Il potenziale sprecato delle rinnovabili termiche

Per raggiungere l'obiettivo 2020 con il miglior rapporto costi/benefici occorre promuovere di più le rinnovabili termiche. A parità di energia prodotta costano in incentivi da 3 a 10 volte meno delle elettriche, ricorda l'Aeeg. Al momento però manca una strategia complessiva e da quasi 8 mesi si attende il decreto che stabilirà i nuovi incentivi.

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Per raggiungere l’obiettivo 2020 sulle fonti pulite con il miglior rapporto costi-benefici occorre promuovere di più le rinnovabili termiche. Al momento però non solo manca una strategia complessiva per distribuire lo sforzo, ma tutto il settore delle termiche e dell’efficienza energetica non sa cosa aspettarsi per il futuro più prossimo: da settembre 2011 si è in attesa del decreto attuativo che stabilirà come queste fonti saranno incentivate.

Lo ricorda anche l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nel suo parere sulla bozza di decreto sulle rinnovabili elettriche (qui, in pdf). Nel testo del documento si evidenzia che i provvedimenti incentivanti “continuano a riguardare la sola produzione elettrica da fonti rinnovabili e sono stati proposti in totale assenza degli obiettivi complessivi e delle relative strategie per il loro raggiungimento”.

L’Autorità evidenzia che lo sviluppo della termica da fonti rinnovabile conviene al Paese perché è il modo meno costoso per raggiungere gli obiettivi di energia “verde” condivisi con l’Unione Europea. E dà anche dei numeri: 1 tep di maggior produzione di energia elettrica da rinnovabili – stima – comporterebbe un onere annuo variabile tra 930 (nel caso di fonti incentivate con gli attuali certificati verdi) e 3.500 euro (per il fotovoltaico, considerando gli incentivi medi a oggi erogati); 1 tep di maggior produzione di energia termica da rinnovabili comporterebbe un onere annuo pari a circa 350 euro; 1 tep di riduzione dei consumi finali per effetto di interventi di risparmio energetico comporterebbe un onere pari a circa 100 euro.

La delibera sottolinea inoltre il fatto che l’aumento della termica rinnovabile “potrebbe vedere l’Italia giocare un ruolo importante, dato che il nostro Paese è avanzato in tali settori”.

Parole accolte con favore da chi si occupa di rinnovabili termiche. “Condividiamo molte delle considerazioni dell’AEEG, – commenta il presidente di Aiel, l’associazione italiana dell’energia dal legno, Marino Berton – questo modo di procedere del tutto disarticolato, un pezzo alla volta, come ci viene proposto, impedisce di avere una visione complessiva. Manca una Strategia Energetica Nazionale nella quale inserire strumenti e regole per velocizzare la transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Termica, elettrica, biocarburanti, efficienza energetica vanno tutte inserite in un disegno verso il 2030 per raggiungere risultati ben più ambiziosi del 17% e per contribuire a far crescere davvero l’economia del nostro Paese .”

Anche Assolterm, l’associazione italiana del solare termico, esprime soddisfazione per i contenuti della delibera Aeeg: “Ritengo che con questa delibera l’Autorità abbia dato un segnale importante che va nella giusta direzione di un riequilibrio dell’attenzione data a termico ed elettrico nel raggiungimento degli obiettivi al 2020. Spero vivamente che il Governo dia il giusto peso a quanto asserito con cognizione di causa da un organo tecnico e prestigioso quale è l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas”, dichiara il presidente, Sergio D’Alessandris.

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