Il clima dopo Durban secondo il ministro Clini

  • 12 Dicembre 2011

Da Durban una novità assoluta nei rapporti con i paesi emergenti. L'Italia protagonista in questo nuovo partenariato. Il commento del ministro dell'Ambiente Corrado Clini sugli esiti della Cop 17 di Durban.

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 “Credo che l’Italia sia nella condizione di giocare una partita da protagonista in questo nuovo partenariato tra l’Europa e le economie emergenti”. Lo dice Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, commentando gli esiti della Cop17 di Durban dove l’assemblea delle Nazioni Unite ha trovato l’intesa sulla road map per difendere il clima.


Il piano, che vuol impegnare tutti i paesi, sarà definito entro il 2015 e le misure previste dovranno diventare esecutive a partire dal 2020. Dal 2013 partirà quindi la seconda fase degli impegni di Kyoto a cui aderiranno l’Europa e una parte dei paesi industrializzati e poi si renderà operativo un Fondo Verde da 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i paesi più poveri (Qualenergia.it, Clima, ecco cosa si è deciso a Durban).


Un accordo che – nelle intenzioni – offre all’Europa la possibilità di costituire, con le grandi economie emergenti di Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica una piattaforma per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie che rendano possibile la crescita economica e la riduzione delle emissioni.


Parlando a ‘Radio3 Scienza di Rai Radio3, Clini spiega che in questo quadro “l’Italia è in una posizione confortevole, visto che abbiamo una solida e consolidata collaborazione con la Cina che si è manifestata in maniera forte anche a Durban, una collaborazione importante che si sta  consolidando con il Sudafrica, abbiamo una collaborazione molto forte con il Brasile su alcuni segmenti avanzati tipici della Green economy.


“Mentre il tema critico nel 1992 (Summit della Terra di Rio de Janeiro, ndr) e poi nel 1997 (la Cop 3 a Kyoto nella quale venne siglato l’omonimo Protocollo, ndr) era l’accordo tra l’Europa e gli Stati Uniti e il Giappone, oggi il tema critico, che però diventa una forza trainante e positiva è l’accordo, la convergenza in qualche modo, tra l’Europa, Cina, Brasile, Sudafrica, Messico, India – spiega il ministro dell’Ambiente – l’accordo di Durban ha fotografato una situazione completamente nuova da questo punto di vista”.


Infatti, “gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada che si sono ritirati dal Protocollo di Kyoto insieme con la Russia devono scegliere se rimanere fuori o invece partecipare al gioco che adesso è nelle mani dell’Europa, della Cina, del Brasile, del Messico, del Sudafrica“, sottolinea Clini.


Le economie emergenti e l’Europa svilupperanno le tecnologie della green economy a basso tasso di carbonio, conferma il ministro dell’Ambiente, “basta guardare la dimensione e i contenuti degli investimenti negli ultimi anni” di questi paesi verso il settore, con “la Cina che investe quasi il triplo degli Stati Uniti, il Brasile sta giocando un ruolo molto importante, l’India che sta lavorando su alcune nicchie con grande forza”, senza tralasciare “altre economie, come l’interessante ruolo della Corea del Sud e quel che sta accadendo in Sudafrica” con un piano “che associa la sicurezza energetica e il ruolo delle rinnovabili e delle nuove tecnologie”.

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