Le proposte per un nuovo conto energia

Le associazioni di categoria del fotovoltaico propongono il loro nuovo conto energia. Meccanismi che in parte si assomigliano e in diversi punti si discostano sensibilmente. Saranno presentate presto al Ministero dello Sviluppo Economico che intanto domani illustrerà la sua bozza di decreto alle Regioni.

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Proposte di un nuovo conto energia che in parte si assomigliano e in diversi punti si discostano sensibilmente. Sono quelle che arrivano dalle associazioni di categoria del fotovoltaico e delle rinnovabili che saranno presentate al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha comunque già una proposta nel cassetto che non conosciamo nel dettaglio, ma che fa probabilmente riferimento alle indicazioni fornite un paio di settimane fa da Confindustria. Questa bozza verrà presentata domani alle Regioni che dovranno fornire il loro parere, anche se non vincolante, entro la settimana successiva.


Per tornare alle associazioni di settore, ANIE/GIFI, ad esempio, propone di estendere le tariffe del 3° conto energia (quelle del 2° quadrimestre) fino al 30 settembre, mantenendo l’assegnazione delle tariffe in base all’entrata in esercizio. Dal 1° ottobre si intende applicare un decremento mensile che oscillerà intorno all’8-10%/mese.


Per l’associazione dovrebbe partire da ottobre 2011 l’assegnazione della tariffa sulla base di una certificazione di “fine lavori”. Un escamotage – spiegano dal GIFI – che intende esonerare i soggetti responsabili degli impianti dai rischi sull’incertezza delle tempistiche di connessione alla rete.


Poi, a partire dal 2012, ANIE-GIFI propone una riduzione annuale delle tariffe del 5% per impianti fino a 1 MW e del 10% oltre il MW nel primo trimestre e  ulteriori riduzioni del 3-4% per i trimestri successivi. Un decremento che dovrebbe proseguire fino al 2016, affiancandoto però ad un meccanismo di autoregolazione che colleghi in maniera inversamente proporzionale le tariffe alla potenza effettivamente installata. Per il 2011 la potenza massima incentivabile è indicata al raggiungimento di un cumulativo di 9,5 GW. Cioè quanto sarà per il 2011? Non si capisce molto.


In prima approssimazione in queste proposte notiamo diversi punti critici. Nel caso dei decrementi mensili e poi nel 2012 di riduzioni trimestrali, la loro rapida frequenza difficilmente consentirà di capire quale potrebbe essere l’esatta tariffa cui si avrà diritto, visto che non sarà facile determinare il mese in cui sarà completato l’impianto. Notevoli pressioni anche per l’autorità di controllo che dovrà verificare, immaginiamo a campione, il ‘fine lavori’ (ma questo è un punto che si ripete in tutte le proposte delle associazioni). E poi perché un cap annuale, anche se questo diventa di 3 GW nel 2012? Un limite annuale è sempre una forma di distorsione del mercato che porta a incertezze nella fase prossima al raggiungimento del target. Meglio tagliare di più le tariffe che stabilire un cap annuale. C’è da dire che il meccanismo da mettere in piedi è certamento complesso, una coperta corta per continuare a rendere remunerativi gli impianti realizzati e non far pesare gli incentivi sulla collettività. Sicuramente sappiamo che ci sono pressioni per evitare un drastico e immediato taglio delle tariffe, un approccio che forse sarebbe opportuno e da cui partire per una lenta e costante decrescita degli incentivi. Ma il un target annuale rischia però di produrre corse disperatissime e dell’ultima ora per accaparrarsi la tariffa più alta e portarci ad un altro disastroso “decreto Salva Alcoa”.


Veniamo alle proposte di APER, condivise anche da Asso Energie Future e ISES ITALIA. Tra i principi di base che dovrebbero ispirare il nuovo conto energia secondo le associazioni c’è quello della salvaguardia dei progetti che hanno fatto affidamento sui sistemi incentivanti precedenti. Si vorrebbe confermare per l’anno 2011 le tariffe incentivanti previste dal DM 6 agosto 2010 per gli impianti che siano in possesso di titolo abilitativo idoneo alla data di entrata in vigore del D.lgs n. 28/2011, e che raggiungano la “fine lavori certificata” entro il 31/12/2011.


