Clini: lontani i decreti per rinnovabili ed efficienza

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Organizzazioni e imprese della green economy hanno discusso il Manifesto per un futuro sostenibile per l’Italia con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Il Ministro ha lanciato lo 'slogan' degli Stati Generali della green economy, ma intanto dà cattive notizie sul FV e nessuna data per l’uscita dei decreti attuativi sulle altre tecnologie.

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È stato un incontro quasi unico nel suo genere, le cui finalità erano chiare fin dal titolo: “La green economy per affrontare la crisi italiana”. Diversi rappresentanti della green economy, aziende e organizzazioni appartenenti in particolare ai settori delle rinnovabili e del ciclo dei rifiuti, sono stati chiamati a intervenire, moderati dal Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, ponendo domande relative al proprio settore al Ministro dell’Ambiente, il quale, da parte sua, per due ore ha risposto, mettendo in evidenza luci e ombre dell’attuale politica energetica e ambientale del nostro Paese.

Il gioco non è per niente facile” ha dichiarato il Ministro dopo aver ascoltato la prima serie di domande, “la situazione è molto sfidante perché ci sono visioni molto diverse che si stanno confrontando: da un lato c’è l’approccio del Governo che è molto orientato alla riduzione del debito pubblico, obiettivo giustamente strategico e sacrosanto e, dall’altro, le misure per la crescita che sono tuttora all’interno di un processo ancora molto controverso e tutt’altro che lineare”.

L’esempio, paradigmatico – a detta dello stesso Ministro – del serrato confronto tra i due approcci, è quello delle detrazioni fiscali del 55%. La Ragioneria Generale dello Stato identifica la misura incentivante come una misura che ha bisogno di una copertura nel bilancio di esercizio in cui viene erogato l’incentivo. Un altro approccio, portato avanti dal Ministero dell’Ambiente, chiede invece di collegare l’incentivo a un conto economico: “I numeri del 55% dicono in modo molto chiaro” ha continuato il Ministro “che i benefici di questo sistema incentivante, in termini sia di entrate dirette nella casse dello Stato sia di creazione di valore nell’economia reale, sono decisamente significativi”.

Il Ministro ha poi messo in evidenza come sia indispensabile passare da una logica emergenziale – qui in particolare il riferimento era agli effetti dei cambiamenti climatici sul nostro territorio, già caratterizzato da un dissesto idrogeologico mai affrontato seriamente – a una logica preventiva indirizzata alla crescita, cioè a una pianificazione degli investimenti che, mentre risponde alle esigenze di tutela del territorio, pone le basi per una crescita economica in termini di costi evitati, di creazione di posti di lavoro, di filiere industriali e innovazione.

Presenti tra i relatori anche due associazioni delle rinnovabili, Anev e Federpern, che hanno posto l’accento sulla crisi che le aziende del comparto delle rinnovabili stanno fronteggiando, aggravata pesantemente dall’incertezza creata dalla mancata pubblicazione dei decreti attuativi sugli incentivi previsti dal decreto 28 e attesi ormai da 6 mesi.

Su questo argomento il Ministro ha dato una risposta più articolata che non farà dormire sonni tranquilli agli operatori del comparto. Sul fotovoltaico il Ministro ha confermato che si sta lavorando al V conto energia che comporterà un’ulteriore riduzione degli incentivi finalizzata a contenerne i costi. Secondo il ministro “stiamo pagando il prezzo delle distorsioni del fotovoltaico, per il quale siamo arrivati a un valore degli incentivi pari a 6 miliardi di euro l’anno, limite per il quale la legge prevede che si ridiscutano i costi. Stiamo lavorando sull’ipotesi del quinto conto energia, ma il trend è quello di contenere i costi”.

Per quanto riguarda il decreto relativo alle altre rinnovabili elettriche, i fondi a disposizione sono pari a 2 miliardi di euro all’anno: “Sul fronte dei fondi abbiamo un tetto concordato attorno a 5 miliardi l’anno – ha spiegato Clini – di fatto 3 miliardi all’anno sono giá coperti dagli incentivi esistenti e abbiamo un margine di 2 miliardi sui quali lavorare”. L’entità dell’incentivo, viene sottolineato, dovrà dipendere dall’impatto positivo che il sistema incentivante può avere in termini di consolidamento di attività produttive. Ciò che viene detto a chiare lettere dal Ministro è che non bisogna pensare che la determinazione dell’incentivo possa essere guidata esclusivamente dal raggiungimento degli obiettivi al 2020. L’altro criterio guida deve essere quello di puntare su settori e su linee di investimento che possano sostenere una strategia di competitività per il nostro Paese a livello internazionale, con particolare riferimento ai segmenti più avanzati della tecnologia. Ma su questi aspetti anche all’interno di Confindustria ci sono posizioni molto differenti sulle scelte da fare.

Il Ministro ha comunque avvertito che siamo ancora lontani da un punto di arrivo sui decreti attuativi per l’incentivazione delle rinnovabili, perché il confronto con il MiSE è ancora aperto.

Proprio su questo punto è intervenuto anche il senatore del PD Francesco Ferrante che ha ricordato prima di tutto come in attesa dei decreti sugli incentivi non ci siano solo gli operatori delle rinnovabili elettriche, ma anche quelli delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica. E poi ha aggiunto: “Uno dei settori trainanti e più innovativi del nostro Paese attende i decreti attuativi sugli incentivi dal 29 settembre, quindi da 6 mesi. È assurdo sentire dal Governo che si è ancora lontani dalla definizione di testi che dovevano essere già pronti, quando il comparto delle rinnovabili è bloccato, gli investimenti sono fermi e l’occupazione è in pericolo”.

Poco o nulla è stato detto da Clini sulla ‘Carbon tax’ che potrebbe essere contenuta nella delega fiscale e che andrebbe a finanziare, nel caso si concretizzi, misure di decarbonizzazione con un prelievo aggiuntivo sui combustibili fossili. Mentre sul Fondo rotativo per Kyoto “le domande superano giá le risorse. In quattro giorni abbiamo coperto tutta la disponibilitá, a dimostrazione che, quando vengono messi in campo gli strumenti giusti, la green economy funziona”, ha detto il ministro per l’Ambiente.

In conclusione dei lavori, Edo Ronchi ha accolto con favore la proposta lanciata da Clini degli Stati Generali della green economy e ha annunciato che con ogni probabilità si terranno in novembre in occasione di Ecomondo. “Dovremo cercare di preparare questa scadenza perché stimoli la partecipazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati. Un appuntamento veramente rappresentativo dell’industria e dell’economia italiana, dove emerga con chiarezza che non si tratta più di un dibattito di nicchia ma, al contrario, di un confronto – sulle potenzialità del comparto, sugli ostacoli da rimuovere e gli strumenti da attivare per poterli rimuovere – che riguarda il futuro dell’economia e della crescita del nostro Paese.”

Vedi “Manifesto per un futuro sostenibile per l’Italia

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