posto, dopo gli Usa, la Germania e l’India a pari merito e la Cina (vedi tabella). Il nostro Paese perde un punto intero dall’ultima edizione e il motivo è l’incombere delle novità penalizzanti del quinto conto energia. Di buono c’è che Ernst & Young comunque non prevede un esodo improvviso degli investitori, visto che le tariffe rimarrebbero relativamente buone rispetto ad altri Paesi.

Nella classifica riguardante l’eolico (vedi tabella) invece il nostro Paese è al settimo posto. Anche qui le novità normative peseranno: si prevede una spinta nelle installazioni da qui a inizio 2013, quando entrerà in vigore il decreto sulle rinnovabili elettriche in discussione in questi giorni. Dopo quella data il mercato sarà frenato: le previsioni sono che si installino 4-5 GW nel periodo 2012-2016.

Il rapporto Ernest & Young (pdf)

ADV
×