Il mito del rinascimento nucleare

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Rinascimento dell'atomo? Uno studio dell'istituto svizzero Prognos prevede un declino drastico del nucleare nei prossimi 20 anni. Realisticamente solo il 35% dei progetti annuciati per il 2030 verrà realizzato e per quell'anno la quota del nucleare nel mix elettrico mondiale sarà più che dimezzata.

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Che dire del “rinascimento nucleare” mondiale annunciato da molti? Non ci sarà nei prossimi due decenni. Anzi, al 2020 il numero delle centrali in funzione sarà in diminuzione del 22% e al 2030 del 29%mentre la quota dell’atomo nel mix elettrico mondiale passerà dal 14,8% del 2006 a 9,1% nel 2020, per scendere fino al 7,1% nel 2030. Queste sono le conclusioni dell’ultimo studio dell’istituto svizzero Prognos sul futuro del nucleare nel mondo (vedi allegato).

Nel report, commissionato dall’Agenzia federale tedesca per la protezione dalla radioattività, i ricercatori di Prognos cercano di fare una previsione realistica dello sviluppo del nucleare da qui al 2030. Vagliano cioè criticamente la lista dei reattori la cui costruzione è stata annunciata, tenendo in considerazione per ognuno i fattori che potrebbero influire sull’effettiva realizzazione: dai problemi infrastrutturali, agli ostacoli politici fino al reperimento dei finanziamenti.

Ne emerge un’alta probabilità che, come già accaduto in passato ad esempio negli Usa, gran parte dei progetti annunciati venga accantonata e, dunque, non arrivi mai alla realizzazione: degli impianti annunciati sul tedesco International Journal for Nuclear Power fino al 2020, solo il 23% secondo Prognos arriverà ad essere realizzato. Solo il 35% di quelli annunciati dalla World Nuclear Association per il periodo fino al 2030.

Nel 2002 erano 444, ora sono 436 le centrali operative e hanno in media 24 anni di età (l’aspettativa di vita di una centrale è tra i 30 e i 40 anni). Solo 37 sono i reattori attualmente in costruzione. I nuovi impianti annunciati in molti paesi potrebbero far pensare ad un rinascimento paragonabile all’ondata dei primi anni ’70, ma in realtà già ora sono molti i progetti accantonati o fermi da anni: negli Stati Uniti, dei 26 progetti reattori che dal 2003 ad oggi sono stati presentati, nessuno ha ancora aperto un cantiere, mentre i lettori di Qualenergia.it ben conoscono la travagliata esperienza degli unici due in costruzione in Europa (Qualenergia.it – “Nucleare, una Fata Morgana in Finlandia”).

Per Prognos, in sintesi, un rinascimento del genere è “altamente improbabile”: il ruolo del nucleare è invece destinato a ridursi significativamente dimezzando nei prossimi 20 anni il suo ruolo nel mix elettrico mondiale (come detto dal 14,8% del 2006 a un 7,1% nel 2030).

Uno scenario, quello presentato dallo studio, tra i più pessimistici per l’atomo. Ma certo non l’unico a spegnere l’entusiasmo dei nuclearisti. Ad esempio anche nello scenario di riferimento del World Energy Outlook  dell’International Energy Agency, quello definito “450 ppm” (obiettivo per contenere entro i 2 gradi il riscaldamento globale) in cui si riserva un ruolo più significativo al nucleare, si indica un netto declino dell’atomo. Anche lo scenario “low” dell’Agenzia per il nucleare dell’OECD si avvicina molto a quanto previsto da Prognos.

Infine il Massachussets Institute of Technology (MIT) nell’ultimo aggiornamento sullo stato di questa fonte ha rivisto, abbassandole fortemente, le previsioni sull’energia che il nucleare potrà fornire a livello mondiale (Qualenergia.it – “Il rinascimento zoppicante del nucleare”).
 
Se questi studi valgono più degli annunci politici, quello del rinascimento nucleare potrebbe rivelarsi solo un mito destinato a svanire.

GM

15 gennaio 2010

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