Come cambia il mercato delle rinnovabili in Europa con la riduzione degli incentivi

  • 10 Febbraio 2012

Quali sono i paesi europei che hanno subito maggiori riduzione degli incentivi alle rinnovabili? Qual è adesso il cammino verso il traguardo della grid parity? Il caso del fotovoltaico in Italia. Agi Energia intervista Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

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Agi Energia – Il paese europeo dove gli incentivi alle rinnovabili hanno subito il taglio più radicale è stata la Spagna. Già nel 2010 il governo Zapatero aveva attuato una forte stretta sulle tariffe, riducendole addirittura del 45% per gli impianti a terra. Lo scorso 27 gennaio il nuovo esecutivo Rajoy ha invece sospeso a tempo indeterminato l’erogazione dei finanziamenti. Si tratta di una scelta legata alla crisi o all’eccessiva generosità degli incentivi concessi in passato?

Silvestrini – Gli incentivi erano stati eccessivamente generosi nel 2008, quando ci fu il boom e Madrid arrivò a produrre 2.800 MW di elettricità da fotovoltaico, una cifra assolutamente incredibile. Si registrarono in effetti delle truffe e una corsa per riuscire ad accaparrarsi gli incentivi. Il taglio del 2010, con il cap a 500 MW, consentì comunque di mantenere gli investimenti, mentre quest’ultima mossa di Rajoy mi pare abbia anche un carattere politico, in quanto va contro la politica che il governo socialista aveva adottato sul fronte delle rinnovabili. Tale moratoria ha però subito una forte contestazione da parte della Ue: cambiare le regole in corsa e addirittura bloccare il mercato è un pessimo segnale per l’industria. La Spagna ha numeri molto interessanti, aveva creato un’industria sia nel campo dell’eolico che del fotovoltaico e, pur avendo gestito male il sistema delle tariffe nel 2008, è un paese che aveva le caratteristiche per portare avanti delle politiche intelligenti.
Così invece si brucia un intero settore, Madrid è stata decisamente un cattivo esempio di gestione degli incentivi.

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