Le associazioni delle rinnovabili devono parlare con una sola voce

  • 5 Maggio 2011

E' questo l'appello forte che esce dalla Solarexpo di Verona. La litigiosità e la divisione delle associazioni di settore rende più debole tutto il comparto. Questo oggi è molto dinamico e in crescita, ma al tempo stesso è fragile perché incapace di farsi ascoltare da Governo e istituzioni. L'esempio tedesco.

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Cosa chiedono le associazioni di categoria delle rinnovabili e dell’efficienza energetica? Se ne è discusso nel convegno nazionale di apertura ‘La nuova disciplina nazionale di promozione delle energie rinnovabili’. Un forum tra le istituzioni (GSE e Autorità per l’energia) e le associazioni nazionali dei produttori che ha dato l’opportunità alle numerose organizzazioni di settore di presentare le proprie proposte.

Il tema più caldo è stato ovviamente quello degli incentivi per il fotovoltaico e il relativo quadro normativo. Su questo aspetto le contraddizioni all’interno delle associazioni si sono dimostrate ampie e per alcuni versi insanabili, sia sul recente passato (ad esempio, in merito ai livelli delle tariffe del 3° conto energia,) sia sull’approccio da tenere con le istituzioni energetiche e il governo. Un contrasto che in questi mesi le ha fatto spesso procedere in ordine sparso.

Nel corso del Forum hanno avuto spazio anche associazioni di altre fonti rinnovabili elettriche, delle rinnovabili termiche e dei comparti industriali legati all’efficienza energetica, tecnologie che avranno un peso importantissimo nel raggiungimento degli obiettivi nazionali al 2020. Si pensi solamente che nel Piano di Azione Nazionale le rinnovabili termiche dovranno più che triplicare il loro contributo sui consumi finali di energia.

Puntare su efficienza energetica e dare equo spazio a tutte le rinnovabili termiche, biomasse, solare, eolico, questo è il compito di un governo che voglia puntare seriamente sulla green economy, si è detto nel corso del convegno. Tutte le associazioni chiedono, più che ingenti incentivi, un quadro di riferimento più stabile, in grado di favorire gli investimenti di medio-lungo periodo, aspetto fondamentale per creare valore e occupazione. I veri problemi sono più spesso legati ai tempi delle autorizzazioni e delle connessioni alla rete, come all’integrazione nel territorio.

“Noi siamo in piena rivoluzione energetica. Basti pensare che il 50% della potenza installata in Europa negli ultimi 10 anni è rinnovabili e questo trend va accelerando anche sotto la spinta del post Fukushima. Abbiamo obiettivi importanti di medio periodo e sappiamo che in ambito energetico si ragiona in termini decenni. Le scelte che si fanno adesso avranno effetti nei prossimi 30-50 anni”, ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico, commentando la mancanza di visione di insieme da parte del governo italiano.

“Tuttavia, dal dibattito sul fotovoltaico di queste ultime settimane – ha continuato Silvestrini – è emersa una nuova consapevolezza da parte delle istituzioni che fino a qualche settimana fa pensavano che fosse la tecnologia più costosa, mentre adesso sanno che dietro c’è un tessuto produttivo con centinaia di imprese, alcune delle quali hanno anche investito all’estero realizzando stabilimenti produttivi”.

Alla luce di queste considerazioni in questa edizione di Solarexpo & Greenbuilding viene lanciato un forte appello alle associazioni:  “Per favore, unitevi, parlate con una sola voce”, ha chiesto Silvestrini, come altri relatori presente al Forum. La motivazione è semplice: “Divisi siamo più deboli. Il settore delle rinnovabili nel suo complesso oggi è una potenza, ma al tempo stesso è gracile perché incapace di farsi ascoltare da Governo e istituzioni”, ha spiegato Silvestrini.

Dario Di Santo della FIRE, sempre su questa linea di ragionamento, ha detto che gli operatori devono riprendere a comunicare con i dati, evitando parole in libertà, cercare l’arte del compromesso ed essere capaci di elaborare strategie ragionate da proporre alle istituzioni e ai decisori pubblici.

“Questo, rispetto a tanti altri comparti, è un settore fortunato perché ha incentivi forti che dovrebbe usare meglio”, dice Di Santo. E poi un suo appello alle associazioni: “Non chiediamo più di quello che serve. Se ci si fa un esame di coscienza, chi può dire che gli incentivi finora sono stati bassi? Certo, per alcune fonti potevamo essere migliori. Ma cominciamo a fare richieste corrette e vedremo che sarà più difficile attaccare le posizioni delle associazioni e le ragioni delle rinnovabili”.

Gli operatori del fotovoltaico, si è detto, oggi sanno che ridurre gli incentivi è possibile, perché i costi negli ultimi due anni si sono ridotti notevolmente. Sanno inoltre che tariffe troppo alte mantengono elevati i prezzi di vendita. Il loro sguardo deve essere proiettato anche nel lungo periodo. “Se vogliamo andare lontano e raggiungere almeno i 30 GW fotovoltaici al 2020, cioè una potenza capace di produrre il 10% della domanda elettrica nazionale, come la Germania a quella data, bisognerà fare una politica intelligente”, hanno detto alcuni dei presenti.

Quando il mercato inizia ad avere grandi numeri è necessario ridurre gli incentivi oppure si rischia che la tecnologia venga strangolata. Il mondo del fotovoltaico deve inoltre puntare a quell’altro momento chiave che è lo sviluppo del settore senza incentivi, oltre la stessa grid parity.

Dunque, alla luce di questa nuova evoluzione del settore anche le associazioni delle rinnovabili dovranno assumersi le loro responsabilità. Il Presidente dell’associazione fotovoltaica tedesca in questi giorni ha spiegato come un tempo il comparto avesse più associazioni e anche piuttosto conflittuali tra loro. Poi hanno compreso che quando i giri d’affari diventano molto importanti essere divisi è dannoso. Due anni fa si sono uniti ed ora un’unica potente organizzazione tratta con il ministro competente e spesso riesce ad ottenere risultati estremamente significativi.

Il messaggio è chiaro: le associazioni hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del dinamico e crescente settore dell’energia pulita, ma devono farsi portatrici di una comunicazione corretto e coerente, che sappia sì tutelare gli associati, ma anche valutare il contesto economico e sociale in cui ci si muove. Molti dovrebbero avere ormai capito che gli “stop and go” del mercato, causati dai governi e qualche volte anche da una poco autorevole azione di lobby, fanno molto più male della mancanza stessa degli incentivi. 

da comunicato Solarexpo & Greenbuilding

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