Quel che c’è da sapere per installare il solare termico

Tra il dire e l'installare c'è di mezzo il mare. Così si potrebbe parafrasare il detto quando si parla di solare termico: dalla decisione di installare i pannelli, partono dei passaggi non sempre chiari al cittadino comune. Un aspetto importante che non va trascurato è la manutenzione. Ne parliamo con un esperto.

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Tra il dire e l’installare c’è di mezzo il mare. Così si potrebbe parafrasare il famoso detto quando si parla di solare termico. Dalla decisione di installare i pannelli, partono dei passaggi non sempre chiari al cittadino comune. Soprattutto, la fase di manutenzione dell’impianto, che ha i suoi costi e le sue regole, viene spesso trascurata tra le informazioni pubblicitarie.
Argomenti che Qualenergia.it ha già trattato nella pratica guida al solare termico residenziale che trovate qui. Per dare una rapida rinfrescata su alcune di queste questioni parliamo con Roberto Salustri, direttore tecnico di Reseda, onlus che si occupa di energie rinnovabili ed esperto delle problematiche di questa tecnologia, avendo monitorato centinaia di impianti installati, non solo in Italia.

Salustri, quanto costa installare un impianto di solare termico in casa propria?

Un impianto a circolazione naturale costa da circa 2000 euro (per acqua calda sanitaria per 1 o 2 persone) ai 4.000 (per 3 o 4 persone).
A circolazione forzata intorno ai 1000 euro a mq per piccoli impianti. I costi si riducono per impianti grandi (circa 600 euro a mq per impianti intorno ai 100 mq); ad esempio un impianto per acqua calda sanitaria (Acs) per 10 persone costa intorno a 8.000 euro, un impianto per il riscaldamento degli ambienti e l’Acs per una casa di circa 100 mq costa intorno ai 10.000 euro. In generale meglio diffidare dai costi troppo più bassi o troppo più alti rispetto a queste cifre. Infatti i costi troppo bassi significano componenti di cattiva qualità con tempi di vita ridotti e non sempre costi alti significano qualità, a volte il costo elevato significa inesperienza dell’installatore. E’ sempre bene farsi spiegare i motivi dei costi e farsi dare un dettaglio del preventivo.

Ci sono differenze di costi (anche indiretti) a secondo del tipo di abitazione?

I costi possono differire per installazioni su tetto a falda o su terrazzo, il prezzo può modificarsi anche a secondo dell’altezza del tetto (a causa dei costi di sicurezza o della gru) e del percorso dei tubi, inoltre l’impianto può anche essere integrato al tetto o sovrapposto al tetto con costi diversi. Senza dimenticare che i permessi urbanistici, uno dei problemi in Italia, possono far variare il prezzo di molto, in alcune zone per un permesso è necessario spendere 2000 euro.
 
Quali tipologie di impianti ci sono e come sceglierli?

Le categorie principali sono gli impianti a circolazione naturale (per piccoli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria Acs) dai 2 ai 6 mq, e gli impianti a circolazione forzata (per impianti medi e grandi) sia per la produzione di Acs sia per il riscaldamento degli ambienti.
Inoltre ci sono molti tipi diversi di impianti a seconda della tecnologia utilizzata: a collettori piani, a tubi sottovuoto, drainback, ad accumulo integrato, a tubi di calore … la casistica può essere anche varia. Ci sono anche impianti con caldaie a condensazione integrate o dotate di monitoraggio.
 
Come scegliere gli installatori?

Di base devono almeno essere installatori iscritti alla Camera di Commercio e in grado di fare la dichiarazione di conformità dell’impianto, aver partecipato almeno ad un corso tecnico (non di tipo commerciale); inoltre si possono chiedere delle referenze di impianti realizzati direttamente da loro. E’ bene comunque scegliere un installatore vicino in modo da avere comunque assicurata la manutenzione o interventi di riparazione.

In cosa consiste la manutenzione di un impianto solare termico?

Controlli periodici di tipo tecnico-funzionale. E ogni 5 anni serve un controllo approfondito con eventuale sostituzione del liquido termovettore o di anodo sacrificale del serbatoio. Comunque, sicuramente hanno bisogno di 5 volte meno di manutenzione rispetto alle caldaie. Piccole riparazioni a volte sono necessarie, ma in generale hanno bisogno di poca manutenzione se l’impianto è ben fatto.
 
Che costi ha la manutenzione in genere?

Dai 100 ai 300 euro per un controllo periodico con sostituzione del glicole o di qualche guarnizione.

Cosa dice la legge sulla garanzia in questo settore? E in pratica vi è un periodo medio più lungo entro cui viene garantita assistenza gratuita?

Come ogni impianto tecnico è di due anni, inoltre l’installatore può prolungare questo periodo.
 
Quali sono gli errori da evitare e gli accorgimenti da attuare durante il periodo di vita dell’impianto?

È un argomento molto ampio. Sicuramente un errore è non fare mai manutenzione, almeno ogni tre anni è da far vedere ad un tecnico specializzato.
 
Qual è la vita media di un impianto e quali sono i tempi di rientro dall’investimento, considerando anche i costi di manutenzione?

La vita media e di 20 anni, tempi di ritorno dai 3 agli 8 anni a seconda della taglia e del tipo di impianto (questo conto comprende l’incentivo tramite detrazione fiscale del 55%, ndr).
  
Al momento di smaltire un impianto vecchio, come si procede e dove va a finire? Questa operazione ha dei costi?

Sono materiali riciclabili, lo smaltimento avviene come ogni altro rifiuto ingombrante, molti li smontano e ne rivendono le varie parti.

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