L’atomo in crisi e i riflessi sull’Europa

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Mentre le condizioni dei tre reattori di Fukushima peggiorano, l’estrema gravità della situazione sta avendo riflessi importanti in Italia e in Europa. L'UE si confronta sulla sicurezza atomica, la Germania si dà tre mesi per riflettere sul prolungamento della vita delle centrali. In Italia invece Governo e Asn minimizzano.

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La situazione alla centrale nucleare di Fukushima sta purtroppo evolvendo al peggio come i tecnici competenti temevano e come nei giorni scorsi avevamo anticipato anche su questo sito: i reattori stanno andando fuori controllo uno a uno e una fuoriuscita massiccia di materiale radioattivo impedirebbe ulteriori interventi, con il rischio di altre esplosioni e altri rilasci di radioattività. Le autorità nipponiche in queste ore stanno chiedendo aiuto agli Stati Uniti per raffreddare i reattori.
Nel reattore 2 della centrale nucleare giapponese di Fukushima potrebbe essere iniziato un processo di fusione e ora la notizia la sta dando alla TV giapponese anche un responsabile della Tepco (Tokyo Electric Power Company), la società che gestisce l’impianto. Il responsabile della Tepco ha dichiarato inoltre che “è difficile capire quali siano le condizioni all’interno del reattore, ma si sta continuando a gettare acqua marina per tentare di raffreddarlo. Si penserà poi a utilizzare altre sostanze chimiche per ridurre la pressione interna”. Purtroppo la Tepco continua ad avere scarsa autorevolezza e credibilità per molti giapponesi poiché ha falsificato per oltre 20 anni i dati sulle violazioni alle disposizioni sulla sicurezza nei suoi reattori, con decine di resoconti truccati presentati alle autorità di controllo.  . . . Greenpeace ha pubblicato una nota che ricostruisce la storia della Tepco (vedi pdf).


Insomma tutti questi reattori nucleari stanno presentando un identico problema. Per alcuni esperti del settore la ragione di questa coincidenza è da imputarsi ad uno dei “talloni d’achille” dei reattori nucleari, cioè al problema del cosiddetto “calore di decadimento” (decay heat). Il calore di decadimento è il calore generato dal decadimento dei prodotti di fissione dopo che un reattore nucleare è stato fermato. Il calore di decadimento è la causa principale dei problemi di sicurezza nei reattori ad acqua leggera ed è all’origine del 60% dei casi di rilascio di radioattività a livello mondiale. Un motivo che fa dire a molti che le centrali nucleari non soddisfano i criteri della sicurezza passiva. Anche dopo 20 anni le scorie continuano a generare calore di decadimento (vedi anche su Qualenergia.it – Scorie che scottano e convogli ad alto rischio).


Oltre alle criticità tecniche della situazione nei reattori, dobbiamo rilevare come l’estrema gravità della situazione delle centrali in Giappone stia avendo riflessi importanti in Italia e in Europa. Da noi le associazioni ambientaliste Greenpeace, Wwf e Legambiente chiedono le dimissioni dei componenti dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare italiana (Asn) poiché, affermano, “nega la gravità dell’incidente nucleare in Giappone; in una tale situazione non si può arbitrare una partita, essendo ultrà di una delle due squadre”. “Mentre l’istituto francese di Radioprotezione e di sicurezza nucleare ha ammesso fin da subito la gravità dell’esplosione nucleare in Giappone, dichiarandosi allarmato – hanno detto le associazioni –da noi l’Agenzia per la sicurezza italiana si è preoccupata solo di fare propaganda politica, negando addirittura la gravità dell’incidente”.
Per le tre associazioni “le dichiarazioni volte a sottacere e minimizzare quanto sta avvenendo sono da irresponsabili”. Per questo, spiegano Greenpeace, Legambiente e Wwf, “non possiamo fidarci di chi gestisce la sicurezza nucleare e si occupa della tutela della salute pubblica, non riconoscendo la pericolosità dell’atomo e disinformando i cittadini”. Una prima avvisaglia di questa minimizzazione già si era potuta registrare nel fronte filo nuclearista da parte di Chicco Testa, del Forum Nucleare Italiano nelcorso della trasmissione Otto e mezzo de La7.


Intanto dopo la presa di posizione del Governo svizzero per un blocco dei piani nucleari nel paese, anche in Germania la crisi giapponese ha avuto riflessi immediati: la Germania sospenderà per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi. Lo ha detto oggi la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri, Guido Westerwelle.


Intanto l’Ue sta considerando quanto l’Europa sia preparata a fronteggiare un disastro simile a quello occorso in Giappone. Il commissario europeo all’Energia, Gunther Oettinger, ha convocato per domani una riunione di esperti sulla sicurezza nucleare dell’Unione europea per discutere delle conseguenze del terremoto in Giappone, “per valutare – dice – le conseguenze dell’incidente e per capire gli insegnamenti che possiamo trarre dagli eventi in Giappone”.

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