Supremazia della Cina nell’eolico e nel solare. Silvestrini a Ecoradio

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La supremazia cinese nei settori del solare e dell'eolico preoccupa Stati Uniti ed Europa visto che investimenti e aziende della green economy si dirigono massicciamente verso il colosso asiatico. Ma la Germania con i suoi 340mila occupati nei settori delle rinnovabili resta un esempio virtuoso da seguire. L'opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 2’14”)

Sole e vento, dal punto di vista delle tecnologie, vedono sempre più affermarsi la leadership cinese. In pochi anni, infatti, la Cina è diventato il primo paese nella produzione di celle fotovoltaiche e quest’anno anche nella produzione di aerogeneratori.

La concorrenza della Cina preoccupa l’Europa, ma soprattutto gli Stati Uniti che avevano puntato molto sulla green economy per rilanciare l’occupazione. Il sindacato americano delle industrie dell’acciaio ha presentato all’Organizzazione mondiale del commercio un reclamo ufficiale contro la Cina per violazione delle regole della concorrenza per sovvenzioni offerte alle industrie cinesi produttrici di eolico e solare.

È evidente che di fronte al boom delle rinnovabili ci sia una guerra aperta: i principali paesi industriali coinvolti, infatti, vogliono mantenere nei propri territori il maggior numero di aziende e di dipendenti. Questo contenzioso lo vedremo riproporsi spesso in futuro perché l’industria americana si vede sfuggire non solo gli investimenti, ma anche le stesse aziende che si trasferiscono in Cina. A questo si sommano le forti esportazione da parte delle aziende cinesi.

Questa riflessione va fatta anche per l’Europa e per l’Italia. Sicuramente non con regole protezioniste, ma va trovato un equilibrio che consenta di raggiungere importanti risultati non solo in termini di installazioni, ma anche in termini di occupazione.

In Germania, per esempio, il numero di occupati nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica ha superato quelli di altri settori industriali. Gli occupati del settore sono passati infatti da 300mila a circa 340mila a fine 2009 (QualEnergia.it, Occupazione, almeno nell’energia pulita è in crescita), un fatto che indica come sia comunque possibile intraprendere un percorso virtuoso.

L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

 

20 ottobre 2010

 

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