La strategia Merkel per farla finita con il nucleare

La Germania continua sulla strada presa: via dal nucleare, potenziando rinnovabili ed efficienza energetica. Ieri il governo Merkel ha confermato la strategia energetica, tutti i reattori spenti entro il 2022 e più sostegno alle rinnovabili. Cancellato il taglio alle tariffe per il fotovoltaico previsto per marzo 2012.

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La Germania continua sulla strada presa: via dal nucleare, potenziando rinnovabili ed efficienza energetica. Ieri i ministri tedeschi del governo di Angela Merkel si sono riuniti per formalizzare le loro decisioni in materia di energia, confermando quanto annunciato la settimana scorsa (Qualenergia.it, Le sfide della Germania dopo l’uscita dal nucleare). Il paese entro il 2022 spegnerà tutti i 17 reattori nucleari e punterà di più sulle energie pulite. Sempre di ieri è la decisione di cancellare i tagli alla tariffa incentivante per il fotovoltaico che erano previsti per marzo 2012, misura che arriva assieme ad altre, in favore di eolico ed efficienza energetica.


E’ convinta della svolta nella strategia energetica la cancelliera appartenente alla CDU: “La Germania è uno dei paesi più efficienti e di maggior successo economico. Questo è dovuto al fatto che le nostre aziende hanno accesso all’energia a condizioni competitive e continuerà ad essere così .”
Commenti più preoccupati arrivano invece da Nobuo Tanaka, direttore della International Energy Agency, che teme l’impatto sul prezzo dell’energia in Europa che avrà il vuoto lasciato dal nucleare tedesco: “Decidendo di abbandonare il nucleare è chiaro che il costo dell’elettricità aumenterà e cresceranno i problemi di sicurezza energetica”. A salire sarà anche il prezzo della CO2. Per Tanaka la decisione tedesca di chiudere con l’atomo “avrebbe dovuto essere presa in un contesto europeo, perché rischia di compromettere politiche e sicurezza energetica di altre nazioni europee”.


Ma per il governo di centro-destra tedesco spingere l’acceleratore sulle rinnovabili prima degli altri è evidentemente un’occasione per assicurarsi un vantaggio in termini di competitività, che in certi settori, fotovoltaico in primis, la Germania già possiede. Lo dicono chiaro le parole di ieri della Merkel: “il nostro paese è un pioniere sulla strada della generazione elettrica del futuro. Possiamo essere la prima nazione industrializzata ad avere un sistema altamente efficiente basato sulle rinnovabili”.


Secondo il piano tedesco, i 7 reattori staccati dalla rete per ispezioni di sicurezza dopo l’incidente di Fukushima non verranno più riallacciati, un altro è già fuori uso per motivi tecnici, gli altri 9, un po’ per volta, saranno spenti tutti dal 2015 al 2022. La Germania si troverà così a dover rimpiazzare circa 150 terawattora l’anno, il 22% del fabbisogno elettrico: tale è stato il contributo dell’atomo nel mix elettrico nazionale nel 2010.


Il vuoto verrà coperto anche da centrali a gas e a carbone: secondo il piano10 GW di impianti a fonti fossili dovranno entrare in esercizio entro il 2013 e altri 10 entro il 2020. Ma protagoniste saranno soprattutto rinnovabili ed efficienza energetica, come si vede dai 10 disegni di legge approvati. Il piano prevede che il contributo delle fonti pulite venga pressoché raddoppiato da qui al 2020, passando dal 17 al 35% e che i consumi elettrici vengano tagliati del 10%. Al 2030 le rinnovabili, secondo il piano, coprirebbero metà del fabbisogno elettrico, al 2050 l’80%. Questo sempre che gli obiettivi non vengano rivisti al rialzo prima: per le associazioni di settore tedesche le rinnovabili potrebbero coprire il 47% della domanda già entro la fine del decennio (Qualenergia.it, Germania, l’industria delle rinnovabili pronta a rimpiazzare il nucleare).


Solo per l’eolico in mare, il ministro dei Trasporti e delle costruzioni,  Peter Ramsauer, ha parlato di “un obiettivo 2020 di 25 GW, l’equivalente di 18-20 centrali nucleari” . Uno sviluppo che la banca governativa tedesca per lo sviluppo, KfW, finanzierà con 5 miliardi di euro per costruire 10 parchi. A favore dell’eolico offshore il governo tedesco ieri ha anche deciso di posticipare, dal 2015 al 2018, i tagli sulla tariffa feed in, mentre la riduzione annuale degli incentivi per l’eolico a terrà sarà dell’1,5%, anzichè del 2% come previsto in precedenza. Altre misure ancora facilitano il repowering, ossia il potenziamento con turbine più efficienti degli impianti esistenti e la costruzione di linee elettriche, essenziali per lo sviluppo di questa fonte.


Per quel che riguarda il fotovoltaico invece si è deciso di annullare i tagli di un ulteriore 6% alla tariffa incentivante previsti per marzo 2012. Le riduzioni programmate saranno invece di un 9% l’anno, cui si aggiungerà un ulteriore 3% per ogni gigawatt di potenza installata che superi il gap annuale di 3,5 GW e un taglio del 24% nel caso in un anno si installino più di 7,5 GW. Tra i dieci disegni di legge anche un finanziamento di 1,3 miliardi di euro l’anno per migliorare le pretazioni energetiche degli edifici.

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