Le rinnovabili record spingono le smart grids

La produzione elettrica da rinnovabili intermittenti in Baviera, ma anche in Italia, supera la soglia del 10%. Una crescita che pone problemi ai distributori. Alcuni stanno investendo nell'accumulo elettrochimico, altri pensano di gestire la situazione dal lato della domanda. Serve un'azione per la gestione intelligente delle reti. L'editoriale di Silvestrini.

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Cinque anni fa brindavamo perché nella Baviera, il più grande Land tedesco con 12,5 milioni di abitanti, il fotovoltaico era arrivato a coprire l’1% della domanda elettrica. Quest’anno è probabile che il solare superi il 10% della richiesta della regione tedesca. Gli impianti fotovoltaici sono infatti ormai più di 300.000 per una potenza complessiva che ha superato i 7.000 MW. L’obiettivo della Baviera era di soddisfare con il solare il 16% della domanda entro il 2020, ma tutto fa pensare che questo traguardo sarà superato. Intanto, già ora, nelle ore centrali delle giornate dei week-end estivi la produzione fotovoltaica arriva a superare l’intera domanda. Nel grafico la quota della domanda elettrica della Baviera coperta dal fotovoltaico che nel 2011 si stima possa essere stata dell’8%.

Il grande flusso di energia solare inizia a comportare qualche problema ai distributori che stanno attrezzandosi per gestire la situazione. Ecco quindi che il tema delle smart grids diventa di grande attualità.

Questa situazione non riguarda solo la Germania, ma anche l’Italia, che a fine anno avrà una potenza eolica e solare di 23.000 MW e dovrà gestire una produzione elettrica intermittente in quantità superiore al 10% della richiesta del paese. Le linee d’azione che si stanno delineando sono diversificate. Enel e Terna stanno già spendendo mezzo miliardo di euro per dotarsi di sistemi avanzati di accumulo elettrochimico, svolgendo così un ruolo di punta a livello europeo.

Ma presto vedremo soluzioni che agiscono anche sul lato della domanda. Diverse sono le esperienze in atto a livello internazionale. Nella contea di Mason nello Stato di Washington, ad esempio, si sta sperimentando l’utilizzo di boilers elettrici per favorire l’immissione in rete di energia eolica. Le resistenze elettriche degli scaldabagni vengono attivate in funzione delle esigenze della rete. A parità di servizio reso, nel piccolo campione esaminato si è registrata una riduzione del 90% della richiesta di energia di picco e un aumento del 78% dell’assorbimento di energia rinnovabile. Un’altra esperienza viene dal Texas, stato leader dell’eolico negli Usa con oltre 10.000 MW installati, dove l’Austin Energy sta sperimentando il controllo degli impianti di climatizzazione.

Insomma, si apre l’era del governo intelligente della rete. Si tratta di un’area in cui Italia, Germania e alcuni Stati degli Usa potranno acquisire una preziosissima esperienza come apripista di un mercato che crescerà in maniera impetuosa con la diffusione su larga scala delle rinnovabili.

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