Sul carro vincente delle energie rinnovabili

Dopo il referendum il vento è cambiato e anche grandi imprese energetiche ora vedono enormi prospettive nel fotovoltaico e nelle rinnovabili che, nonostante la crisi, crescono in maniera tumultuosa in Italia e all’estero. Ma la forza del settore resta nelle migliaia di piccole imprese che operano sul territorio. L'editoriale di Silvestrini.

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Scenari post referendum. L’Amministratore dell’Enel, Fulvio Conti, dichiara che l’Italia potrà installare 30.000 MW fotovoltaici entro il 2020, il che significherebbe riuscire a coprire il 10% della domanda elettrica del paese entro la fine del decennio. Francesco Starace di Enel Green Power si spinge oltre e ipotizza uno scenario in cui le rinnovabili soddisferanno il 50% della richiesta elettrica italiana al 2050.


Difficilmente queste affermazioni sarebbero state fatte in pubblico prima del referendum ma, si sa, il vento è cambiato


Anche all’estero, del resto, gli obbiettivi vengono costantemente innalzati. Horst Seehofer, primo ministro bavarese ha recentemente dichiarato che il suo governo si è dato l’obbiettivo di coprire con le rinnovabili il 50% del fabbisogno elettrico del Land entro il 2021.


“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”, diceva Gandhi. In effetti, questa analisi calza a pennello considerando le dinamiche della storia delle rinnovabili in Italia e in giro per il mondo. Salvo il fatto che in questo caso sul carro dei vincitori vogliono salire anche coloro che inizialmente le avevano snobbate. Molte grandi multinazionali dell’energia stanno infatti virando verso le rinnovabili. Il “poi vinci” si dovrebbe quindi declinare in “poi ti seguono”. In effetti c’è spazio per tutti,  anche se il fulcro della diffusione delle rinnovabili è e sarà sempre rappresentato dalle migliaia di piccole imprese che operano sul territorio.


Qualche dato sulla crescita travolgente del fotovoltaico che spiega l’entusiasmo di certe dichiarazioni. L’Enel ha connesso 5.000 MW nel primo semestre 2011, cifra alla quale vanno aggiunti gli allacciamenti di Terna e degli altri distributori. Se ricordiamo che l’Italia fino al 2005 era adagiata su una media di 5 MW solari installati all’anno è comprensibile lo scombussolamento di certezze, mercati, strategie determinato dal successo della tecnologia.


Anche sul versante della produzione l’Italia si rafforza. A fine anno entrerà in esercizio in Sicilia la fabbrica 3Sun partecipata da Enel, Sharp e St con una capacità produttiva di 160 MW/anno, incrementabili a 480 MW/anno entro il 2014. Un progetto pensato quando le valutazioni sul mercato erano molto più caute e che adesso risulta sottodimensionato. Altri piccoli impianti sono in progetto in diverse regioni, fra cui la Toscana e le Marche. L’incentivo addizionale legato agli impianti solari con prevalente produzione europea dà un po’ di fiato a questi investimenti, ma la concorrenza asiatica sarà spietata.


Infine un flash sulla Germania. Nelle ore centrali (10-14) delle belle giornate estive l’apporto solare raggiunge ormai gli 11.000-13.000 MW (figura: potenza solare immessa in MW nella rete tedesca il 30 maggio 2011), generando energia pregiatissima per la rete.


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