Gli scienziati contro i criteri dell’Europa sui biofuel

Il modo in cui l'Europa conteggia l'impatto dei biocarburanti è sbagliato: se non si tiene conto del cambio d'uso indiretto del suolo l'obiettivo 2020 rischia di essere controproducente. A dirlo oltre 100 scienziati da tutto il mondo in una lettera indirizzata alla Commissione europea.

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Il modo in cui l’Europa conteggia l’impatto dei biocarburanti è e sbagliato. A dirlo oltre 100 scienziati da tutto il mondo, che lo hanno scritto in una lettera indirizzata alla Commissione (vedi allegato).


Gli scienziati chiedono nello stabilire quali biocarburanti sono sostenibili si tenga conto anche dell’cambio d’uso indiretto del suolo (ILUC), che al momento non rientra tra i criteri di valutazione stabiliti. Per spiegare semplicemente il problema: l’UE non ammette il biocarburante coltivato su un terreno ricavato deforestando, ma nulla impedisce al produttore di coltivare biodiesel in un campo precedentemente destinato a colture alimentari e creare nuovo terreno per le colture alimentari deforestando (Qualenergia.it, L’effetto boomerang dell’obiettivo biocarburanti) .


A causa di questo conteggio “sbagliato”, si legge nella lettera -che ha tra i firmatari Daniel Kammen, direttore del settore tecnico rinnovabili per la Banca Mondiale, e altri nomi di rilievo – World Bank’s chief technical specialist for renewable energy“l’obiettivo UE sulle rinnovabili nei trasporti può non riuscire a garantire una reale riduzione delle emissioni”. E ancora: “Potrebbe finire per essere un puro esercizio sulla carta che finisce per promuovere deforestazione e alti prezzi dei generi alimentari”.

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