Invece per tutti gli impianti che non rientrano nel regime di salvaguardia descritto, si dovrebbe adottare un sistema incentivante strutturato, in termini di criteri tecnici di riconoscimento degli incentivi analoghi al DM 6 agosto 2010 (3° conto energia) e che contempli i seguenti punti cardine:



  • Nessun cap, annuale o cumulato, per tipologia o per taglia.

  • Conferma del meccanismo di feed-in premium.

  • Gli incentivi saranno assegnati a valle della dichiarazione di “fine lavori certificata” (come sarà definita da apposita comunicazione del GSE che dovrà essere emessa entro e non oltre 1 mese dall’adozione del nuovo sistema incentivante).

  • Dal 1° giugno 2011, decremento delle tariffe del 10% rispetto a quelle previste dal DM 6 agosto 2010 per il secondo quadrimestre 2011.

  • Gli adeguamenti successivi saranno in funzione del raggiungimento di scaglioni di potenza di 1 GW. Al raggiungimento di ogni scaglione, le tariffe saranno decurtate di un ulteriore 6% a valle di un periodo di grace period di 90 giorni.

  • Il GSE dovrà aggiornare e rendere pubblico con cadenza almeno quindicinale un registro degli impianti per cui è stata raggiunta la “fine lavori certificata”.

  • Mantenere differenziate le tariffe per impianti su coperture e a terra (privilegiando le coperture).

  • Mantenere l’attuale differenziazione per taglie di potenza (privilegiando i piccoli impianti).

  • Mantenere il premio per rimozione amianto.

Le proposte di APER sembrano a prima vista più organiche, anche se non si capisce perché insistere nel concetto di “fine lavori certificata”. In effetti non è giusto accedere alle tariffe al momento della connessione se questa ha tempi biblici, ma allo stesso modo non è equo garantire l’erogazione di incentivi ad un impianto che non produce. Infine perché non provare a proporre di tagliare un po’ di più tutte le tariffe


Assosolare, infine, propone di adottare un sistema incentivante entro e non oltre aprile 2011 (quindi saremmo già fuori tempo massimo) che ricalca in parte quello proposto da Aper per quanto riguardo il cosiddetto regime di salvaguardia. Per tutti gli impianti si propone dal 1° giugno 2011 e per tutto il 2011, un decremento delle tariffe del 5% per gli impianti di taglia superiore a 200 kW rispetto alle tariffe previste dal DM 6 agosto 2010 per il 2011 (quelli da 1 a 200 kW restano gli stessi del terzo conto energia secondo la divisione quadrimestrale).


Dal 1° gennaio 2012, gli incentivi saranno assegnati a valle della dichiarazione di “fine lavori certificata”. Gli adeguamenti delle tariffe a partire dall’anno 2012 e per gli anni successivi saranno in funzione del raggiungimento di scaglioni di potenza, in particolare:


– Riduzioni delle tariffe al 1° Gennaio 2012 (rispetto a dicembre 2011), sia gli “Impianti su edifici” che per gli “Altri impianti”:



  • taglia 1-200 kWp: -8%

  • taglia superiore ai 200 kWp: -10%

– Riduzioni delle tariffe per i quadrimestri successivi:



  • “Impianti su Edifici” di tutte le taglie ed “Altri impianti” di taglia 1-200 kWp: -3% per quadrimestre

  •  “Altri impianti” di taglia superiore ai 200 kWp: -4% per quadrimestre

Assosolare prevede inoltre una potenza obiettivo per quadrimestre di 1 GW. Un limite superato il quale si applicherebbe un’ulteriore riduzione della tariffa del 2%, a partire dal quadrimestre successivo. Ma in caso di mancato raggiungimento di almeno due terzi dell’obiettivo quadrimestrale non si applicherebbe la riduzione tariffaria prefissata per il quadrimestre successivo.


Un meccanismo, anche questo, un po’ complesso, che soprattutto non va a ridurre da subito e in maniera più decisa le tariffe; un segnale che sarebbe importante dare al decisore pubblico per poi rendere più graduale la degressione, già dal gennaio 2012, evitando così le corse di fino anno che punteranno ad ottenere, in uqesto caso, tariffe più alte dell’8-10%.


In sintesi, sarebbe il caso che l’industria del settore evitasse di andare in ordine sparso così come traspare da queste proposte che testimoniano una certa discordanza di misure. L’obiettivo dovrebbe essere comune: dare al settore una prospettiva di lungo periodo, puntando entro 5-6 anni al massimo ad uscire da ogni forma di incentivazione per il fotovoltaico.

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