Zero Carbon Britain, la strada per le emissioni zero al 2030

Eliminare totalmente le emissioni da qui al 2030 in Gran Bretagna. Un report spiega come sarebbe possibile. Occorre strategia e conoscenza, ma soprattutto una forte volontà politica e una piccola rivoluzione in tutti i settori, dalla produzione elettrica ai trasporti, fino alla dieta. La nuova edizione dello scenario Zero Carbon Britain 2030.

ADV
image_pdfimage_print

In vent’anni abbattere totalmente le emissioni. Lo dovrebbero fare i paesi ricchi per rallentare il riscaldamento globale, pagando il loro debito storico con quelli in via di sviluppo. Un obiettivo che potrebbe sembrarebbe impossibile, ma che con una forte volontà politica e un approccio a 360° si può raggiungere. Lo mostra, riferendosi alla realtà britannica, lo studio Zero Carbon Britain 2030, pubblicato ieri nella sua versione estesa dal Centre for Alternative Technology (vedi allegato, una prima versione era uscita nel 2007 e già allora Qualenergia.it ne aveva parlato: Un Paese a zero emissioni).

Le 384 pagine del documento – realizzato con la collaborazione del Met e di 4 Università britanniche – spiegano come la Gran Bretagna entro il 2030 può passare da 637 milioni di tonnellate di CO2 equivalente di emissioni del 2007 a zero. Uno scenario che prende in considerazione le soluzioni possibili per ridurre i gas serra: dall’efficienza energetica negli edifici ai trasporti, dalla produzione elettrica pulita, passando per l’uso del suolo e arrivando fino alla promozione di comportamenti individuali quali una dieta a basso impatto sul clima.

Interventi che mirano a ridurre del 50% il fabbisogno energetico – che secondo lo studio potrà essere coperto unicamente con fonti rinnovabili e biomasse sostenibili – e a compensare con una gestione adeguata del suolo quel 10% di emissioni che non si riuscirà ad eliminare.


Una rivoluzione che comincia dall’efficienza energetica, in primis quella degli edifici: lo scenario presuppone interventi massicci, spinti da politiche e controlli, per una riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente (i nuovi edifici già per la legge inglese attuale a partire dal 2016 dovranno essere emissioni zero).

Per quanto riguarda i trasporti si prevede che il parco di veicoli circolanti venga progressivamente sostituito con veicoli elettrici, mentre la propulsione a idrogeno, per via del bilancio energetico peggiore, andrebbe limitata a pochi casi idonei, come i grossi veicoli per il trasporto merci. Ma deve essere anche il rapporto con l’automobile a cambiare: più car-sharing, car-pooling, noleggio. “Se i produttori anziché vendere le macchine le dessero in leasing stabilendo il prezzo in base alle miglia percorse allora le stesse case automobilistiche sarebbero stimolate a produrre auto più durevoli” si spiega nel report. Dovrà poi cambiare anche il modo in cui si usa l’aereo: niente più voli su tratte brevi, mentre quelle internazionali, coperte con aerei alimentati a biocarburanti, dovranno essere ridotti di due terzi.

Ad azzerare le emissioni contribuirà molto l’agricoltura e l’uso del suolo, e anche la dieta dei britannici dovrà cambiare: limitate le importazioni di cibo dall’estero e il consumo di carne, le terre inglesi vedranno meno superficie destinata a pascolo in favore di cereali, colture energetiche (solo dei biocarburanti meno impattanti) e altre che sequestrino anidride carbonica per un periodo lungo: oltre alla riforestazione quelle per ottenere materiali naturali da usare in edilizia.

Infine il mix energetico, da abbinare ad interventi per realizzare una rete elettrica intelligente: niente fonti fossili, solo rinnovabili, eccetto una briciola di nucleare residuo. La parte del leone la farebbe l‘eolico off-shore che, secondo lo scenario, al 2030 da solo dovrebbe soddisfare più del 50% del fabbisogno elettrico, arrivando a 195 GW di potenza (a lato grafico con le quote di offerta di energia termica ed elettrica al 2030 in Gran Bretagna).


Uno scenario coraggioso ed ottimistico, ma, spiega uno degli autori, Viki Johnson della New Economics Foundation, “pienamente possibile. La soluzione esiste, quello che è mancato finora è stata la volontà politica di intraprenderla”. Questo report, in ogni caso, è un importante strumento di riflessione sulla direzione da intraprendere.

 

ADV
×