Scenari a medio termine del fotovoltaico in Italia

  • 21 Ottobre 2009

Evoluzione delle installazioni, tariffe del nuovo conto energia, grid parity e mercato internazionale. L'impegno più urgente è nella produzione nazionale di celle, moduli e componenti, ma soprattutto nella ricerca dove manca un disegno complessivo. Un articolo di Gianni Silvestrini.

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La crisi economico-finanziaria mondiale non ha risparmiato il comparto delle rinnovabili e i “pacchetti di stimolo” varati da diversi Paesi manifesteranno la loro efficacia solo a partire dal 2010, con qualche eccezione come quella della Cina dove l’effetto si è già avvertito quest’anno.
In Italia le difficoltà sul fronte dell’accesso al credito si sono fatte sentire, ma sono state mitigate dalla riduzione dei prezzi e dall’attenzione internazionale per il nostro Paese. Le ultime valutazioni del GSE )Gestore dei Servizi Elettrici) indicano in 900 MW la potenza cumulativa in Italia a fine anno.

Kyoto Club prevede 1.000 MW includendo anche i 50 MW installati prima dell’avvio del conto energia, e stima in 2.000 MW la potenza alla fine del 2010. Il dato reale del 2009 sarà noto solo verso il mese di marzo del prossimo anno quando il GSE avrà elaborato il boom di domande previste per il mese di dicembre.
Dunque il fotovoltaico italiano continua a correre e dovrebbe posizionarsi sia quest’anno che nel 2010 al terzo posto nel mondo dopo Germania e Usa. Questa è anche la valutazione di Solarbuzz che ritiene che il nostro Paese l’anno prossimo coprirà il 7% dei 7,4 GW di installazioni globali previsti, una stima che probabilmente sottovaluta il ruolo dell’Italia.

Mentre si è aperta la corsa di fine anno per non incorrere nella riduzione del 2% dell’incentivo, è già partito anche il “rush” per garantire il conto energia del 2010 ai grandi impianti. All’inizio di settembre, secondo Terna, erano state presentate richieste di attivazione di impianti fotovoltaici per 12 GW (di cui 4,8 GW in Puglia e 3,3 GW in Sicilia). La corsa all’oro dettata dal ridimensionamento delle tariffe a partire dal gennaio 2011 è dunque iniziata ed è solo la lunghezza delle procedure autorizzative, in particolare in Sicilia, a fare da freno. Il tetto dei 1.200 MW verrà invece facilmente superato, avendo il decreto del febbraio 2007 previsto un periodo utile successivo al suo raggiungimento.

A questo punto la discussione si sposta sul decreto di prossima emanazione che fisserà le regole a partire dal 2011. Quali sono i punti da prendere in considerazione?
Il nuovo schema andrebbe esteso al 2014-2015 in modo da consentire alle imprese del settore di avere un orizzonte temporale sufficientemente ampio e dovrebbe prevedere progressive riduzioni dell’incentivo in modo da arrivare a una sua eliminazione prima della fine del prossimo decennio.
La riduzione della tariffa dovrebbe consentire la sostenibilità economica di installazioni per una potenza annua analoga a quella tedesca (1-1,5 GW/anno) e al tempo stesso tale da non tagliare le gambe alla nascente industria solare (produzione di tecnologie) italiana.

Come esemplificazione si potrebbe proporre una riduzione della tariffa per gli impianti sugli edifici del 20% per il primo anno (del 10% per quelli totalmente integrati) e negli anni successivi del 10%/anno. Per gli impianti a terra andrebbe prevista una riduzione del 25% nel 2011 e del 10% negli anni successivi.
Leggendo i numeri che sono circolati da parte delle associazioni di categoria del fotovoltaico è probabile che le riduzioni saranno però meno incisive.
Dal 2015 al 2020 gli incentivi dovrebbero subire poi una riduzione più marcata, anche grazie al raggiungimento in molte regioni della “grid parity”. Gli interventi solari nell’edilizia avranno infatti bisogno a quel punto solo di un limitato incentivo abbinato allo scambio sul posto.

Un altro elemento di riflessione riguarda l’obbiettivo da porsi per la fine del prossimo decennio. Come si sa, il “position paper” inviato a Bruxelles nel 2007 dal Governo italiano aveva identificato un potenziale di 8,5 GW fotovoltaici nel 2020. Allora la stima venne considerata da molti troppo elevata, ma l’evoluzione della tecnologia fa considerare possibile un obbiettivo superiore in presenza di un forte calo dei prezzi nei prossimi 5-6 anni.

Se si raggiungerà un accordo mondiale sul clima l’Europa innalzerà il proprio obbiettivo di riduzione dei gas climalteranti al 2020, al momento del 20% rispetto ai livelli del 1990. Considerando che il nuovo Governo del Giappone ha alzato il suo target di riduzione al 25% è probabile che la UE, da sempre apripista nella battaglia del clima, si ponga un obbiettivo più elevato.

Questo significherà una politica più incisiva sul fronte dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. La tecnologia che può più facilmente incrementare il proprio contributo è proprio quella del fotovoltaico per il quale non esistono limiti di spazio da destinare al suo impiego, ma solo problemi di costi.
In presenza di un forte allargamento del mercato determinato dal ritorno a grandi numeri degli Usa e del Giappone e dall’entrata della Cina, la possibilità di forti riduzioni dei prezzi sul medio periodo è molto concreta. Questo scenario è realistico anche alla luce degli investimenti in ricerca che sono stati stanziati. Basti ricordare che gli Usa hanno deciso per il 2010 di raddoppiare, portandoli a 320 milioni di dollari, i finanziamenti federali per la ricerca fotovoltaica.
Questo è il contesto su cui confrontarsi.

Il nostro Paese sta creando un’importante rete di progettisti, installatori, manutentori. Sul versante della produzione di tecnologie ci sono segnali interessanti di crescita, ma vi sono stati anche rallentamenti, in parte dovuti alla crisi. I prossimi due-tre anni saranno decisivi per capire se il nostro Paese si inserirà in modo dignitoso anche sul fronte della produzione delle tecnologie. Il punto dolente resta quello della ricerca. Manca un disegno complessivo che consenta di raccordare le realtà presenti e lanciarne di nuove in modo da sostenere lo sviluppo di questa strategica tecnologia.

Gianni Silvestrini
Direttore scientifico QualEnergia e Kyoto Club

L’articolo sarà pubblicato da FV-Fotovoltaici (novembre 2009)



21 ottobre 2009

 

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